L’imbattermi nello studio dei massacri perpetrati ai danni del popolo armeno ha suscitato in me diverse domande: perché i turchi progettarono e programmarono le stragi? Come tentarono di resistere gli armeni? Come reagirono e risposero a tali eventi le potenze in guerra, gli altri Stati, il Vaticano? Perché dopo l’annientamento fisico degli armeni, i turchi cercarono di distruggerne anche la memoria? Come risposero a questi tentativi gli armeni sopravvissuti e quelli della diaspora? Come riuscirono a difendere e a mantenere la loro identità e a costruire la loro memoria? Che cos’è la memoria e qual è la sua importanza per un uomo e per un popolo? Che significa costruire una memoria e che cosa vi contribuisce? Alla luce di queste domande, ho letto i fatti cercando di comprenderne le motivazioni e i nessi – distinguendo al contempo gli elementi essenziali da quelli di fondo –, per arrivare a un’ipotesi interpretativa di spiegazione. Il tema mostra come l’occasione dello studio di questo argomento – l’interferenza – abbia suscitato in me domande di significato che hanno reso interessante l’oggetto proposto. Nell’attività di studio e di ricerca ho quindi dovuto riscoprire e riappropriarmi di alcune categorie linguistiche e storiche (quali memoria, genocidio, diaspora, negazionismo ecc.) e ripercorrere il processo argomentativo – soprattutto nella lettura, selezione e interpretazione delle fonti, ma anche nel rapporto con altri docenti e studiosi – per provare a rispondere alle domande in modo adeguato. Ho consultato materiale d’archivio vaticano, fonti a stampa e molti saggi, articoli, libri di cui allego bibliografia specifica. Nel lavoro di ricerca ho adottato un metodo che mi ha reso consapevole della sua importanza esemplare sia sul piano dello studio personale sia su quello didattico.

Una storia carica di memoria: il genocidio armeno / Ricci, Antonella. - (2015), pp. 75-94.

Una storia carica di memoria: il genocidio armeno

Ricci, Antonella
2015

Abstract

L’imbattermi nello studio dei massacri perpetrati ai danni del popolo armeno ha suscitato in me diverse domande: perché i turchi progettarono e programmarono le stragi? Come tentarono di resistere gli armeni? Come reagirono e risposero a tali eventi le potenze in guerra, gli altri Stati, il Vaticano? Perché dopo l’annientamento fisico degli armeni, i turchi cercarono di distruggerne anche la memoria? Come risposero a questi tentativi gli armeni sopravvissuti e quelli della diaspora? Come riuscirono a difendere e a mantenere la loro identità e a costruire la loro memoria? Che cos’è la memoria e qual è la sua importanza per un uomo e per un popolo? Che significa costruire una memoria e che cosa vi contribuisce? Alla luce di queste domande, ho letto i fatti cercando di comprenderne le motivazioni e i nessi – distinguendo al contempo gli elementi essenziali da quelli di fondo –, per arrivare a un’ipotesi interpretativa di spiegazione. Il tema mostra come l’occasione dello studio di questo argomento – l’interferenza – abbia suscitato in me domande di significato che hanno reso interessante l’oggetto proposto. Nell’attività di studio e di ricerca ho quindi dovuto riscoprire e riappropriarmi di alcune categorie linguistiche e storiche (quali memoria, genocidio, diaspora, negazionismo ecc.) e ripercorrere il processo argomentativo – soprattutto nella lettura, selezione e interpretazione delle fonti, ma anche nel rapporto con altri docenti e studiosi – per provare a rispondere alle domande in modo adeguato. Ho consultato materiale d’archivio vaticano, fonti a stampa e molti saggi, articoli, libri di cui allego bibliografia specifica. Nel lavoro di ricerca ho adottato un metodo che mi ha reso consapevole della sua importanza esemplare sia sul piano dello studio personale sia su quello didattico.
2015
Accademia - Le Dissertazioni 2 L'interessante nelle discipline
978-88-97793-16-8
storia; memoria; questioni aperte
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Una storia carica di memoria: il genocidio armeno / Ricci, Antonella. - (2015), pp. 75-94.
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