L’infanzia nelle cuIture antiche: lo "spazio" di una ricerca

In ancient languages, no word uniquely indicated the child. Nevertheless, the reflection on Urworte and more specifically on the relationship between "primordial word" and childhood has involved since its inception the cultures of the past, both classical and near-eastern, and has been particularly interested in their religious and symbolic universes. The author then quickly retraces the discussion on this topic of W. Goethe, S. Freud, C.G. Jung, and M.L. von Franz, and connects it, through some significant junctions, to the emergence and evolution of modern studies on the history of childhood. This forms the basis for outlining the boundaries of a search on “Representation and Sacral Management of Childhood in the Cultures of the Mediterranean and the Near East”. A project that has already achieved interesting results, some of which are briefly described here.

Nelle lingue antiche non esisteva un termine univoco per indicare il bambino, ciononostante la riflessione sull’Urworte ed in particolare sul rapporto fra “parola primordiale” e infanzia ha coinvolto sin dal suo sorgere le culture del passato, sia classiche che vicino orientali, interessandosi in particolare al loro universi religiosi e simbolici. L’autrice ripercorre quindi rapidamente la riflessione sul tema di W. Goethe, S. Freud, C.G. Jung e M.L. von Franz, e la collega, attraverso alcuni snodi significativi, all’emergere ed evolvere dei moderni studi sulla storia dell’infanzia. Da qui prende l’avvio per delimitare gli “spazi’ di una ricerca “Rappresentazione e gestione sacrale dell’infanzia nelle culture del Mediterraneo e Vicino oriente”, ricerca che già è approdata ad alcuni risultati interessanti, dei quali si rende qui conto.