The suburbs were traditionally considered a place geographically far from the center and therefore tend to be of lower quality and value (in proportion to the distance from the center). Indeed they were generally considered places of degradation which, in many cases, was associated not only with the physical aspects and the lack of services, but also with social situations and even characterizing people. This interpretation was linked to an urban organization that has been overcome. The center is no longer one, but there are many, and within them there are many situations of decay. The suburbs multiply and have very different characters, becoming the way in which cities are organized spatially. This allows us to recognize how the peripheries have their own complexity and a very rich and interesting life, in addition to their contradictions and difficulties. This obliges us to investigate the peripheries with other eyes and with other methodologies, centered on interdisciplinary and field work, often with an involvement in ongoing processes, in terms of research-action. Thinking, for example, of the capital, Rome is its suburbs, and the suburbs (despite the stigma that in many cases hit them) are the vital place of the city, a cultural and social laboratory that builds its collective life every day.

Le periferie erano tradizionalmente considerate un luogo geograficamente lontano dal centro e quindi tendenzialmente di minor qualità e valore (proporzionalmente all’allontanarsi dal centro). Anzi venivano generalmente considerate luoghi di degrado che, in molti casi, veniva associato non solo agli aspetti fisici e alla carenza di servizi, ma anche alle situazioni sociali e persino caratterizzante le persone. Questa interpretazione era agganciata ad un’organizzazione urbana che è stata superata. Il centro non è più uno, ma sono tanti, e al loro interno ci sono molte situazioni di degrado. Le periferie si moltiplicano e hanno caratteri molto differenti, diventando il modo con cui si organizzano spazialmente le città. Questo permette di riconoscere come le periferie abbiano una loro complessità ed una vita assai ricca e interessante, oltre alle loro contraddizioni e difficoltà. Questo obbliga ad indagare le periferie con altri occhi e con altre metodologie, incentrate sul lavoro interdisciplinare e sul campo, spesso con un coinvolgimento nei processi in corso, in termini di ricerca-azione. Pensando, ad esempio, alla Capitale, Roma è le sue periferie, e le periferie (nonostante lo stigma che in molti casi le colpisce) sono il luogo vitale della città, un laboratorio culturale e sociale che costruisce quotidianamente il suo vivere collettivo.

Abitare le periferie / Cellamare, C.. - (2020), pp. 1-102.

Abitare le periferie

Cellamare C.
2020

Abstract

The suburbs were traditionally considered a place geographically far from the center and therefore tend to be of lower quality and value (in proportion to the distance from the center). Indeed they were generally considered places of degradation which, in many cases, was associated not only with the physical aspects and the lack of services, but also with social situations and even characterizing people. This interpretation was linked to an urban organization that has been overcome. The center is no longer one, but there are many, and within them there are many situations of decay. The suburbs multiply and have very different characters, becoming the way in which cities are organized spatially. This allows us to recognize how the peripheries have their own complexity and a very rich and interesting life, in addition to their contradictions and difficulties. This obliges us to investigate the peripheries with other eyes and with other methodologies, centered on interdisciplinary and field work, often with an involvement in ongoing processes, in terms of research-action. Thinking, for example, of the capital, Rome is its suburbs, and the suburbs (despite the stigma that in many cases hit them) are the vital place of the city, a cultural and social laboratory that builds its collective life every day.
2020
978-88-32103-91-5
Le periferie erano tradizionalmente considerate un luogo geograficamente lontano dal centro e quindi tendenzialmente di minor qualità e valore (proporzionalmente all’allontanarsi dal centro). Anzi venivano generalmente considerate luoghi di degrado che, in molti casi, veniva associato non solo agli aspetti fisici e alla carenza di servizi, ma anche alle situazioni sociali e persino caratterizzante le persone. Questa interpretazione era agganciata ad un’organizzazione urbana che è stata superata. Il centro non è più uno, ma sono tanti, e al loro interno ci sono molte situazioni di degrado. Le periferie si moltiplicano e hanno caratteri molto differenti, diventando il modo con cui si organizzano spazialmente le città. Questo permette di riconoscere come le periferie abbiano una loro complessità ed una vita assai ricca e interessante, oltre alle loro contraddizioni e difficoltà. Questo obbliga ad indagare le periferie con altri occhi e con altre metodologie, incentrate sul lavoro interdisciplinare e sul campo, spesso con un coinvolgimento nei processi in corso, in termini di ricerca-azione. Pensando, ad esempio, alla Capitale, Roma è le sue periferie, e le periferie (nonostante lo stigma che in molti casi le colpisce) sono il luogo vitale della città, un laboratorio culturale e sociale che costruisce quotidianamente il suo vivere collettivo.
city; dwelling; daily life;; suburbs; outskirts; città; abitare; vita quotidiana; periferie
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Abitare le periferie / Cellamare, C.. - (2020), pp. 1-102.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1461912
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