The cartographic documents are useful tools for the study of the city, and in particular, for the recognition of long-lasting structures in the area. The historical maps contain all the invariants represented by values, pre-existences, permanences, and sediments, identifying what Lavedan defined as “Law of the permanence of the plant”, as well as a precious treasure chest that informs us how the role of the city has changed over time. After the growing season, in which the city has expanded “consuming territory”, today, in the awareness of the need to preserve the environment, there is greater attention to the consolidated city, resorting to redevelopment, recovery, thus placing a limit on the expansion, reusing the existing. The territory in that “past growing season” was considered mere support, a container of activities, an unlimited resource, but, otherwise, represents a stratification over time of facts and culture, a space of relationships, a precious, limited, and non-reproducible asset. In this new way of understanding the city and the territory, the tools of knowledge have also changed, and the cartography, even the historical one, in this case, becomes again a “speaking” document, once again assuming that importance in the interpretation of the urban fact, once to recognize and restore quality and identity to places. The contribution intends to report the evolution of the representation of the city and the territory, indicating the signs and thicknesses of pre-modern cartography to recognize urban transformations.

I documenti cartografici sono strumenti utili per lo studio della città, ed in particolare, per la ricognizione delle strutture di lunga durata del territorio. Le carte storiche contengono tutte le invarianti rappresentate dai valori, preesistenze, permanenze e sedimenti, individuando quella che Lavedan definiva “legge della permanenza della pianta”, oltre che un prezioso scrigno che ci informa come si è modificato il ruolo della città nel tempo. Dopo la stagione della crescita, in cui si è estesa la città “consumando territorio”, oggi, nella consapevolezza della necessità di preservare l’ambiente, esiste una maggiore attenzione alla città consolidata, ricorrendo alla riqualificazione, al recupero, ponendo così un limite all’espansione, riutilizzando l’esistente. Il territorio in quella “passata stagione di crescita” era considerato un mero supporto, contenitore di attività, una risorsa illimitata, ma, diversamente, rappresenta una stratificazione nel tempo di fatti e cultura, spazio di relazioni, bene prezioso, limitato e non riproducibile. In questo nuovo modo di intendere la città ed il territorio sono cambiati anche gli strumenti del conoscere, e la cartografia, anche quella storica, in questo caso torna ad essere documento “parlante”, assumendo nuovamente quella importanza nell’interpretazione del fatto urbano, volta a riconoscere e ridare qualità e identità ai luoghi. Il contributo intende riportare l’evoluzione della rappresentazione della città e del territorio, indicando i segni e gli spessori della cartografia premoderna al fine della riconoscibilità delle trasformazioni urbane.

Signs and thicknesses of the city. The evolution of urban representation in premodern cartography / Iacomoni, Andrea. - (2020), pp. 405-412.

Signs and thicknesses of the city. The evolution of urban representation in premodern cartography

Iacomoni Andrea
2020

Abstract

The cartographic documents are useful tools for the study of the city, and in particular, for the recognition of long-lasting structures in the area. The historical maps contain all the invariants represented by values, pre-existences, permanences, and sediments, identifying what Lavedan defined as “Law of the permanence of the plant”, as well as a precious treasure chest that informs us how the role of the city has changed over time. After the growing season, in which the city has expanded “consuming territory”, today, in the awareness of the need to preserve the environment, there is greater attention to the consolidated city, resorting to redevelopment, recovery, thus placing a limit on the expansion, reusing the existing. The territory in that “past growing season” was considered mere support, a container of activities, an unlimited resource, but, otherwise, represents a stratification over time of facts and culture, a space of relationships, a precious, limited, and non-reproducible asset. In this new way of understanding the city and the territory, the tools of knowledge have also changed, and the cartography, even the historical one, in this case, becomes again a “speaking” document, once again assuming that importance in the interpretation of the urban fact, once to recognize and restore quality and identity to places. The contribution intends to report the evolution of the representation of the city and the territory, indicating the signs and thicknesses of pre-modern cartography to recognize urban transformations.
2020
De_Sign Environment Landscape City_2020
978-88-3618-042-4
I documenti cartografici sono strumenti utili per lo studio della città, ed in particolare, per la ricognizione delle strutture di lunga durata del territorio. Le carte storiche contengono tutte le invarianti rappresentate dai valori, preesistenze, permanenze e sedimenti, individuando quella che Lavedan definiva “legge della permanenza della pianta”, oltre che un prezioso scrigno che ci informa come si è modificato il ruolo della città nel tempo. Dopo la stagione della crescita, in cui si è estesa la città “consumando territorio”, oggi, nella consapevolezza della necessità di preservare l’ambiente, esiste una maggiore attenzione alla città consolidata, ricorrendo alla riqualificazione, al recupero, ponendo così un limite all’espansione, riutilizzando l’esistente. Il territorio in quella “passata stagione di crescita” era considerato un mero supporto, contenitore di attività, una risorsa illimitata, ma, diversamente, rappresenta una stratificazione nel tempo di fatti e cultura, spazio di relazioni, bene prezioso, limitato e non riproducibile. In questo nuovo modo di intendere la città ed il territorio sono cambiati anche gli strumenti del conoscere, e la cartografia, anche quella storica, in questo caso torna ad essere documento “parlante”, assumendo nuovamente quella importanza nell’interpretazione del fatto urbano, volta a riconoscere e ridare qualità e identità ai luoghi. Il contributo intende riportare l’evoluzione della rappresentazione della città e del territorio, indicando i segni e gli spessori della cartografia premoderna al fine della riconoscibilità delle trasformazioni urbane.
cartografia; identità; città; disegno
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Signs and thicknesses of the city. The evolution of urban representation in premodern cartography / Iacomoni, Andrea. - (2020), pp. 405-412.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1456084
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