Personalità di rilievo della Democrazia cristiana e uomo delle istituzioni (al governo dal 1966 al 1981), Adolfo Sarti ha prodotto più di trenta annate di diari – una preziosa e ricchissima fonte d’archivio rimasta sinora inedita che racconta in modo dettagliato ed interno le vicende del partito di maggioranza e la storia dell’Italia repubblicana. Questo volume – focalizzato sugli anni che vanno dal secondo dopoguerra alla strage di Piazza Fontana e all’esplosione del cosiddetto «autunno caldo» – costituisce la prima parte di un lavoro storiografico dedicato a Sarti ed analizza gli snodi fondamentali della storia nazionale ricostruendoli a partire dal peculiare punto di vista del politico cuneese, caratterizzato da un insistente richiamo alla categoria della crisi. Per lunghi tratti della sua carriera politica, la democrazia repubblicana gli appare, infatti, fragile e costantemente orientata verso ipotesi di trapassi di regime – declinati variamente nei termini di una seconda Repubblica, una Repubblica presidenziale, un colpo di Stato. Una visione non di rado drammatica che appare in diverse circostanze largamente condivisa da una parte significativa della classe dirigente nazionale.
Adolfo Sarti e le crisi della Repubblica. Dal dopoguerra all’«autunno caldo» (1945-1969) / Acanfora, Paolo. - (2018), pp. 1-279.
Adolfo Sarti e le crisi della Repubblica. Dal dopoguerra all’«autunno caldo» (1945-1969)
Paolo Acanfora
2018
Abstract
Personalità di rilievo della Democrazia cristiana e uomo delle istituzioni (al governo dal 1966 al 1981), Adolfo Sarti ha prodotto più di trenta annate di diari – una preziosa e ricchissima fonte d’archivio rimasta sinora inedita che racconta in modo dettagliato ed interno le vicende del partito di maggioranza e la storia dell’Italia repubblicana. Questo volume – focalizzato sugli anni che vanno dal secondo dopoguerra alla strage di Piazza Fontana e all’esplosione del cosiddetto «autunno caldo» – costituisce la prima parte di un lavoro storiografico dedicato a Sarti ed analizza gli snodi fondamentali della storia nazionale ricostruendoli a partire dal peculiare punto di vista del politico cuneese, caratterizzato da un insistente richiamo alla categoria della crisi. Per lunghi tratti della sua carriera politica, la democrazia repubblicana gli appare, infatti, fragile e costantemente orientata verso ipotesi di trapassi di regime – declinati variamente nei termini di una seconda Repubblica, una Repubblica presidenziale, un colpo di Stato. Una visione non di rado drammatica che appare in diverse circostanze largamente condivisa da una parte significativa della classe dirigente nazionale.File | Dimensione | Formato | |
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