Il 1962 era ancora un anno in cui i confronti erano interessanti e sollecitavano posizioni critiche sia in Italia, sia in Europa e negli Stati Uniti, per quanto riguarda una storia dell’arte del mondo occidentale. Il saggio si sofferma su questa situazione e considera la presenza di artisti italiani in mostre storiche americane e in mostre personali negli Stati Uniti in anni in cui tale apertura internazionale sembrava spesso dover diventare la premessa di un’influenza americana sugli artisti europei. Gli artisti che esposero in America, a New York o a Chicago, tra il 1960 e il 1964, facilmente furono considerati influenzati dalle ricerche americane. Fondamentale è stato pertanto lo spoglio di alcune riviste che in quegli anni ben registravano la situazione e anche il dibattito: “Art International” (dal 1957), “Art in America”, “Art and Architecture”. L’arte stava diventando “pop” o “neo dada”, presto sarebbe divenuta concettuale. In Italia, come in altri paesi, questi movimenti sarebbero divenuti modelli di riferimento e ben presto pop o neo dada sarebbero stati definiti molti artisti anche in Europa. La questione che dunque emerge riguarda proprio la motivazione critica alla base di un sistema di influenze e riferimenti che ha contraddistinto la situazione artistica anche in Italia. Pur non essendo semplice proprio per la complessità della situazione che l’arte attraversava in un contesto sempre più internazionale, il saggio si concentra nel ripercorrere alcune date significative per tracciare una serie di relazioni fondamentali.
La presenza degli artisti italiani nelle mostre americane dei primi anni Sessanta / Subrizi, Carla. - (2017), pp. 121-136.
La presenza degli artisti italiani nelle mostre americane dei primi anni Sessanta
Carla Subrizi
2017
Abstract
Il 1962 era ancora un anno in cui i confronti erano interessanti e sollecitavano posizioni critiche sia in Italia, sia in Europa e negli Stati Uniti, per quanto riguarda una storia dell’arte del mondo occidentale. Il saggio si sofferma su questa situazione e considera la presenza di artisti italiani in mostre storiche americane e in mostre personali negli Stati Uniti in anni in cui tale apertura internazionale sembrava spesso dover diventare la premessa di un’influenza americana sugli artisti europei. Gli artisti che esposero in America, a New York o a Chicago, tra il 1960 e il 1964, facilmente furono considerati influenzati dalle ricerche americane. Fondamentale è stato pertanto lo spoglio di alcune riviste che in quegli anni ben registravano la situazione e anche il dibattito: “Art International” (dal 1957), “Art in America”, “Art and Architecture”. L’arte stava diventando “pop” o “neo dada”, presto sarebbe divenuta concettuale. In Italia, come in altri paesi, questi movimenti sarebbero divenuti modelli di riferimento e ben presto pop o neo dada sarebbero stati definiti molti artisti anche in Europa. La questione che dunque emerge riguarda proprio la motivazione critica alla base di un sistema di influenze e riferimenti che ha contraddistinto la situazione artistica anche in Italia. Pur non essendo semplice proprio per la complessità della situazione che l’arte attraversava in un contesto sempre più internazionale, il saggio si concentra nel ripercorrere alcune date significative per tracciare una serie di relazioni fondamentali.File | Dimensione | Formato | |
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