Fuoco. La grande prosa russa del primo Novecento è un volume antologico dedicato allo straordinario momento di fioritura creativa che ha contraddistinto la letteratura russa nei primi trenta anni del Ventesimo secolo. I testi sono stati selezionati su base tematica, a illustrare i continui sconvolgimenti socio-politici di un ventennio di apocalisse ininterrotta: il terrorismo, le rivoluzioni del 1905, di Febbraio e di Ottobre, la guerra civile, la fame e le privazioni, l’inizio della persecuzione degli oppositori nella neonata Unione Sovietica. Scrittori di assoluta grandezza come Bulgakov, Zamjatin, Pasternak, Nabokov, Bunin, Babel’ dipingono con travolgente intensità tanto l’orrore che l’eroismo, la brutalità e l’energia, lo sconforto e la speranza, il fascino magnetico e sinistro dell’abbattimento di un secolare ordine di sopraffazione. Con meravigliosi momenti di commozione, ironia e poesia. Dal racconto di Gor’kij ispirato al famigerato provocatore Evno Azef, a capo della più temibile organizzazione terroristica e al soldo della polizia zarista, all’arte di combattere sulla tačanka, l’imprendibile calesse armato di mitragliatrice inventato dal leggendario anarchico Nestor Machno (Babel’). Dalla furibonda corsa a annientarsi reciprocamente di un treno blindato bianco e uno rosso (Nikitin) a una Pietrogrado gelida e affamata, descritta come un mondo preistorico, dove qualche ciocco di legno vale più di una vita umana (Zamjatin). Straordinario rilievo documentale ha la lettura oltre la verità ufficiale che fa Pil’njak della morte sul tavolo operatorio del comandante dell’Armata rossa Michail Frunze, la prima vittima occulta del terrore staliniano. Tredici straordinari scrittori che, eroicamente o giocoforza, si mettono in gioco in prima persona davanti alla ruota della storia: tre premi Nobel, tre massacrati da Stalin, quasi la metà costretti a emigrare. Accanto a capolavori da lungo tempo fuori catalogo in Italia vengono presentati sorprendenti testi mai tradotti prima. Accanto ai racconti e alle novelle che costituiscono il nucleo centrale dell’antologia ci sono estratti di grande interesse da romanzi leggendari come Il placido Don e La guardia bianca. Al centro del volume la sorpresa di un cuore poetico, il poemetto di Blok I dodici, forse il più fantasmagorico affresco della rivoluzione. Dulcis in fundo, l’unico racconto di Nabokov non ancora mai tradotto in italiano.
Fuoco. La grande prosa russa del primo Novecento / Caramitti, Mario. - (2020), pp. 7-336.
Fuoco. La grande prosa russa del primo Novecento
caramitti Mario
2020
Abstract
Fuoco. La grande prosa russa del primo Novecento è un volume antologico dedicato allo straordinario momento di fioritura creativa che ha contraddistinto la letteratura russa nei primi trenta anni del Ventesimo secolo. I testi sono stati selezionati su base tematica, a illustrare i continui sconvolgimenti socio-politici di un ventennio di apocalisse ininterrotta: il terrorismo, le rivoluzioni del 1905, di Febbraio e di Ottobre, la guerra civile, la fame e le privazioni, l’inizio della persecuzione degli oppositori nella neonata Unione Sovietica. Scrittori di assoluta grandezza come Bulgakov, Zamjatin, Pasternak, Nabokov, Bunin, Babel’ dipingono con travolgente intensità tanto l’orrore che l’eroismo, la brutalità e l’energia, lo sconforto e la speranza, il fascino magnetico e sinistro dell’abbattimento di un secolare ordine di sopraffazione. Con meravigliosi momenti di commozione, ironia e poesia. Dal racconto di Gor’kij ispirato al famigerato provocatore Evno Azef, a capo della più temibile organizzazione terroristica e al soldo della polizia zarista, all’arte di combattere sulla tačanka, l’imprendibile calesse armato di mitragliatrice inventato dal leggendario anarchico Nestor Machno (Babel’). Dalla furibonda corsa a annientarsi reciprocamente di un treno blindato bianco e uno rosso (Nikitin) a una Pietrogrado gelida e affamata, descritta come un mondo preistorico, dove qualche ciocco di legno vale più di una vita umana (Zamjatin). Straordinario rilievo documentale ha la lettura oltre la verità ufficiale che fa Pil’njak della morte sul tavolo operatorio del comandante dell’Armata rossa Michail Frunze, la prima vittima occulta del terrore staliniano. Tredici straordinari scrittori che, eroicamente o giocoforza, si mettono in gioco in prima persona davanti alla ruota della storia: tre premi Nobel, tre massacrati da Stalin, quasi la metà costretti a emigrare. Accanto a capolavori da lungo tempo fuori catalogo in Italia vengono presentati sorprendenti testi mai tradotti prima. Accanto ai racconti e alle novelle che costituiscono il nucleo centrale dell’antologia ci sono estratti di grande interesse da romanzi leggendari come Il placido Don e La guardia bianca. Al centro del volume la sorpresa di un cuore poetico, il poemetto di Blok I dodici, forse il più fantasmagorico affresco della rivoluzione. Dulcis in fundo, l’unico racconto di Nabokov non ancora mai tradotto in italiano.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Caramitti_Fuoco-grande-prosa_2020.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
1.79 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.79 MB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.