Il tema della casa che gli architetti progettano per loro stessi costituisce - nel più ampio campo delle realizzazioni architettoniche - un capitolo speciale e di singolare interesse. Nelle case degli architetti, infatti, si modifica la triangolazione canonica tra le figure del committente, del progettista e del realizzatore materiale, per via della coincidenza in una stessa persona dei ruoli del committente e del progettista. La casa che Alfredo Lambertucci (1928-1996) ha costruito per sé e per la sua famiglia a Genzano di Roma rientra pienamente in questa particolare condizione. La recente attività di riordino e catalogazione dell’archivio dell’architetto – di cui l’autore è stato incaricato dal MiBACT - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - ha reso possibile l’indagine di una notevole quantità di materiali inediti relativi a diverse versioni del progetto, e ha permesso di ricostruirne la successione logica e cronologica. Lo scritto ripercorre analiticamente l’intero svolgersi di questo laboratorio progettuale, dalle riflessioni preliminari sino alla realizzazione, e al successivo impiego della fotografia come strumento di verifica e comprovazione delle intenzionalità compositive. Di questa esperienza vengono evidenziati gli snodi decisivi e gli elementi di riflessione teorico-progettuale che possono riverberare nei problemi dell’attualità, in particolare per il modo in cui l’interpretazione del luogo ha saputo sollecitare ed alimentare la particolarità della risposta progettuale.
La casa per sé come laboratorio sperimentale. Casa Lambertucci a Genzano di Roma, 1973-1976 / Farris, Amanzio. - (2019), pp. 275-292. - DIAP PRINT.
La casa per sé come laboratorio sperimentale. Casa Lambertucci a Genzano di Roma, 1973-1976
Amanzio Farris
2019
Abstract
Il tema della casa che gli architetti progettano per loro stessi costituisce - nel più ampio campo delle realizzazioni architettoniche - un capitolo speciale e di singolare interesse. Nelle case degli architetti, infatti, si modifica la triangolazione canonica tra le figure del committente, del progettista e del realizzatore materiale, per via della coincidenza in una stessa persona dei ruoli del committente e del progettista. La casa che Alfredo Lambertucci (1928-1996) ha costruito per sé e per la sua famiglia a Genzano di Roma rientra pienamente in questa particolare condizione. La recente attività di riordino e catalogazione dell’archivio dell’architetto – di cui l’autore è stato incaricato dal MiBACT - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - ha reso possibile l’indagine di una notevole quantità di materiali inediti relativi a diverse versioni del progetto, e ha permesso di ricostruirne la successione logica e cronologica. Lo scritto ripercorre analiticamente l’intero svolgersi di questo laboratorio progettuale, dalle riflessioni preliminari sino alla realizzazione, e al successivo impiego della fotografia come strumento di verifica e comprovazione delle intenzionalità compositive. Di questa esperienza vengono evidenziati gli snodi decisivi e gli elementi di riflessione teorico-progettuale che possono riverberare nei problemi dell’attualità, in particolare per il modo in cui l’interpretazione del luogo ha saputo sollecitare ed alimentare la particolarità della risposta progettuale.File | Dimensione | Formato | |
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