Con il termine belvedere viene indicato un luogo dal quale è possibile godere di un vasto panorama o di un’amena visuale. L’etimo, originato dal comporsi dell’aggettivo bello con il verbo vedere, costituisce una promessa sulla possibilità di compiere un’esperienza visiva rilevante. Di frequente è la sola presenza di virtù topografiche e paesaggistiche a determinare le prerogative dei belvedere, ma in alcuni casi essi possono presentarsi organizzati da una intenzionalità progettuale, tesa a ad interpretarne criticamente il ruolo di transizione tra fatto costruito e paesaggio, e perseguire un più alto grado di intensità del fatto percettivo. Progettare con la percezione panoramica del paesaggio significa sviluppare una narrazione a partire da un finale già scritto, tessendo una trama di accadimenti che preparano l’epilogo affinché quest’ultimo ne risulti valorizzato al massimo grado. Significa inoltre prendere coscienza delle implicazioni sottese dall’invito alla sosta, ovvero in che modo la definizione formale dell’elemento che rende possibile il sedersi contiene, concentra e concretizza il tragitto che ha condotto in quel luogo, ed in quale misura il programma compositivo risponde ai temi del dove sedersi e del come guardare. Lo scritto ripercorre l’itinerario formativo di alcune realizzazioni progettuali di cui lo scrivente è stato autore: il Belvedere tra le rovine; la Piazza marginale; il Belvedere per una persona. Di queste opere - localizzate nel subappennino laziale, nel territorio di Rocca Canterano e della frazione di Rocca di Mezzo, in un contesto paesaggistico la cui suggestione già era stata osservata dai viaggiatori francesi e tedeschi tra settecento e ottocento – vengono analizzati i nessi che si sono stabiliti tra la riflessione teorica e le azioni progettuali compiute.

Tra costruito e paesaggio. La trasformazione degli spazi marginali come luoghi dello sguardo / Farris, Amanzio. - (2020), pp. 34-39. - PATRIMONIO CULTURALE E TERRITORIO.

Tra costruito e paesaggio. La trasformazione degli spazi marginali come luoghi dello sguardo

Amanzio Farris
2020

Abstract

Con il termine belvedere viene indicato un luogo dal quale è possibile godere di un vasto panorama o di un’amena visuale. L’etimo, originato dal comporsi dell’aggettivo bello con il verbo vedere, costituisce una promessa sulla possibilità di compiere un’esperienza visiva rilevante. Di frequente è la sola presenza di virtù topografiche e paesaggistiche a determinare le prerogative dei belvedere, ma in alcuni casi essi possono presentarsi organizzati da una intenzionalità progettuale, tesa a ad interpretarne criticamente il ruolo di transizione tra fatto costruito e paesaggio, e perseguire un più alto grado di intensità del fatto percettivo. Progettare con la percezione panoramica del paesaggio significa sviluppare una narrazione a partire da un finale già scritto, tessendo una trama di accadimenti che preparano l’epilogo affinché quest’ultimo ne risulti valorizzato al massimo grado. Significa inoltre prendere coscienza delle implicazioni sottese dall’invito alla sosta, ovvero in che modo la definizione formale dell’elemento che rende possibile il sedersi contiene, concentra e concretizza il tragitto che ha condotto in quel luogo, ed in quale misura il programma compositivo risponde ai temi del dove sedersi e del come guardare. Lo scritto ripercorre l’itinerario formativo di alcune realizzazioni progettuali di cui lo scrivente è stato autore: il Belvedere tra le rovine; la Piazza marginale; il Belvedere per una persona. Di queste opere - localizzate nel subappennino laziale, nel territorio di Rocca Canterano e della frazione di Rocca di Mezzo, in un contesto paesaggistico la cui suggestione già era stata osservata dai viaggiatori francesi e tedeschi tra settecento e ottocento – vengono analizzati i nessi che si sono stabiliti tra la riflessione teorica e le azioni progettuali compiute.
2020
Progetto, memoria e futuro dei luoghi post-sisma
979-12-80060-35-8
paesaggio; percezione; spazi marginali; progetto architettonico; belvedere
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Tra costruito e paesaggio. La trasformazione degli spazi marginali come luoghi dello sguardo / Farris, Amanzio. - (2020), pp. 34-39. - PATRIMONIO CULTURALE E TERRITORIO.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1449425
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