Il presente volume presenta un tema di grande rilievo nella storia delle relazioni internazionali, offrendo al lettore un’attenta analisi delle questioni navali affrontate nel corso della Conferenza della Pace di Parigi tra il 1919 e il 1920. Nello specifico, i due autori – Alessandro Vagnini e Davide Borsani – approfondiscono il ruolo svolto dalla Delegazione italiana, mettendo in luce le priorità e le specifiche esigenze dell’Italia rispetto al più complesso gioco diplomatico che coinvolgeva le altre delegazioni. La definizione degli obbiettivi dell’Italia in Adriatico e nel Mediterraneo, così come le riparazioni e le questioni strategiche in generale sono dunque altrettanti elementi di una complessa vicenda che gli Autori illustrano nelle pagine successive. Quella che segue è un’attenta descrizione della politica navale italiana nel corso della Conferenza di Parigi; una descrizione che si dipana attraverso le vicende di diversi attori, politici, diplomatici e ovviamente militari. Le questioni navali non furono certo in quei mesi un elemento secondario; le loro conseguenze sul piano della sicurezza e per i loro eventuali risvolti economici non potevano essere sottovalutate e furono di conseguenza motivo di ampi ed accesi dibattiti. Questo era vero sia sul piano militare che su quello commerciale; così come di assoluto rilievo erano le discussioni relative al futuro di mezzi e materiali delle flotte tedesca e austro-ungarica. Non possiamo poi dimenticare le accese dispute intorno al futuro dei sommergibili e sulla legittimità della guerra sottomarina. Se sono note ai più l’importanza nella definizione dei nuovi confini e la grave e complessa questione fiumana, è forse opportuno ricordare come le questioni navali rappresentassero un elemento fondamentale della politica italiana e non solo. La Marina militare, che aveva contribuito alla formulazione delle clausole del Patto di Londra relative all’Adriatico, svolse un ruolo significativo anche durante la Conferenza della Pace, convinta sostenitrice di una visione centrata sull’egemonia navale nell’Adriatico. La sicurezza di quel mare passava certamente attraverso la definizione di un confine difendibile, ma senza ombra di dubbio solamente le forze navali e l’assenza di marine rivali potevano assicurare l’efficacia delle misure di carattere politico e territoriale. Questo aspetto è giustamente messo in luce nelle pagine che seguono e costituisce il merito principale del presente volume, che incrociando le fondi dell’Archivio Storico della Marina Militare a quelle di carattere diplomatico ricostruisce con attenzione una pagina significativa della storia del nostro paese e della nostra Marina.

La Regia Marina e le questioni navali alla Conferenza di Parigi / Vagnini, A.; Borsani, D.. - (2020).

La Regia Marina e le questioni navali alla Conferenza di Parigi

A. Vagnini
;
2020

Abstract

Il presente volume presenta un tema di grande rilievo nella storia delle relazioni internazionali, offrendo al lettore un’attenta analisi delle questioni navali affrontate nel corso della Conferenza della Pace di Parigi tra il 1919 e il 1920. Nello specifico, i due autori – Alessandro Vagnini e Davide Borsani – approfondiscono il ruolo svolto dalla Delegazione italiana, mettendo in luce le priorità e le specifiche esigenze dell’Italia rispetto al più complesso gioco diplomatico che coinvolgeva le altre delegazioni. La definizione degli obbiettivi dell’Italia in Adriatico e nel Mediterraneo, così come le riparazioni e le questioni strategiche in generale sono dunque altrettanti elementi di una complessa vicenda che gli Autori illustrano nelle pagine successive. Quella che segue è un’attenta descrizione della politica navale italiana nel corso della Conferenza di Parigi; una descrizione che si dipana attraverso le vicende di diversi attori, politici, diplomatici e ovviamente militari. Le questioni navali non furono certo in quei mesi un elemento secondario; le loro conseguenze sul piano della sicurezza e per i loro eventuali risvolti economici non potevano essere sottovalutate e furono di conseguenza motivo di ampi ed accesi dibattiti. Questo era vero sia sul piano militare che su quello commerciale; così come di assoluto rilievo erano le discussioni relative al futuro di mezzi e materiali delle flotte tedesca e austro-ungarica. Non possiamo poi dimenticare le accese dispute intorno al futuro dei sommergibili e sulla legittimità della guerra sottomarina. Se sono note ai più l’importanza nella definizione dei nuovi confini e la grave e complessa questione fiumana, è forse opportuno ricordare come le questioni navali rappresentassero un elemento fondamentale della politica italiana e non solo. La Marina militare, che aveva contribuito alla formulazione delle clausole del Patto di Londra relative all’Adriatico, svolse un ruolo significativo anche durante la Conferenza della Pace, convinta sostenitrice di una visione centrata sull’egemonia navale nell’Adriatico. La sicurezza di quel mare passava certamente attraverso la definizione di un confine difendibile, ma senza ombra di dubbio solamente le forze navali e l’assenza di marine rivali potevano assicurare l’efficacia delle misure di carattere politico e territoriale. Questo aspetto è giustamente messo in luce nelle pagine che seguono e costituisce il merito principale del presente volume, che incrociando le fondi dell’Archivio Storico della Marina Militare a quelle di carattere diplomatico ricostruisce con attenzione una pagina significativa della storia del nostro paese e della nostra Marina.
2020
978-88-99642-30-3
Conferenza di Parigi; regia marina; questione adriatica
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
La Regia Marina e le questioni navali alla Conferenza di Parigi / Vagnini, A.; Borsani, D.. - (2020).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1442653
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