Oggi il tema della casa sembra giunto a un bivio: da un lato l’ idea tradizionale di luogo antropologico o sociologico della famiglia, del matrimonio, delle relazioni significative, dell'identità, della socializzazione. Dall’altro, la casa come sede di lavoro instabile, flessibile e smart, reso moderno dall’incorporazione di nuove tecnologie, restituito pubblicamente attraverso l’occhio di una telecamera sulle le piattaforme digitali ed i social network, soggetto a spinte omogeneizzanti e differenzianti in una crescente mobilità e precarietà degli individui. Così, l’esperienza dell’abitare – che rimane una esperienza soggettiva pure all’interno di dinamiche familiari e processi collettivi – muta alla luce del cambiamento sociale e di nuovi paradigmi. L’esperienza del Covid-19 ci ha insegnato poi a restare a casa e l’abitazione è stata identificata come la risposta all’emergenza sanitaria, a partire dalle restrizioni di movimento. Nondimeno, il ripiegamento nel privato si è accompagnato a spinte ideali e a un senso di appartenenza collettiva. Io resto a casa è divenuto il motto globale durante la pandemia, sinonimo di responsabilità e rispetto delle regole. Eppure, se la casa è il luogo in cui da sempre si manifesta la distinzione pubblico-privato, oggi, dopo l’esperienza del lockdown e anche grazie alla domesticazione delle tecnologie, allo smart working e alla piattaforme di comunicazione digitale, molti di noi sperimentano una sorta di crollo di sipario o “collasso dei contesti” tra retroscena e ribalta, tra ambito lavorativo e sfera privata. Il volume contiene una riflessione sul tema della casa e della domesticità alla luce dell’evoluzione dei media e degli attuali scenari globali che ci obbligano a riconsiderare le categorie spazio e tempo. La trasversalità della casa nella narrazione pubblicitaria e in quella televisiva (il Grande Fratello) e la sua consistenza nel “discorso” di Ikea, utopico e disciplinare, dove ogni cosa è al suo posto, il nuovo “voyerismo domestico” nato con le Instagram stories e il personal storytelling del vip, così come il vissuto degli italiani durante il lockdown sono soltanto alcuni dei temi trattati.
Restare a casa. Narrazioni della domesticità e nuove forme comunicative dell'abitare / Minestroni, Laura. - (2020), pp. 1-221.
Restare a casa. Narrazioni della domesticità e nuove forme comunicative dell'abitare
LAURA MINESTRONI
Writing – Original Draft Preparation
2020
Abstract
Oggi il tema della casa sembra giunto a un bivio: da un lato l’ idea tradizionale di luogo antropologico o sociologico della famiglia, del matrimonio, delle relazioni significative, dell'identità, della socializzazione. Dall’altro, la casa come sede di lavoro instabile, flessibile e smart, reso moderno dall’incorporazione di nuove tecnologie, restituito pubblicamente attraverso l’occhio di una telecamera sulle le piattaforme digitali ed i social network, soggetto a spinte omogeneizzanti e differenzianti in una crescente mobilità e precarietà degli individui. Così, l’esperienza dell’abitare – che rimane una esperienza soggettiva pure all’interno di dinamiche familiari e processi collettivi – muta alla luce del cambiamento sociale e di nuovi paradigmi. L’esperienza del Covid-19 ci ha insegnato poi a restare a casa e l’abitazione è stata identificata come la risposta all’emergenza sanitaria, a partire dalle restrizioni di movimento. Nondimeno, il ripiegamento nel privato si è accompagnato a spinte ideali e a un senso di appartenenza collettiva. Io resto a casa è divenuto il motto globale durante la pandemia, sinonimo di responsabilità e rispetto delle regole. Eppure, se la casa è il luogo in cui da sempre si manifesta la distinzione pubblico-privato, oggi, dopo l’esperienza del lockdown e anche grazie alla domesticazione delle tecnologie, allo smart working e alla piattaforme di comunicazione digitale, molti di noi sperimentano una sorta di crollo di sipario o “collasso dei contesti” tra retroscena e ribalta, tra ambito lavorativo e sfera privata. Il volume contiene una riflessione sul tema della casa e della domesticità alla luce dell’evoluzione dei media e degli attuali scenari globali che ci obbligano a riconsiderare le categorie spazio e tempo. La trasversalità della casa nella narrazione pubblicitaria e in quella televisiva (il Grande Fratello) e la sua consistenza nel “discorso” di Ikea, utopico e disciplinare, dove ogni cosa è al suo posto, il nuovo “voyerismo domestico” nato con le Instagram stories e il personal storytelling del vip, così come il vissuto degli italiani durante il lockdown sono soltanto alcuni dei temi trattati.File | Dimensione | Formato | |
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