Condividendo le premesse teoriche della “città per parti”, Polesello è sostenitore di una città che in quanto tale è e si mostra come un unicum, un’unità nella quale la presenza della memoria e della storia si ripete trasmutando nel tempo. “Il rapporto con la storia per Polesello è profondamente radicato nella teoria, vera anima del suo lavoro. La relazione con il passato, con la tradizione nei suoi progetti è sempre oggetto di una radicale rifondazione diventando l’espressione moderna di un procedimento antico”(1). E questo sottile gioco di continuità e rottura per Polesello è manifesto in ogni suo disegno nell’inscindibile binomio tra dimensione architettonica e urbana. Il ruolo dell’architetto all’interno della città è infatti quello di capire, di “cogliere un principio ordinatore”(2) che dalla città antica nasce e alla città moderna ritorna attraverso la riformulazione di nuovi spazi. Questo è l’unico vero criterio che distingue la città consolidata dalla città in espansione, dalla città del limite. Così in uno degli ultimi progetti, il casello di Padova est, le architetture di Polesello divengono sequenze ritmiche che scandiscono il territorio e ne determinano le distanze nell’assoluta necessità di restituire misura ad una periferia priva di forma. Nella città antica ciò è un atto dovuto, poiché essa non può prescindere dalla regola generatrice da cui deriva. Di più, la città antica si struttura sulla giustapposizione di più principi ordinatori e sulle variazioni a tali principi, “il caso, l’accidente è possibile nell’ordine della potenza”(3).Da qui il potere trasformatore dell’architettura come fatto urbano e la necessità di esprimere un nuovo linguaggio tanto moderno quanto indissolubilmente legato alla memoria. Le opere di Polesello, sublimando il concetto di doppio, esprimono nella loro statica presenza sempre la forte tensione che tiene insieme più parti, pur contrapponendole. 1. Tomaso Monesteroli, Intervista a Gianugo Polesello ne “La logica delle Memoria” Maggioli editore, Milano 2010. p.92 2. Tomaso Monesteroli, Intervista a Gianugo Polesello ne “La logica delle Memoria” Maggioli editore, Milano 2010. p.130 3. Gundula Rakowitz, Gianugo Polesello Maestro dell’indecifrabile. Auto-ritratti veneziani in Giornale IUAV 114, numero a cura di Gundula Rakowitz, Venezia: Grafiche Veneziane 2012
Gianugo Polesello, motto Zeus: Architettura antiqua non vetera sed novissima / Fiorelli, Angela. - (2018), pp. 180-193.
Gianugo Polesello, motto Zeus: Architettura antiqua non vetera sed novissima
Angela Fiorelli
2018
Abstract
Condividendo le premesse teoriche della “città per parti”, Polesello è sostenitore di una città che in quanto tale è e si mostra come un unicum, un’unità nella quale la presenza della memoria e della storia si ripete trasmutando nel tempo. “Il rapporto con la storia per Polesello è profondamente radicato nella teoria, vera anima del suo lavoro. La relazione con il passato, con la tradizione nei suoi progetti è sempre oggetto di una radicale rifondazione diventando l’espressione moderna di un procedimento antico”(1). E questo sottile gioco di continuità e rottura per Polesello è manifesto in ogni suo disegno nell’inscindibile binomio tra dimensione architettonica e urbana. Il ruolo dell’architetto all’interno della città è infatti quello di capire, di “cogliere un principio ordinatore”(2) che dalla città antica nasce e alla città moderna ritorna attraverso la riformulazione di nuovi spazi. Questo è l’unico vero criterio che distingue la città consolidata dalla città in espansione, dalla città del limite. Così in uno degli ultimi progetti, il casello di Padova est, le architetture di Polesello divengono sequenze ritmiche che scandiscono il territorio e ne determinano le distanze nell’assoluta necessità di restituire misura ad una periferia priva di forma. Nella città antica ciò è un atto dovuto, poiché essa non può prescindere dalla regola generatrice da cui deriva. Di più, la città antica si struttura sulla giustapposizione di più principi ordinatori e sulle variazioni a tali principi, “il caso, l’accidente è possibile nell’ordine della potenza”(3).Da qui il potere trasformatore dell’architettura come fatto urbano e la necessità di esprimere un nuovo linguaggio tanto moderno quanto indissolubilmente legato alla memoria. Le opere di Polesello, sublimando il concetto di doppio, esprimono nella loro statica presenza sempre la forte tensione che tiene insieme più parti, pur contrapponendole. 1. Tomaso Monesteroli, Intervista a Gianugo Polesello ne “La logica delle Memoria” Maggioli editore, Milano 2010. p.92 2. Tomaso Monesteroli, Intervista a Gianugo Polesello ne “La logica delle Memoria” Maggioli editore, Milano 2010. p.130 3. Gundula Rakowitz, Gianugo Polesello Maestro dell’indecifrabile. Auto-ritratti veneziani in Giornale IUAV 114, numero a cura di Gundula Rakowitz, Venezia: Grafiche Veneziane 2012File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Fiorelli_Polesello-architettura_2018.pdf
solo gestori archivio
Note: copertina, frontespizio, indice, articolo, retro di copertina
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
628.9 kB
Formato
Adobe PDF
|
628.9 kB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.