Presento una riflessione sulle forme e sulle funzioni della dimensione spaziale nella scrittura di Luce d’Eramo, in particolare nel romanzo “Partiranno” (1986): «il libro che mi ha dato più spazio mentale», nelle parole dell’autrice. L’ambientazione urbana si esprime in questo romanzo con una scelta meticolosa di luoghi e percorsi romani e si intreccia con la scoperta dei territori degli alieni. Nel linguaggio si incontrano le due diverse prospettive spazio-temporali, umana e aliena. Sapienti invenzioni neologiche tentano di accorciare le distanze, permettono di penetrare mondi e realtà sconosciute. La ristrutturazione dei legami semantici in accostamenti lessicali inediti, comporta un naturale spiazzamento nel lettore, in bilico tra realtà e fantasia, tra noto e ignoto, frequenti le metafore dello spazio e sullo spazio. Si è parlato, a questo proposito, di una “estetica dell’ignoto”; l’esplorazione dell’altro è «sconfinare dalla durezza umana» (per Luce d’Eramo) e ritrovare una umanità più vera. La scrittura si muove tra spostamenti e spiazzamenti, rappresentazioni di luoghi reali e utopie di spazi mentali, in una continua ricerca di equilibrio tra (iper)realismo e ironia, oggettività e poesia.
“Sconfinare dalla durezza umana”. Lo spazio nella scrittura di Luce d’Eramo / Cantoni, Paola. - (2020), pp. 95-107. - CIVILTÀ ITALIANA. NUOVA SERIE.
“Sconfinare dalla durezza umana”. Lo spazio nella scrittura di Luce d’Eramo
Cantoni, Paola
2020
Abstract
Presento una riflessione sulle forme e sulle funzioni della dimensione spaziale nella scrittura di Luce d’Eramo, in particolare nel romanzo “Partiranno” (1986): «il libro che mi ha dato più spazio mentale», nelle parole dell’autrice. L’ambientazione urbana si esprime in questo romanzo con una scelta meticolosa di luoghi e percorsi romani e si intreccia con la scoperta dei territori degli alieni. Nel linguaggio si incontrano le due diverse prospettive spazio-temporali, umana e aliena. Sapienti invenzioni neologiche tentano di accorciare le distanze, permettono di penetrare mondi e realtà sconosciute. La ristrutturazione dei legami semantici in accostamenti lessicali inediti, comporta un naturale spiazzamento nel lettore, in bilico tra realtà e fantasia, tra noto e ignoto, frequenti le metafore dello spazio e sullo spazio. Si è parlato, a questo proposito, di una “estetica dell’ignoto”; l’esplorazione dell’altro è «sconfinare dalla durezza umana» (per Luce d’Eramo) e ritrovare una umanità più vera. La scrittura si muove tra spostamenti e spiazzamenti, rappresentazioni di luoghi reali e utopie di spazi mentali, in una continua ricerca di equilibrio tra (iper)realismo e ironia, oggettività e poesia.File | Dimensione | Formato | |
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