L’obiettivo del presente contributo è quello di approfondire il binomio tra donne straniere e fecondità. L’analisi verrà svolta sia in un’ottica longitudinale (dal 2008 al 2018) sia in un’ottica comparativa che si basa sui diversi modelli locali/territoriali di inserimento degli stranieri, così delineati dal sociologo Maurizio Ambrosini. A tal fine, il contributo esamina i dati a livello provinciale di alcune specifiche città italiane che si identificano, rispettivamente, nella definizione del modello di industria diffusa (Verona), del modello metropolitano (Roma) e del modello delle attività instabili/precarie/irregolari (Palermo). Alla base del presente studio vi è, infatti, l’idea che le migranti non sono avulse nei loro comportamenti e atteggiamenti dal contesto migratorio con il quale interagiscono in termini di limitazioni e/o opportunità e che, dunque, per questo motivo, soffrono, anch’esse, e alla pari delle donne italiane, della difficoltà di conciliare la sfera lavorativa con quella familiare. Al fine di raggiungere gli obiettivi preposti, si procederà con l’analisi secondaria dei dati provenienti dall’Istat - Istituto Nazionale di Statistica e relativi a due precisi indicatori, quali il tasso di fecondità totale per cittadinanza della madre e l’età media delle madri al parto.
Modelli territoriali e immigrazione. Analisi del binomio donne straniere e fecondità / D'Ambrosio, Gabriella; Pastori, Veronica. - (2020), pp. 297-302.
Modelli territoriali e immigrazione. Analisi del binomio donne straniere e fecondità
Gabriella D'Ambrosio;Veronica Pastori
2020
Abstract
L’obiettivo del presente contributo è quello di approfondire il binomio tra donne straniere e fecondità. L’analisi verrà svolta sia in un’ottica longitudinale (dal 2008 al 2018) sia in un’ottica comparativa che si basa sui diversi modelli locali/territoriali di inserimento degli stranieri, così delineati dal sociologo Maurizio Ambrosini. A tal fine, il contributo esamina i dati a livello provinciale di alcune specifiche città italiane che si identificano, rispettivamente, nella definizione del modello di industria diffusa (Verona), del modello metropolitano (Roma) e del modello delle attività instabili/precarie/irregolari (Palermo). Alla base del presente studio vi è, infatti, l’idea che le migranti non sono avulse nei loro comportamenti e atteggiamenti dal contesto migratorio con il quale interagiscono in termini di limitazioni e/o opportunità e che, dunque, per questo motivo, soffrono, anch’esse, e alla pari delle donne italiane, della difficoltà di conciliare la sfera lavorativa con quella familiare. Al fine di raggiungere gli obiettivi preposti, si procederà con l’analisi secondaria dei dati provenienti dall’Istat - Istituto Nazionale di Statistica e relativi a due precisi indicatori, quali il tasso di fecondità totale per cittadinanza della madre e l’età media delle madri al parto.File | Dimensione | Formato | |
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