In Italia l’idea di urbanistica è emersa e si è poi imposta nei tempi moderni come arte di pianificare lo sviluppo fisico delle comunità urbane (Adams 2006). Questo si è tradotto spesso nel correggere gli squilibri conseguenti alle trasformazioni economiche e sociali, prodotte da vari fattori connessi alla rivoluzione industriale, attraverso un insieme di regole miranti a dare ordine e a fornire una cornice normativa alle trasformazioni possibili urbane e territoriali. Il forte contenuto politico e sociale della disciplina e le finalità insite nel processo di pianificazione lo hanno collegato strettamente ad altre discipline - come la sociologia, l’economia, la difesa del suolo, la politica, etc. - più che non direttamente con l’architettura. In un momento di forti modificazioni degli assetti fisici e strumentali è necessario oggi riaffermare con forza il valore del progetto dell’urbanistica come strumento per configurare nuovi assetti urbani e territoriali caratterizzati da contesti operativi di forte complessità, da una considerevole frammentazione delle domande cui gli interventi devono rispondere e da una forte articolazione delle tipologie di intervento. D’altra parte una riflessione sugli aspetti principali della disciplina vuole dire obbligatoriamente confrontarsi con un apparato strumentale nell'ottica del valutare la capacità dei piani stessi di produrre, direttamente o indirettamente, effetti sull'organizzazione e sulla formalizzazione del territorio e della città. In che modo allora il piano può rappresentare ancora uno strumento fondamentale in grado di promuovere politiche e strategie e di indirizzare e coordinare le trasformazioni? La Sezione Urbanistica propone un viaggio nello stato dell’arte della disciplina, nella sua articolazione per strumenti, evidenziando i temi principali, formali e funzionali, e le esperienze in grado di condizionare direttamente il progetto urbanistico e la qualità insediativa. Un secondo viaggio, più trasversale, presenta il passaggio attuale dal modello tradizionale di pianificazione verticale ai nuovi piani riformati, basati sul concetto di sussidiarietà e di concertazione, e le ricadute dell’applicazione di tali strumenti sulla configurazione dello spazio urbano.
Urbanistica: 1. la disciplina urbanistica, 2. Gli strumenti urbanistici, 3. i piani di livello comprensoriale, 4. il piano comunale, 5. dal Piano Regolatore al Piano Riformato, 6. il piano attuativo, 7. la struttura funzionale della città e il suo dimensionamento, 8. il progetto dello spazio urbano / Imbesi, Paola Nicoletta. - (2017), pp. 121-165.
Urbanistica: 1. la disciplina urbanistica, 2. Gli strumenti urbanistici, 3. i piani di livello comprensoriale, 4. il piano comunale, 5. dal Piano Regolatore al Piano Riformato, 6. il piano attuativo, 7. la struttura funzionale della città e il suo dimensionamento, 8. il progetto dello spazio urbano
Paola Imbesi
Primo
2017
Abstract
In Italia l’idea di urbanistica è emersa e si è poi imposta nei tempi moderni come arte di pianificare lo sviluppo fisico delle comunità urbane (Adams 2006). Questo si è tradotto spesso nel correggere gli squilibri conseguenti alle trasformazioni economiche e sociali, prodotte da vari fattori connessi alla rivoluzione industriale, attraverso un insieme di regole miranti a dare ordine e a fornire una cornice normativa alle trasformazioni possibili urbane e territoriali. Il forte contenuto politico e sociale della disciplina e le finalità insite nel processo di pianificazione lo hanno collegato strettamente ad altre discipline - come la sociologia, l’economia, la difesa del suolo, la politica, etc. - più che non direttamente con l’architettura. In un momento di forti modificazioni degli assetti fisici e strumentali è necessario oggi riaffermare con forza il valore del progetto dell’urbanistica come strumento per configurare nuovi assetti urbani e territoriali caratterizzati da contesti operativi di forte complessità, da una considerevole frammentazione delle domande cui gli interventi devono rispondere e da una forte articolazione delle tipologie di intervento. D’altra parte una riflessione sugli aspetti principali della disciplina vuole dire obbligatoriamente confrontarsi con un apparato strumentale nell'ottica del valutare la capacità dei piani stessi di produrre, direttamente o indirettamente, effetti sull'organizzazione e sulla formalizzazione del territorio e della città. In che modo allora il piano può rappresentare ancora uno strumento fondamentale in grado di promuovere politiche e strategie e di indirizzare e coordinare le trasformazioni? La Sezione Urbanistica propone un viaggio nello stato dell’arte della disciplina, nella sua articolazione per strumenti, evidenziando i temi principali, formali e funzionali, e le esperienze in grado di condizionare direttamente il progetto urbanistico e la qualità insediativa. Un secondo viaggio, più trasversale, presenta il passaggio attuale dal modello tradizionale di pianificazione verticale ai nuovi piani riformati, basati sul concetto di sussidiarietà e di concertazione, e le ricadute dell’applicazione di tali strumenti sulla configurazione dello spazio urbano.File | Dimensione | Formato | |
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