Mezzo secolo fa, Frank Kermode, in The Sense of an Ending, s’interrogava sul finale narrativo e sulla sua capacità di ricreare quella “fittizia armonia tra inizio e fine” che compensa la precarietà esistenziale di individui “che nascono e muoiono sempre in medias res”. Se le trame del modernismo tendevano già ad aprirsi all’incompiuto, rinviando a un imprecisato “fuori del testo” e consegnandoci un senso dai contorni sfumati, che cosa è successo ancora dopo, soprattutto all’indomani di Auschwitz e Hiroshima, quando ha iniziato ad apparire come ingenua la stessa pretesa di un senso? La sezione monografica di Sigma esplora le possibilità di senso del finale narrativo, ma anche la costruzione seriale o ciclica delle narrazioni, l’autofiction, e la diffusione capillare di riproposizioni dell’apocalisse che tanto caratterizzano e modellizzano le arti contemporanee. Cosa ci racconta infatti tale complessa morfologia del rapporto della finzione contemporanea con il senso della fine? Quale valore detiene il finale nell’ibridazione delle forme di rappresentazione, comunicazione, produzione artistica che caratterizzano la contemporaneità? Si è forse ulteriormente degradato il suo potere “armonico”? Si sono ristabilite forme mitiche di corrispondenza tra inizio e fine? Oppure la fine come tema (la violenza gratuita, la degradazione morale, la morte senza trauma, i disastri ambientali, i contagi di massa) ha rimpiazzato la costruzione di un finale pieno, compiuto, capace di dare senso a ciò che conclude?

Il senso della fine nelle narrazioni contemporanee / Gallo, Carmen. - In: SIGMA. - ISSN 2611-3309. - (2017), pp. 13-265. [10.6093/2611-3309/2017/1]

Il senso della fine nelle narrazioni contemporanee

Carmen Gallo
2017

Abstract

Mezzo secolo fa, Frank Kermode, in The Sense of an Ending, s’interrogava sul finale narrativo e sulla sua capacità di ricreare quella “fittizia armonia tra inizio e fine” che compensa la precarietà esistenziale di individui “che nascono e muoiono sempre in medias res”. Se le trame del modernismo tendevano già ad aprirsi all’incompiuto, rinviando a un imprecisato “fuori del testo” e consegnandoci un senso dai contorni sfumati, che cosa è successo ancora dopo, soprattutto all’indomani di Auschwitz e Hiroshima, quando ha iniziato ad apparire come ingenua la stessa pretesa di un senso? La sezione monografica di Sigma esplora le possibilità di senso del finale narrativo, ma anche la costruzione seriale o ciclica delle narrazioni, l’autofiction, e la diffusione capillare di riproposizioni dell’apocalisse che tanto caratterizzano e modellizzano le arti contemporanee. Cosa ci racconta infatti tale complessa morfologia del rapporto della finzione contemporanea con il senso della fine? Quale valore detiene il finale nell’ibridazione delle forme di rappresentazione, comunicazione, produzione artistica che caratterizzano la contemporaneità? Si è forse ulteriormente degradato il suo potere “armonico”? Si sono ristabilite forme mitiche di corrispondenza tra inizio e fine? Oppure la fine come tema (la violenza gratuita, la degradazione morale, la morte senza trauma, i disastri ambientali, i contagi di massa) ha rimpiazzato la costruzione di un finale pieno, compiuto, capace di dare senso a ciò che conclude?
2017
Kermode finale fine serialità apocalisse
Gallo, Carmen
06 Curatela::06a Curatela
Il senso della fine nelle narrazioni contemporanee / Gallo, Carmen. - In: SIGMA. - ISSN 2611-3309. - (2017), pp. 13-265. [10.6093/2611-3309/2017/1]
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