Negli ultimi anni, si è assistito ad una crescita esponenziale della produzione di dati, accompagnata da una notevole riduzione dei costi per la loro gestione ed archiviazione. Le moderne tecnologie riescono ad entrare e ad essere parte integrante di tutti gli aspetti della nostra vita digitale, creando un nostro doppio digitalizzato. Tutto ciò, è possibile grazie alla comunicazione mediata dal computer (Addeo, 2016): le persone utilizzano quotidianamente blog, social network, chat ed altri canali online per esprimere identità, condividere informazioni, idee, valori, costruire reti di relazioni e conoscenza (Hallett e Barber, 2014; Garcia et al., 2009; Kozinets, 2010, 2002; Mann and Stewart, 2000). La nostra vita sociale risulta letteralmente invasa da Internet, tanto da rendere difficile la distinzione tra «vita online» e «vita offline» (Pink, 2008). A causa di questi cambiamenti, lo scienziato sociale è chiamato ad includere questo nuovo tipo di conoscenza che si forma online all’interno dei suoi studi. In questo contesto, Internet, non è più inteso soltanto come un «oggetto» da studiare, bensì come uno «strumento», che i sociologi possono e devono utilizzare per studiare queste nuove fonti di informazioni a disposizione sul Web. Si crea così un contesto di forte interdisciplina fatto di sociologia, informatica, statistica, ma non solo, anche di economica, demografia e comunicazione; insomma tutte le discipline che in qualche modo si interrogano sul comportamento umano, oggi, hanno un territorio comune nel quale incontrarsi: Il mondo digitale. L’innovazione principale per tutte le scienze sociali è la digitalizzazione stessa; l’opportunità di estrarre ed analizzare una quantità di dati sempre più grande, che siano questi Open o Big Data, dà l’opportunità allo studioso di poter interagire grazie ad uno schermo con il mondo intero. A partire dal 2004, la capillare diffusione dei social media ha reso sempre più palese l’inadeguatezza di una concezione obsoleta del Web in quanto mero teatro di identità fittizie e comportamenti devianti, ma per la prima volta si ci ritrova ad avere tanti dati a disposizione quante sono le azioni che gli utenti possono compiere online (Jurgenson, 2012). Digital Life, Identità Algoritmica, Digital Footprint, Digital Shadow, sono solo alcune delle definizioni che racchiudono l’attività umana del XXI secolo; queste sono spesso accompagnate dalla più comune locuzione «Big Data» . Sonia Stefanizzi (2016) partendo da un lavoro di Kitchin (2014) parla di nuovo paradigma scientifico e pone l’attenzione in maniera particolare sulla potenza degli algoritmi e dei computer, definendo il Web come il contesto del nuovo paradigma della ricerca sociale. Negli ultimi anni (2014-2019) i contributi pubblicati nel campo della Big Social Data sono aumentati del 40% circa (Scopus, 2019) e l’interesse verso questo nuovo campo interdisciplinare ha portato alla nascita di nuovi Corsi di Laurea, Master e Dottorati di Ricerca. Per i motivi di cui sopra, il presente contributo vuole ricostruire lo sviluppo del fenomeno Big Data all’interno delle Scienze Sociali – ed in particolare in Sociologia-, capire in che modo l’introduzione dell’analisi dei BD, impatta, modifica e ridefinisce i confini della comunità scientifica; ma anche quello di ricostruire una mappatura in termini di autori, pubblicazioni, centri di ricerca e reti di relazioni. Per ricostruire la mappatura appena descritta, lo studio si avvale dell’analisi dei metadati delle principali pubblicazioni scientifiche in termini di BD e, più nello specifico, dell’analisi lessicometrica delle KeyWords utilizzate all’interno dei contributi, al fine di estrapolare ambiti di applicazione, temi più rilevanti e strategie adottate confrontandone l’utilizzo tra la sociologia e le altre discipline delle scienze sociali.

Trent’ anni di World Wide Web: Implicazioni, riscontri empirici e utilizzo dei Big Data nelle Scienze Sociali / Cavagnuolo, Michela. - (2020). (Intervento presentato al convegno Cervello, Valutazione e Algoritmo: La metodologia nell’evoluzione del dialogo interdisciplinare Napoli, 23-25 gennaio 2020 tenutosi a Napoli).

Trent’ anni di World Wide Web: Implicazioni, riscontri empirici e utilizzo dei Big Data nelle Scienze Sociali

michela cavagnuolo
2020

Abstract

Negli ultimi anni, si è assistito ad una crescita esponenziale della produzione di dati, accompagnata da una notevole riduzione dei costi per la loro gestione ed archiviazione. Le moderne tecnologie riescono ad entrare e ad essere parte integrante di tutti gli aspetti della nostra vita digitale, creando un nostro doppio digitalizzato. Tutto ciò, è possibile grazie alla comunicazione mediata dal computer (Addeo, 2016): le persone utilizzano quotidianamente blog, social network, chat ed altri canali online per esprimere identità, condividere informazioni, idee, valori, costruire reti di relazioni e conoscenza (Hallett e Barber, 2014; Garcia et al., 2009; Kozinets, 2010, 2002; Mann and Stewart, 2000). La nostra vita sociale risulta letteralmente invasa da Internet, tanto da rendere difficile la distinzione tra «vita online» e «vita offline» (Pink, 2008). A causa di questi cambiamenti, lo scienziato sociale è chiamato ad includere questo nuovo tipo di conoscenza che si forma online all’interno dei suoi studi. In questo contesto, Internet, non è più inteso soltanto come un «oggetto» da studiare, bensì come uno «strumento», che i sociologi possono e devono utilizzare per studiare queste nuove fonti di informazioni a disposizione sul Web. Si crea così un contesto di forte interdisciplina fatto di sociologia, informatica, statistica, ma non solo, anche di economica, demografia e comunicazione; insomma tutte le discipline che in qualche modo si interrogano sul comportamento umano, oggi, hanno un territorio comune nel quale incontrarsi: Il mondo digitale. L’innovazione principale per tutte le scienze sociali è la digitalizzazione stessa; l’opportunità di estrarre ed analizzare una quantità di dati sempre più grande, che siano questi Open o Big Data, dà l’opportunità allo studioso di poter interagire grazie ad uno schermo con il mondo intero. A partire dal 2004, la capillare diffusione dei social media ha reso sempre più palese l’inadeguatezza di una concezione obsoleta del Web in quanto mero teatro di identità fittizie e comportamenti devianti, ma per la prima volta si ci ritrova ad avere tanti dati a disposizione quante sono le azioni che gli utenti possono compiere online (Jurgenson, 2012). Digital Life, Identità Algoritmica, Digital Footprint, Digital Shadow, sono solo alcune delle definizioni che racchiudono l’attività umana del XXI secolo; queste sono spesso accompagnate dalla più comune locuzione «Big Data» . Sonia Stefanizzi (2016) partendo da un lavoro di Kitchin (2014) parla di nuovo paradigma scientifico e pone l’attenzione in maniera particolare sulla potenza degli algoritmi e dei computer, definendo il Web come il contesto del nuovo paradigma della ricerca sociale. Negli ultimi anni (2014-2019) i contributi pubblicati nel campo della Big Social Data sono aumentati del 40% circa (Scopus, 2019) e l’interesse verso questo nuovo campo interdisciplinare ha portato alla nascita di nuovi Corsi di Laurea, Master e Dottorati di Ricerca. Per i motivi di cui sopra, il presente contributo vuole ricostruire lo sviluppo del fenomeno Big Data all’interno delle Scienze Sociali – ed in particolare in Sociologia-, capire in che modo l’introduzione dell’analisi dei BD, impatta, modifica e ridefinisce i confini della comunità scientifica; ma anche quello di ricostruire una mappatura in termini di autori, pubblicazioni, centri di ricerca e reti di relazioni. Per ricostruire la mappatura appena descritta, lo studio si avvale dell’analisi dei metadati delle principali pubblicazioni scientifiche in termini di BD e, più nello specifico, dell’analisi lessicometrica delle KeyWords utilizzate all’interno dei contributi, al fine di estrapolare ambiti di applicazione, temi più rilevanti e strategie adottate confrontandone l’utilizzo tra la sociologia e le altre discipline delle scienze sociali.
2020
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1414085
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