Gli ultimi capoversi del Manifesto del Partito Comunista, redatto dai non ancora trentenni Marx ed Engels, sono dedicati alla determinazione del profilo politico che avrebbe dovuto caratterizzare l’agire dei comunisti: il rovesciamento violento di ogni ordinamento sociale fino ad allora esistente. Precipitato ovvio di una messa in rilievo del problema della proprietà, «questione centrale del movimento », questione che si pone come proiezione dell’osceno corto circuito che impedisce alla «ricchezza delle nazioni» di diventare ricchezza sociale. Il manifesto sfocia, così, nella nitida qualificazione del tema della liberazione di un vecchio mondo per la creazione di un nuovo mondo, come ben descritto nei lavori di Karl Reitter,82 che ne lega la genealogia direttamente alla necessità, posta dal Manifesto, della creazione di un antagonismo di classe («unitevi!»). La scrittura del Manifesto debellava con lucida profondità il tranello liberale, che recintava nel campo dell’economico i problemi schiettamente politici posti da uno sfruttamento indecoroso del proletariato impedendo, come osserva Marx nel 1843, che la causa della miseria di massa potesse essere ascritta «parte alla natura, che è indipendente dagli uomini, parte alla vita privata, che è indipendente dall’amministrazione, parte ai casi accidentali che non dipendono da nessuno».
Nota a "violenza" in manifesto del partito comunista, edizione ponte alle grazie / Ferrara, Giovanna; Martino, Nicola. - (2018), pp. 138-140.
Nota a "violenza" in manifesto del partito comunista, edizione ponte alle grazie
Giovanna Ferrara;
2018
Abstract
Gli ultimi capoversi del Manifesto del Partito Comunista, redatto dai non ancora trentenni Marx ed Engels, sono dedicati alla determinazione del profilo politico che avrebbe dovuto caratterizzare l’agire dei comunisti: il rovesciamento violento di ogni ordinamento sociale fino ad allora esistente. Precipitato ovvio di una messa in rilievo del problema della proprietà, «questione centrale del movimento », questione che si pone come proiezione dell’osceno corto circuito che impedisce alla «ricchezza delle nazioni» di diventare ricchezza sociale. Il manifesto sfocia, così, nella nitida qualificazione del tema della liberazione di un vecchio mondo per la creazione di un nuovo mondo, come ben descritto nei lavori di Karl Reitter,82 che ne lega la genealogia direttamente alla necessità, posta dal Manifesto, della creazione di un antagonismo di classe («unitevi!»). La scrittura del Manifesto debellava con lucida profondità il tranello liberale, che recintava nel campo dell’economico i problemi schiettamente politici posti da uno sfruttamento indecoroso del proletariato impedendo, come osserva Marx nel 1843, che la causa della miseria di massa potesse essere ascritta «parte alla natura, che è indipendente dagli uomini, parte alla vita privata, che è indipendente dall’amministrazione, parte ai casi accidentali che non dipendono da nessuno».File | Dimensione | Formato | |
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