«Musica, parlato, azione, scena, film. Teatro lirico con film». Scene del potere di Domenico Guaccero

Scene del potere, opera scenico-musicale di Domenico Guaccero, in tre parti, delle quali la seconda vide la luce prima delle altre, debuttò al teatro delle Arti di Roma il 26 aprile 1965. La presente indagine si propone i seguenti intenti: esaminare l’insieme dei materiali preparatori e di messa a punto testuale e scenico-drammaturgica che condussero dall’abbozzo provvisoriamente intitolato Il potere all’azione scenica del 1965 Scene del potere; mostrare come la materia costitutiva della prima versione proliferò e tracimò nel lavoro in tre parti che andò in scena il 30 dicembre 1968 al teatro Biondo di Palermo; evidenziare quanto gli elementi fondanti dell’opera (musica, parlato, azione, scena, film), nel passaggio da una fase all’altra del lavoro, risposero sempre più pariteticamente alle esigenze poste dal montaggio sinottico-testuale, volto a far correre parallelamente il processo d’indagine sul potere col tentativo di attivare la partecipazione degli spettatori. Si accennerà infine a Scene del potere in relazione al contesto più ampio dell’avanguardia teatrale italiana degli anni Sessanta: date le caratteristiche peculiari di un progetto in cui la musica si pone come “uno dei” pilastri drammaturgici (ma non primario centro propulsore), è necessario avvicinarlo, oltre che alle esperienze musicali coeve, alle pratiche teatrali di quel decennio, soprattutto romane. Quella stagione mise a fuoco la destrutturazione del linguaggio e della parola, l’incontro tra la tradizione popolare e le avanguardie storiche, la frammentazione e la ricomposizione geometrica dello spazio-tempo dell’evento teatrale, lo stretto rapporto con le creazioni audiovisive, la compresenza di specializzazione e “de-specializzazione”, la volontà di trasformare il pubblico da spettatore passivo in partecipante all’azione: elementi – di una pratica tanto ambiziosa quanto rischiosa – costitutivi di Scene del potere.