In un villaggio del Burkina Faso in Africa Occidentale, le zanzariere da letto impregnate di insetticida (LLINs) proteggono dalle punture delle zanzare anofele ma non dalla trasmissione di malaria. Questo risultato, ottenuto dallo studio proposto nel presente articolo, pone le basi per comprendere alcuni aspetti della ridotta efficacia delle LLINs nel contenimento della malattia in alcuni paesi dell’Africa subshariana. La malaria è una malattia infettiva causata dal parassita del genere Plasmodium ed è trasmessa all’uomo tramite punture di zanzare del genere Anopheles, le quali acquisiscono il parassita attraverso suzione di sangue umano infetto. Solamente nel 2017 sono stati registrati 435.000 decessi e 219 milioni di nuovi casi, l’88% dei quali in Africa Sub-sahariana. In assenza di un vaccino altamente efficace, le LLINs sono considerate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come metodo elettivo per ridurre e, auspicabilmente eliminare, la trasmissione di malaria nei paesi tropicali. Esse esercitano una protezione individuale inibendo fisicamente il contatto uomo-zanzara e una protezione collettiva umana grazie all’attività repellente/letale dell’insetticida. Sebbene si stimi che in 15 anni le LLINs abbiano prevenuto il 68% dei casi di malaria in Africa, la loro efficacia risulta disomogenea e in alcuni paesi africani (es: Burkina Faso) l’incidenza annuale della malattia e i tassi di infezione delle zanzare anofele rimangono ancora molto elevati. L’articolo proposto riporta un’indagine entomologica condotta nel villaggio rurale di Goden in Burkina Faso a un anno dall’ introduzione delle LLINs e nasce dalla solida collaborazione tra il gruppo di Entomologia Medica del DSPMI della Sapienza e il “Centre National de Recherche et de Formation sur le Paludisme” di Ouagadougou. I risultati evidenziano che sebbene i tassi di puntura su uomo (misurati analizzando il pasto di sangue ingerito dalle zanzare) siano molto bassi rispetto a quanto noto in assenza di LLINs, tuttavia la percentuale di infettività delle zanzare (misurata ricercando il parassita malarico all’interno delle zanzare) rimane inaspettatamente elevata. Ciò significa che, in un anno di utilizzo, le LLINs hanno ridotto il contatto tra l’uomo e il vettore di malaria, senza però che l’effetto insetticida abbia giovato alla protezione collettiva umana. Il contributo della Dott.ssa Perugini al presente lavoro si è concretizzato nell’esecuzione di tutte le analisi molecolari, nell’interpretazione dei dati ottenuti e nella partecipazione alla stesura dell’articolo in collaborazione con i co-autori. Il gruppo di ricerca e la Dott.ssa Perugini sono impegnati in ulteriori studi per consentire una migliore comprensione del fenomeno.

PREMIO GIOVANI DSPMI 2019 / Perugini, Eleonora. - (2019).

PREMIO GIOVANI DSPMI 2019

Eleonora Perugini
2019

Abstract

In un villaggio del Burkina Faso in Africa Occidentale, le zanzariere da letto impregnate di insetticida (LLINs) proteggono dalle punture delle zanzare anofele ma non dalla trasmissione di malaria. Questo risultato, ottenuto dallo studio proposto nel presente articolo, pone le basi per comprendere alcuni aspetti della ridotta efficacia delle LLINs nel contenimento della malattia in alcuni paesi dell’Africa subshariana. La malaria è una malattia infettiva causata dal parassita del genere Plasmodium ed è trasmessa all’uomo tramite punture di zanzare del genere Anopheles, le quali acquisiscono il parassita attraverso suzione di sangue umano infetto. Solamente nel 2017 sono stati registrati 435.000 decessi e 219 milioni di nuovi casi, l’88% dei quali in Africa Sub-sahariana. In assenza di un vaccino altamente efficace, le LLINs sono considerate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come metodo elettivo per ridurre e, auspicabilmente eliminare, la trasmissione di malaria nei paesi tropicali. Esse esercitano una protezione individuale inibendo fisicamente il contatto uomo-zanzara e una protezione collettiva umana grazie all’attività repellente/letale dell’insetticida. Sebbene si stimi che in 15 anni le LLINs abbiano prevenuto il 68% dei casi di malaria in Africa, la loro efficacia risulta disomogenea e in alcuni paesi africani (es: Burkina Faso) l’incidenza annuale della malattia e i tassi di infezione delle zanzare anofele rimangono ancora molto elevati. L’articolo proposto riporta un’indagine entomologica condotta nel villaggio rurale di Goden in Burkina Faso a un anno dall’ introduzione delle LLINs e nasce dalla solida collaborazione tra il gruppo di Entomologia Medica del DSPMI della Sapienza e il “Centre National de Recherche et de Formation sur le Paludisme” di Ouagadougou. I risultati evidenziano che sebbene i tassi di puntura su uomo (misurati analizzando il pasto di sangue ingerito dalle zanzare) siano molto bassi rispetto a quanto noto in assenza di LLINs, tuttavia la percentuale di infettività delle zanzare (misurata ricercando il parassita malarico all’interno delle zanzare) rimane inaspettatamente elevata. Ciò significa che, in un anno di utilizzo, le LLINs hanno ridotto il contatto tra l’uomo e il vettore di malaria, senza però che l’effetto insetticida abbia giovato alla protezione collettiva umana. Il contributo della Dott.ssa Perugini al presente lavoro si è concretizzato nell’esecuzione di tutte le analisi molecolari, nell’interpretazione dei dati ottenuti e nella partecipazione alla stesura dell’articolo in collaborazione con i co-autori. Il gruppo di ricerca e la Dott.ssa Perugini sono impegnati in ulteriori studi per consentire una migliore comprensione del fenomeno.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1403802
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