In Africa, così come in Occidente, i programmi di vaccinazione non solo costituiscono le armi più potenti dell’arsenale politico della sanità pubblica, ma anche l’essenza stessa della strategia dell’immunizzazione, da intendersi come espressione del controllo e del governo della popolazione, mimetizzata nell’urgenza di eradicare malattie prevedibili e prevenibili. In Etiopia, lo Stato ha messo in atto varie strategie di accettazione, controllo e verifica delle vaccinazioni attraverso forme molteplici di coordinamento dei diversi attori impegnati sul territorio, assumendo una sorta di principio di sussidiarietà che il più delle volte si attua come sistema di persuasione e di controllo “panoptico” della popolazione, teso a creare un’accentazione sistematica e inconsapevole del vaccino. Per conseguire tale scopo, vengono messi in atto interventi nei vari campi delle risorse morali, culturali ed economiche del Paese, attraverso la mobilitazione delle operatrici sanitarie di base - le Health Extension Workers (HEW) - e alla collaborazione di volontarie - le Women Development Army (WDA) - che insieme danno vita ad un lavoro capillare di “reclutamento al vaccino”. Le trasformazioni introdotte dall’uso metodico e acritico dell’antigene si manifestano nella riplasmazione delle categorie di “rischio”, “natura” e “persona”, palesando come “l’identità” e “l’alterità” debbano essere intese non come realtà statiche, date una volta per tutte, ma come processualità dinamiche in divenire. Tuttavia, l’esplorazione delle diverse razionalità in rapporto all’attribuzione di senso che investe la prassi immunizzante - che ne orientano l’uso sociale, l’interpretazione e la denominazione - ha mostrato che, se da un lato i networks costituiscono lo strumento privilegiato dagli apparati di potere per il controllo epidemico e sociale e che il loro lavoro è funzionale alle relazioni di sorveglianza, paradossalmente la loro funzione sta creando un nuovo spazio di partecipazione, resistenza e contro-potere.
Immunizzare la critica per vaccinare il corpo. Politiche e pratiche del vaccino tra persuasione e controllo a Mekelle (Etiopia) / Santullo, Corinna. - (2020).
Immunizzare la critica per vaccinare il corpo. Politiche e pratiche del vaccino tra persuasione e controllo a Mekelle (Etiopia)
Santullo, Corinna
2020
Abstract
In Africa, così come in Occidente, i programmi di vaccinazione non solo costituiscono le armi più potenti dell’arsenale politico della sanità pubblica, ma anche l’essenza stessa della strategia dell’immunizzazione, da intendersi come espressione del controllo e del governo della popolazione, mimetizzata nell’urgenza di eradicare malattie prevedibili e prevenibili. In Etiopia, lo Stato ha messo in atto varie strategie di accettazione, controllo e verifica delle vaccinazioni attraverso forme molteplici di coordinamento dei diversi attori impegnati sul territorio, assumendo una sorta di principio di sussidiarietà che il più delle volte si attua come sistema di persuasione e di controllo “panoptico” della popolazione, teso a creare un’accentazione sistematica e inconsapevole del vaccino. Per conseguire tale scopo, vengono messi in atto interventi nei vari campi delle risorse morali, culturali ed economiche del Paese, attraverso la mobilitazione delle operatrici sanitarie di base - le Health Extension Workers (HEW) - e alla collaborazione di volontarie - le Women Development Army (WDA) - che insieme danno vita ad un lavoro capillare di “reclutamento al vaccino”. Le trasformazioni introdotte dall’uso metodico e acritico dell’antigene si manifestano nella riplasmazione delle categorie di “rischio”, “natura” e “persona”, palesando come “l’identità” e “l’alterità” debbano essere intese non come realtà statiche, date una volta per tutte, ma come processualità dinamiche in divenire. Tuttavia, l’esplorazione delle diverse razionalità in rapporto all’attribuzione di senso che investe la prassi immunizzante - che ne orientano l’uso sociale, l’interpretazione e la denominazione - ha mostrato che, se da un lato i networks costituiscono lo strumento privilegiato dagli apparati di potere per il controllo epidemico e sociale e che il loro lavoro è funzionale alle relazioni di sorveglianza, paradossalmente la loro funzione sta creando un nuovo spazio di partecipazione, resistenza e contro-potere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.