La crisi economico-finanziaria e ambientale ha apportato, su scala globale quanto a livello locale, cambiamenti visibili nella gestione dello spazio e nelle traiettorie di sviluppo delle città e dei territori. Da parte delle istituzioni, ma anche della cittadinanza, si assiste ad un rinnovato interesse per le questioni ambientali e alla diffusione di prassi volte all'affermazione di modelli integrati di sostenibilità ambientale, economica, sociale e culturale. Gli elementi contenuti nel paradigma della green city e in quello della green economy sembrano essere intercettati non solo dalle politiche pubbliche attente al recepimento delle direttive internazionali e comunitarie, ma anche da pratiche sperimentali bottom up di rivitalizzazione e di cura delle aree verdi, di recupero degli spazi abbandonati o in disuso, spesso secondo un principio partecipativo di conservazione attiva. Alcune esperienze innescano circuiti condivisi di valorizzazione delle risorse naturali, che vanno dalla promozione del turismo lento ed ecosostenibile all'applicazione di forme di economia collaborativa e circolare. Si tratta di pratiche che delineano i tratti di un modello environmentally friendly e che, dimostrando una forte capacità in termini di inclusione e di sperimentazione delle alternative possibili, instaurano connessioni con le teorie sui commons e contribuiscono a sciogliere antichi nodi sulla questione della salvaguardia delle risorse collettive. Questo contributo si propone di affrontare il tema della progettazione dello spazio pubblico in un’ottica di sostenibilità multifattoriale, partendo dall'analisi di una esperienza di co-programmazione tra enti pubblici e privati che coinvolge la dimensione territoriale regionale del Lazio e che si situa all'interno della cornice semantica sopra descritta. Gli attori sociali protagonisti delle azioni di co-programmazione e co-progettazione, che, a partire dal 2015, hanno preso parte a tavoli tematici con le istituzioni, con l’associazionismo, con i rappresentanti del mondo imprenditoriale, con il settore della formazione e dell’istruzione, sembrano intravedere nelle salvaguardia della qualità della vita - dimensione intesa nel suo senso più ampio - nuove opportunità di sviluppo e produzione, considerando questa componente un “bene comune immateriale da tutelare”.
La progettazione dello spazio pubblico in un’ottica di sostenibilità multidimensionale. Una esperienza di co-programmazione partecipata per la rigenerazione territoriale sostenibile nel Lazio / De Nardis, Silvia. - (2019), pp. 73-82.
La progettazione dello spazio pubblico in un’ottica di sostenibilità multidimensionale. Una esperienza di co-programmazione partecipata per la rigenerazione territoriale sostenibile nel Lazio
De Nardis, Silvia
2019
Abstract
La crisi economico-finanziaria e ambientale ha apportato, su scala globale quanto a livello locale, cambiamenti visibili nella gestione dello spazio e nelle traiettorie di sviluppo delle città e dei territori. Da parte delle istituzioni, ma anche della cittadinanza, si assiste ad un rinnovato interesse per le questioni ambientali e alla diffusione di prassi volte all'affermazione di modelli integrati di sostenibilità ambientale, economica, sociale e culturale. Gli elementi contenuti nel paradigma della green city e in quello della green economy sembrano essere intercettati non solo dalle politiche pubbliche attente al recepimento delle direttive internazionali e comunitarie, ma anche da pratiche sperimentali bottom up di rivitalizzazione e di cura delle aree verdi, di recupero degli spazi abbandonati o in disuso, spesso secondo un principio partecipativo di conservazione attiva. Alcune esperienze innescano circuiti condivisi di valorizzazione delle risorse naturali, che vanno dalla promozione del turismo lento ed ecosostenibile all'applicazione di forme di economia collaborativa e circolare. Si tratta di pratiche che delineano i tratti di un modello environmentally friendly e che, dimostrando una forte capacità in termini di inclusione e di sperimentazione delle alternative possibili, instaurano connessioni con le teorie sui commons e contribuiscono a sciogliere antichi nodi sulla questione della salvaguardia delle risorse collettive. Questo contributo si propone di affrontare il tema della progettazione dello spazio pubblico in un’ottica di sostenibilità multifattoriale, partendo dall'analisi di una esperienza di co-programmazione tra enti pubblici e privati che coinvolge la dimensione territoriale regionale del Lazio e che si situa all'interno della cornice semantica sopra descritta. Gli attori sociali protagonisti delle azioni di co-programmazione e co-progettazione, che, a partire dal 2015, hanno preso parte a tavoli tematici con le istituzioni, con l’associazionismo, con i rappresentanti del mondo imprenditoriale, con il settore della formazione e dell’istruzione, sembrano intravedere nelle salvaguardia della qualità della vita - dimensione intesa nel suo senso più ampio - nuove opportunità di sviluppo e produzione, considerando questa componente un “bene comune immateriale da tutelare”.File | Dimensione | Formato | |
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