Il tema dell’impresa meridionale minore ha da sempre caratterizzato l’attenzione di Gaetano Golinelli come dimostrano alcuni dei suoi più interessanti lavori. Su questi temi, nelle opere di Golinelli, un punto di riferimento fondamentale è stato Saraceno, soprattutto quando sostenne che: “(...) una zona economicamente in ritardo non potrà mai avviare un processo di sviluppo, se appropriati incentivi non vengono introdotti per pareggiare in qualche modo i motivi di vantaggio di cui fruiscono le zone già sviluppate” (Saraceno, 1963); cosicché è necessario intraprendere speciali misure in quanto, qualora queste non fossero “(...) adottate per aumentare la produttività delle sezioni più deboli dell’economia integrata, lo sviluppo di queste sezioni non sarà facilitato e anzi sarà probabilmente ostacolato dalla messa a contatto con l’economia più forte” (Saraceno, 1961). L’intervento pubblico a favore del Mezzogiorno, quindi, è stato autorevolmente proposto quale strumento per giungere all’unificazione economica del paese, e giustificato dalla necessità di investire in aree depresse, rimaste economicamente in ritardo. A sostegno di ciò, Giannessi, nel 1961, riteneva che lo Stato dovesse caricarsi di specifici oneri per favorire un più equilibrato sviluppo tra aree depresse e non. L’assenza di infrastrutture di carattere sociale ed economico, in particolare, andava riequilibrata per mano dello Stato e non per mano dell’impresa, così da salvaguardare le ragioni dell’equilibrio aziendale senza gravare sui relativi bilanci. In quest’ottica, il pensiero di un giovane G.M. Golinelli è pieno di speranza per le potenzialità dell’intervento pubblico di sviluppare l’imprenditorialità e la cultura industriale del Mezzogiorno. Salvo poi pentirsi, a distanza di anni, quanto dichiara di avvertire una “profonda delusione per quella esperienza” (1991, 62). Delusione manifestata, qualche anno prima, anche da Pasquale Saraceno, quando esprime la sua forte delusione per “un processo ancora lontano dal compimento, nonostante siano passati già 120 anni dall’unificazione politica”.
L’impresa minore nel sistema dell’industria meridionale / Esposito De Falco, S.; Quattrociocchi, B.. - (2020), pp. 26-36.
L’impresa minore nel sistema dell’industria meridionale
Esposito De Falco S.;Quattrociocchi B.
2020
Abstract
Il tema dell’impresa meridionale minore ha da sempre caratterizzato l’attenzione di Gaetano Golinelli come dimostrano alcuni dei suoi più interessanti lavori. Su questi temi, nelle opere di Golinelli, un punto di riferimento fondamentale è stato Saraceno, soprattutto quando sostenne che: “(...) una zona economicamente in ritardo non potrà mai avviare un processo di sviluppo, se appropriati incentivi non vengono introdotti per pareggiare in qualche modo i motivi di vantaggio di cui fruiscono le zone già sviluppate” (Saraceno, 1963); cosicché è necessario intraprendere speciali misure in quanto, qualora queste non fossero “(...) adottate per aumentare la produttività delle sezioni più deboli dell’economia integrata, lo sviluppo di queste sezioni non sarà facilitato e anzi sarà probabilmente ostacolato dalla messa a contatto con l’economia più forte” (Saraceno, 1961). L’intervento pubblico a favore del Mezzogiorno, quindi, è stato autorevolmente proposto quale strumento per giungere all’unificazione economica del paese, e giustificato dalla necessità di investire in aree depresse, rimaste economicamente in ritardo. A sostegno di ciò, Giannessi, nel 1961, riteneva che lo Stato dovesse caricarsi di specifici oneri per favorire un più equilibrato sviluppo tra aree depresse e non. L’assenza di infrastrutture di carattere sociale ed economico, in particolare, andava riequilibrata per mano dello Stato e non per mano dell’impresa, così da salvaguardare le ragioni dell’equilibrio aziendale senza gravare sui relativi bilanci. In quest’ottica, il pensiero di un giovane G.M. Golinelli è pieno di speranza per le potenzialità dell’intervento pubblico di sviluppare l’imprenditorialità e la cultura industriale del Mezzogiorno. Salvo poi pentirsi, a distanza di anni, quanto dichiara di avvertire una “profonda delusione per quella esperienza” (1991, 62). Delusione manifestata, qualche anno prima, anche da Pasquale Saraceno, quando esprime la sua forte delusione per “un processo ancora lontano dal compimento, nonostante siano passati già 120 anni dall’unificazione politica”.File | Dimensione | Formato | |
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