Luogo d’incontri per eccellenza, il Mediterraneo basso-medievale fu, anche e soprattutto, un luogo di aspri scontri, che vide potenze quali Genova e Venezia – ma il discorso vale anche per Pisa e la corona catalano-aragonese, per limitare il quadro alle principali potenze marittime europee – condurre una lotta senza quartiere l’una contro l’altra ricorrendo a ogni mezzo, lecito o illecito, per assicurarsi il controllo delle principali rotte di trasporto. Sin dalla fine dell’XI secolo, le due città erano andate stabilendo il proprio predominio commerciale sul Mediterraneo orientale, moltiplicando gl’insediamenti sui litorali più favorevoli alla mercatura. Le loro attenzioni s’erano volte precocemente agli scali levantini; in particolare, all’Egitto e alla costa siro-palestinese, divenuti, dopo l’esperienza crociata, una parte essenziale della loro percezione del mondo. La conquista veneziana di Costantinopoli, nel 1204, rivoluzionò il quadro politico, dando avvio ai primi scontri tra le due marine. A partire dalla metà del secolo, a seguito della cosiddetta “guerra di San Saba”, conclusasi con la cacciata dei Genovesi da Acri, capitale del regno di Gerusalemme, si giunse per la prima volta allo scontro aperto. Da questo momento, Genova e Venezia diverranno protagoniste d’uno scontro secolare, scandito da innumerevoli battaglie navali, partecipando a sorta di Great Game mediterraneo, fatto di equilibri frantumati e capovolti a seconda della convenienza, che si protrarrà – salvo alcune pause, anche consistenti – per oltre un secolo e mezzo. Il volume ricostruisce per la prima volta, dopo le sintesi erudite ottocentesche, l’andamento dei conflitti scoppiati tra le due città, soffermandosi, in particolare, sulle motivazioni, sul contesto così come sull’adozione d’accorgimenti tecnici e nuove strategie belliche volte a sopravanzare l’avversario.
Il Grifo e il Leone. Genova e Venezia in lotta per il Mediterraneo / Musarra, Antonio. - (2020), pp. 1-324.
Il Grifo e il Leone. Genova e Venezia in lotta per il Mediterraneo
Antonio Musarra
2020
Abstract
Luogo d’incontri per eccellenza, il Mediterraneo basso-medievale fu, anche e soprattutto, un luogo di aspri scontri, che vide potenze quali Genova e Venezia – ma il discorso vale anche per Pisa e la corona catalano-aragonese, per limitare il quadro alle principali potenze marittime europee – condurre una lotta senza quartiere l’una contro l’altra ricorrendo a ogni mezzo, lecito o illecito, per assicurarsi il controllo delle principali rotte di trasporto. Sin dalla fine dell’XI secolo, le due città erano andate stabilendo il proprio predominio commerciale sul Mediterraneo orientale, moltiplicando gl’insediamenti sui litorali più favorevoli alla mercatura. Le loro attenzioni s’erano volte precocemente agli scali levantini; in particolare, all’Egitto e alla costa siro-palestinese, divenuti, dopo l’esperienza crociata, una parte essenziale della loro percezione del mondo. La conquista veneziana di Costantinopoli, nel 1204, rivoluzionò il quadro politico, dando avvio ai primi scontri tra le due marine. A partire dalla metà del secolo, a seguito della cosiddetta “guerra di San Saba”, conclusasi con la cacciata dei Genovesi da Acri, capitale del regno di Gerusalemme, si giunse per la prima volta allo scontro aperto. Da questo momento, Genova e Venezia diverranno protagoniste d’uno scontro secolare, scandito da innumerevoli battaglie navali, partecipando a sorta di Great Game mediterraneo, fatto di equilibri frantumati e capovolti a seconda della convenienza, che si protrarrà – salvo alcune pause, anche consistenti – per oltre un secolo e mezzo. Il volume ricostruisce per la prima volta, dopo le sintesi erudite ottocentesche, l’andamento dei conflitti scoppiati tra le due città, soffermandosi, in particolare, sulle motivazioni, sul contesto così come sull’adozione d’accorgimenti tecnici e nuove strategie belliche volte a sopravanzare l’avversario.File | Dimensione | Formato | |
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