La città di Roma rappresenta uno dei comuni agricoli più grandi d’Europa con più di 50.000 ha di aree coltivate al suo interno, il Parco Agricolo di Casal del Marmo situato nel XIX° municipio ha la peculiarità di ricadere all’interno della circonferenza del Grande Raccordo Anulare che abbraccia la città di Roma e ne delimita il nucleo più compatto. Per questa ragione, il Parco, rappresenta oggi una risorsa fondamentale per la sostenibilità e la qualità della vita cittadina che correttamente gestita permette di assolvere alla sua funzione primaria produttiva e a molte altre funzioni ambientali e sociali. La realtà semi-naturale del Parco è delimitata da un tessuto urbano compatto generato dalla presenza di grandi infrastrutture pubbliche che si innestano lungo il perimetro dell’area, come l’Ospedale San Filippo Neri, il grande complesso di Santa Maria della Pietà, l’Istituto Alberghiero, il Carcere Minorile di Casal del Marmo. Una struttura urbana residenziale e commerciale con densità minore caratterizza invece i quartieri di Torresina e Torresina 2, Palmarola e Ottavia. Il Parco nonostante si trovi in stretta connessione e vicinanza al centro di Roma, costituisce una tessera di un mosaico verde molto più ampio, costituito da altre aree verdi protette come la Riserva dell’Insugherata con la quale mantiene una connessione interrotta solo dall’arteria stradale della Via Trionfale, il Parco Regionale Urbano del Pineto, la Riserva Naturale di Monte Mario e la Riserva Naturale della Tenuta dell’Acquafredda. La superficie si estende per circa 400 ha, è caratterizzata da tre grandi sistemi di forra che non sono altro che i prolungamenti minori del reticolo idrografico del fiume Tevere, i quali incidono e si diramano lungo la superficie del Parco da Sud-Ovest a Nord-Est senza generare importanti pendenze. L’area del Parco risulta attualmente suddivisa in proprietà pubblica e privata, la superficie di proprietà pubblica appartiene alla Provincia di Roma e comprende circa 120 ettari di cui gran parte è in concessione all’Azienda Agricola COBRAGOR (Cooperativa Braccianti Agricoli Organizzati) alla quale è concessa con una convenzione a titolo gratuito dal 1978 una superficie di 66 ettari. L’azienda è oggi un esempio di efficienza produttiva agricola e offre servizi agrituristici e didattici. Le aree occupate senza titolo fanno riferimento ai 250 lotti degli “ortisti”, nati in maniera spontanea e con finalità di autosostentamento, si tratta di orti urbani appartenenti alla ormai consolidata categoria degli “ortisti”, piccoli appezzamenti coltivati nel fondo valle pianeggiante e lungo le scarpate dei fossi. Il fondo privato è ripartito invece in numerose proprietà, la Tenuta Massara appartenente oggi agli eredi conta circa 100 ettari, le proprietà di Mancini con 110 ettari e Vittorini 60 ettari e un’ultima parte appartenente all’Unicredit. La carta che segue restituisce una sintesi grafica dello stato attuale del Parco Agricolo di Casal del Marmo, sono ben evidenti i confini e le tre grandi incisioni del bacino idrografico del Tevere marcate dalla copertura arborea ed arbustiva ripariale. La superficie in giallo identifica le coltivazioni che variano dagli impianti di oliveto, ai frutteti, alle colture ortive in pieno campo e al seminativo. Nella legenda della carta sono riportati alcuni simboli che rappresentano l’azienda agricola COBRAGOR, la struttura dell’antica Tenuta Massara e le altre strutture pubbliche di funzione rilevante come L’ospedale San Filippo Neri, il carcere minorile, l’istituto scolastico. I percorsi riportati nella carta, corrispondono alla viabilità interna esistente del Parco Agricolo e alle principali vie di transito presenti nell’area adiacente, la via Trionfale, la ferrovia Roma-Viterbo e l’antica via Francigena, sono inoltre indicati numerosi itinerari ciclabili che percorrono questa zona, nello specifico la ciclabile ad anello che permette di transitare dall’Insugherata a Tormarancia (53 Km), il percorso che unisce il complesso di Santa Maria della Pietà fino a Valle Aurelia e S. Pietro, infine l’itinerario che collega il Parco Agricolo di Casal del Marmo al Parco di Vejo.
Rigenerazione urbana: Il ruolo dell’agricoltura. Accessibilità e collegamenti al Parco Agricolo di Casal del Marmo / Lotfpour, Roodabeh; Mobasheri, Sara; CARONTE VEISZ, Adrienn; Giuliani, Chiara. - (2018).
Rigenerazione urbana: Il ruolo dell’agricoltura. Accessibilità e collegamenti al Parco Agricolo di Casal del Marmo.
Roodabeh Lotfpour;Sara Mobasheri;Adrienn Veisz;Chiara Giuliani
2018
Abstract
La città di Roma rappresenta uno dei comuni agricoli più grandi d’Europa con più di 50.000 ha di aree coltivate al suo interno, il Parco Agricolo di Casal del Marmo situato nel XIX° municipio ha la peculiarità di ricadere all’interno della circonferenza del Grande Raccordo Anulare che abbraccia la città di Roma e ne delimita il nucleo più compatto. Per questa ragione, il Parco, rappresenta oggi una risorsa fondamentale per la sostenibilità e la qualità della vita cittadina che correttamente gestita permette di assolvere alla sua funzione primaria produttiva e a molte altre funzioni ambientali e sociali. La realtà semi-naturale del Parco è delimitata da un tessuto urbano compatto generato dalla presenza di grandi infrastrutture pubbliche che si innestano lungo il perimetro dell’area, come l’Ospedale San Filippo Neri, il grande complesso di Santa Maria della Pietà, l’Istituto Alberghiero, il Carcere Minorile di Casal del Marmo. Una struttura urbana residenziale e commerciale con densità minore caratterizza invece i quartieri di Torresina e Torresina 2, Palmarola e Ottavia. Il Parco nonostante si trovi in stretta connessione e vicinanza al centro di Roma, costituisce una tessera di un mosaico verde molto più ampio, costituito da altre aree verdi protette come la Riserva dell’Insugherata con la quale mantiene una connessione interrotta solo dall’arteria stradale della Via Trionfale, il Parco Regionale Urbano del Pineto, la Riserva Naturale di Monte Mario e la Riserva Naturale della Tenuta dell’Acquafredda. La superficie si estende per circa 400 ha, è caratterizzata da tre grandi sistemi di forra che non sono altro che i prolungamenti minori del reticolo idrografico del fiume Tevere, i quali incidono e si diramano lungo la superficie del Parco da Sud-Ovest a Nord-Est senza generare importanti pendenze. L’area del Parco risulta attualmente suddivisa in proprietà pubblica e privata, la superficie di proprietà pubblica appartiene alla Provincia di Roma e comprende circa 120 ettari di cui gran parte è in concessione all’Azienda Agricola COBRAGOR (Cooperativa Braccianti Agricoli Organizzati) alla quale è concessa con una convenzione a titolo gratuito dal 1978 una superficie di 66 ettari. L’azienda è oggi un esempio di efficienza produttiva agricola e offre servizi agrituristici e didattici. Le aree occupate senza titolo fanno riferimento ai 250 lotti degli “ortisti”, nati in maniera spontanea e con finalità di autosostentamento, si tratta di orti urbani appartenenti alla ormai consolidata categoria degli “ortisti”, piccoli appezzamenti coltivati nel fondo valle pianeggiante e lungo le scarpate dei fossi. Il fondo privato è ripartito invece in numerose proprietà, la Tenuta Massara appartenente oggi agli eredi conta circa 100 ettari, le proprietà di Mancini con 110 ettari e Vittorini 60 ettari e un’ultima parte appartenente all’Unicredit. La carta che segue restituisce una sintesi grafica dello stato attuale del Parco Agricolo di Casal del Marmo, sono ben evidenti i confini e le tre grandi incisioni del bacino idrografico del Tevere marcate dalla copertura arborea ed arbustiva ripariale. La superficie in giallo identifica le coltivazioni che variano dagli impianti di oliveto, ai frutteti, alle colture ortive in pieno campo e al seminativo. Nella legenda della carta sono riportati alcuni simboli che rappresentano l’azienda agricola COBRAGOR, la struttura dell’antica Tenuta Massara e le altre strutture pubbliche di funzione rilevante come L’ospedale San Filippo Neri, il carcere minorile, l’istituto scolastico. I percorsi riportati nella carta, corrispondono alla viabilità interna esistente del Parco Agricolo e alle principali vie di transito presenti nell’area adiacente, la via Trionfale, la ferrovia Roma-Viterbo e l’antica via Francigena, sono inoltre indicati numerosi itinerari ciclabili che percorrono questa zona, nello specifico la ciclabile ad anello che permette di transitare dall’Insugherata a Tormarancia (53 Km), il percorso che unisce il complesso di Santa Maria della Pietà fino a Valle Aurelia e S. Pietro, infine l’itinerario che collega il Parco Agricolo di Casal del Marmo al Parco di Vejo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.