Con l’avvento del CAD (Computer Aided Design) e il suo ingresso nel mondo dei PC,molte cose sono cambiate nella professione dell’architetto. Niente più cartalucida, inchiostro di China, penne e lamette, niente tecnigrafi, normografi,retini, maleodoranti copie cianografiche. Ma la vera rivoluzione non riguarda tanto la tecnica, quanto la scienza del disegno di architettura: il computer automatizza operazioni che prima erano affidate al sapere geometrico del disegnatore e, in particolare, alla sua conoscenza della geometria descrittiva. Sembrerebbe dunque che questa antica scienza, non abbia più ragione di tormentare glistudenti con le sue difficili e complesse costruzioni. A che scopo, infatti,insegnare a costruire una proiezione centrale o parallela, quando bastano pochi comandi per ottenere, rapidamente e con grande precisione, il medesimo risultato? A che scopo studiare la legge di Lambert e la scala delle tinte e addestrarsi all’uso del pennello, quando basta impostare il rendering per ottenere effetti di realismo fotografico? Ma ha un senso insegnare, a livello universitario, il disegno di architettura senza la geometria descrittiva, ovvero senza il sostegno teorico che a questo tipo di disegno compete? Benché ciò sia possibile, è evidente, che una tale impostazione degli studi avrebbe uncarattere esclusivamente pratico, del tutto inadeguato al livello della cultura universitaria. Analogamente, non avrebbe senso insegnare il CAD, a livello universitario, privandolo di ogni contenuto teorico. Quali sono,allora, le conoscenze teoriche che danno sostegno al CAD? Nelle paginedi questa monografia è analizzata l’evoluzione della geometria descrittiva, dei suoi problemi e della didattica sua propria.
Il laboratorio delle applicazioni Cad / Valenti, Graziano Mario. - STAMPA. - (2000), pp. 147-265.
Il laboratorio delle applicazioni Cad
VALENTI, Graziano Mario
2000
Abstract
Con l’avvento del CAD (Computer Aided Design) e il suo ingresso nel mondo dei PC,molte cose sono cambiate nella professione dell’architetto. Niente più cartalucida, inchiostro di China, penne e lamette, niente tecnigrafi, normografi,retini, maleodoranti copie cianografiche. Ma la vera rivoluzione non riguarda tanto la tecnica, quanto la scienza del disegno di architettura: il computer automatizza operazioni che prima erano affidate al sapere geometrico del disegnatore e, in particolare, alla sua conoscenza della geometria descrittiva. Sembrerebbe dunque che questa antica scienza, non abbia più ragione di tormentare glistudenti con le sue difficili e complesse costruzioni. A che scopo, infatti,insegnare a costruire una proiezione centrale o parallela, quando bastano pochi comandi per ottenere, rapidamente e con grande precisione, il medesimo risultato? A che scopo studiare la legge di Lambert e la scala delle tinte e addestrarsi all’uso del pennello, quando basta impostare il rendering per ottenere effetti di realismo fotografico? Ma ha un senso insegnare, a livello universitario, il disegno di architettura senza la geometria descrittiva, ovvero senza il sostegno teorico che a questo tipo di disegno compete? Benché ciò sia possibile, è evidente, che una tale impostazione degli studi avrebbe uncarattere esclusivamente pratico, del tutto inadeguato al livello della cultura universitaria. Analogamente, non avrebbe senso insegnare il CAD, a livello universitario, privandolo di ogni contenuto teorico. Quali sono,allora, le conoscenze teoriche che danno sostegno al CAD? Nelle paginedi questa monografia è analizzata l’evoluzione della geometria descrittiva, dei suoi problemi e della didattica sua propria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.