Se c’è un modo per capire a che mondo andremo incontro è mettere i giovani a confronto con adulti che il mondo attuale hanno contribuito a costruirlo. Nascono, dall’intenzione, le domande che spesso nessuno riesce mai a fare. E anche le riflessioni di cui si alimentano le risposte, aiutano a chiarire molte questioni agli stessi che pur, nella vita, sono abituati a decidere, non avendo spesso il tempo per pensarci su. È intorno a questo canovaccio che si sono svolti molti dei dibattiti, animati in LUISS dal gruppo “Itaca”: una formula che non ha nulla del paludato dei convegni tradizionali, non subendo né il fascino degli interlocutori, pur tutti di livello e di qualità riconosciuta, né cedendo al rispetto un po’ acquiescente di chi le domande le fa “purché non disturbino”. Ne esce un ritratto vivo di una generazione che ha voglia di crescere senza molti compromessi da mettere in conto, ma soprattutto emerge la forza di chi sa di dover rischiare e non si sottrae alla sfida. Di questo gruppo di “giovani appassionati del futuro” credo si debba essere orgogliosi, come pure di chi li prepara oggi in Università e li assiste nelle varie fasi della loro crescita professionale e umana. Il compito di un ateneo come il nostro è proprio quello di “produrre” risorse di qualche pregio per un paese che è stanco di mediocrità di vario genere. L’obiettivo richiede sforzi convergenti e la capacità di operare su terreni diversi, ma non può fare a meno di creare cortocircuiti tra i diversi livelli su cui si muove la vita dello studente, ponendo problemi, sollevando anche critiche per le aspettative non pienamente valutate; alimentando aspirazioni e spingendo i migliori a mettersi in gioco anche pubblicamente. Il testo, qui di seguito, raccoglie la sintesi di alcuni di questi confronti e consente, credo, di valutare la serietà con cui i ragazzi hanno preparato, prima, e governato poi, tutto il percorso, dando una dimostrazione di competenza e di impegno che accende più di una speranza. Come ogni esperienza che si consolida è prevedibile che possano nascere momenti di crisi; succede ai più grandi e succede, periodicamente, nelle organizzazioni. Sarà in questi momenti che si potrà sperimentare la maturità e la saggezza dei protagonisti. Il successo è rischioso più per quello che nasconde che per le soddisfazioni possibili nel transito verso l’autoaffermazione come protagonisti; ed è più difficile da gestire delle sconfitte. Per questo, lasciando memoria di quanto si è detto e fatto, si vuole semplicemente richiamarsi alle origini, allo spirito di avventura e alle passioni che animano ogni “stato nascente”. Lì stanno le ragioni vere di quello di cui ci si potrà ragionevolmente vantare.

Introduzione / Martone, Michel. - (2010).

Introduzione

MICHEL MARTONE
2010

Abstract

Se c’è un modo per capire a che mondo andremo incontro è mettere i giovani a confronto con adulti che il mondo attuale hanno contribuito a costruirlo. Nascono, dall’intenzione, le domande che spesso nessuno riesce mai a fare. E anche le riflessioni di cui si alimentano le risposte, aiutano a chiarire molte questioni agli stessi che pur, nella vita, sono abituati a decidere, non avendo spesso il tempo per pensarci su. È intorno a questo canovaccio che si sono svolti molti dei dibattiti, animati in LUISS dal gruppo “Itaca”: una formula che non ha nulla del paludato dei convegni tradizionali, non subendo né il fascino degli interlocutori, pur tutti di livello e di qualità riconosciuta, né cedendo al rispetto un po’ acquiescente di chi le domande le fa “purché non disturbino”. Ne esce un ritratto vivo di una generazione che ha voglia di crescere senza molti compromessi da mettere in conto, ma soprattutto emerge la forza di chi sa di dover rischiare e non si sottrae alla sfida. Di questo gruppo di “giovani appassionati del futuro” credo si debba essere orgogliosi, come pure di chi li prepara oggi in Università e li assiste nelle varie fasi della loro crescita professionale e umana. Il compito di un ateneo come il nostro è proprio quello di “produrre” risorse di qualche pregio per un paese che è stanco di mediocrità di vario genere. L’obiettivo richiede sforzi convergenti e la capacità di operare su terreni diversi, ma non può fare a meno di creare cortocircuiti tra i diversi livelli su cui si muove la vita dello studente, ponendo problemi, sollevando anche critiche per le aspettative non pienamente valutate; alimentando aspirazioni e spingendo i migliori a mettersi in gioco anche pubblicamente. Il testo, qui di seguito, raccoglie la sintesi di alcuni di questi confronti e consente, credo, di valutare la serietà con cui i ragazzi hanno preparato, prima, e governato poi, tutto il percorso, dando una dimostrazione di competenza e di impegno che accende più di una speranza. Come ogni esperienza che si consolida è prevedibile che possano nascere momenti di crisi; succede ai più grandi e succede, periodicamente, nelle organizzazioni. Sarà in questi momenti che si potrà sperimentare la maturità e la saggezza dei protagonisti. Il successo è rischioso più per quello che nasconde che per le soddisfazioni possibili nel transito verso l’autoaffermazione come protagonisti; ed è più difficile da gestire delle sconfitte. Per questo, lasciando memoria di quanto si è detto e fatto, si vuole semplicemente richiamarsi alle origini, allo spirito di avventura e alle passioni che animano ogni “stato nascente”. Lì stanno le ragioni vere di quello di cui ci si potrà ragionevolmente vantare.
2010
Che fare? Le domande degli studenti…Le risposte dei protagonisti – Prove di dialogo inter-generazionale sul nostro futuro
9788861050112
giovani; adulti, confronto, domande, Itaca, generazione, università, crescita, ateneo
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Introduzione / Martone, Michel. - (2010).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1359347
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