L’arena decisionale locale ha assunto una centralità senza precedenti per le politiche sociali, con la diffusione internazionale di riforme che hanno favorito la decentralizzazione delle competenze in materia. In Italia, a partire dagli anni novanta, questo processo si è accompagnato alla progettazione ed erogazione sussidiaria dei servizi, in primo luogo attraverso il privato sociale. La crisi del 2008 ha ulteriormente incentivato il coinvolgimento dei privati, non più limitato al tradizionale terzo settore. Prendendo come riferimento la teorizzazione sul “Secondo Welfare”, appare sempre più rilevante, nella trasformazione dell’offerta di servizi, il ruolo delle fondazioni di origine bancaria, compagnie assicurative, network aziendali e nuovi professionisti del settore. Seguendo la letteratura critica, possiamo interpretare questo fenomeno come un caso di depoliticizzazione dell’azione pubblica e politicizzazione delle strategie di attori privati. Il nostro contributo fa propria questa teoria interpretativa e la applica al caso delle fondazioni di comunità, una derivazione delle fondazioni di origine bancaria. Le fondazioni di comunità insistono sul radicamento territoriale come risorsa discorsiva e strumento operativo per lo sviluppo socio-economico locale. Lo studio di caso permette di dettagliare come la dimensione locale sembri configurarsi come spazio adeguato al dispiegarsi del processo di erosione —ai margini, per così dire— del welfare pubblico italiano. L’ipotesi di fondo della nostra ricerca è che sia all’opera una trasformazione del regime di welfare, che ne sposta il baricentro verso la selettività e la distribuzione territoriale ineguale, e lo integra nel circuito del capitale finanziario, nel nostro caso. I risultati del nostro contributo mettono in luce come alcuni attori privati siano stati in grado di individuare nella debole risposta pubblica alla crisi una finestra di opportunità per investire in un nuovo settore, accelerando la sovrapposizione del proprio contenuto ideazionale, modalità operativa ed interesse all’azione pubblica.

Territorio e welfare: il ruolo delle fondazioni di comunità nei processi di depoliticizzazione delle politiche sociali in Italia / Ficcadenti, Cecilia; Esposto, Edoardo. - (2018). (Intervento presentato al convegno AIS. Convegno annuale della sezione di sociologia politica. Politica, città e sistemi sociali tenutosi a Rome, Italy).

Territorio e welfare: il ruolo delle fondazioni di comunità nei processi di depoliticizzazione delle politiche sociali in Italia

Cecilia Ficcadenti
;
Edoardo Esposto
2018

Abstract

L’arena decisionale locale ha assunto una centralità senza precedenti per le politiche sociali, con la diffusione internazionale di riforme che hanno favorito la decentralizzazione delle competenze in materia. In Italia, a partire dagli anni novanta, questo processo si è accompagnato alla progettazione ed erogazione sussidiaria dei servizi, in primo luogo attraverso il privato sociale. La crisi del 2008 ha ulteriormente incentivato il coinvolgimento dei privati, non più limitato al tradizionale terzo settore. Prendendo come riferimento la teorizzazione sul “Secondo Welfare”, appare sempre più rilevante, nella trasformazione dell’offerta di servizi, il ruolo delle fondazioni di origine bancaria, compagnie assicurative, network aziendali e nuovi professionisti del settore. Seguendo la letteratura critica, possiamo interpretare questo fenomeno come un caso di depoliticizzazione dell’azione pubblica e politicizzazione delle strategie di attori privati. Il nostro contributo fa propria questa teoria interpretativa e la applica al caso delle fondazioni di comunità, una derivazione delle fondazioni di origine bancaria. Le fondazioni di comunità insistono sul radicamento territoriale come risorsa discorsiva e strumento operativo per lo sviluppo socio-economico locale. Lo studio di caso permette di dettagliare come la dimensione locale sembri configurarsi come spazio adeguato al dispiegarsi del processo di erosione —ai margini, per così dire— del welfare pubblico italiano. L’ipotesi di fondo della nostra ricerca è che sia all’opera una trasformazione del regime di welfare, che ne sposta il baricentro verso la selettività e la distribuzione territoriale ineguale, e lo integra nel circuito del capitale finanziario, nel nostro caso. I risultati del nostro contributo mettono in luce come alcuni attori privati siano stati in grado di individuare nella debole risposta pubblica alla crisi una finestra di opportunità per investire in un nuovo settore, accelerando la sovrapposizione del proprio contenuto ideazionale, modalità operativa ed interesse all’azione pubblica.
2018
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