The Port of Ischia is an introverted space, a closed natural body of water. It remained as such until 1854, the year it was transformed from a lake into a port by removing a section of land to connect it with the open sea. The edges of this volcanic crater were occupied over time by a mantle of discontinuous constructions, from which three monumental elements that speak to the history of the island emerge: the church of Portosalvo, the Ancient Municipal Baths and the Palazzo d’Ambra. This important historic and environmental space was gradually modified as a consequence of Ischia’s development from an “Island of land”, dedicated primarily to agricultural activities, to an “Island of water”, devoted to tourism and bathing activities. While maintaining their original typologicalmorphological characteristics, the spatial qualities of the constructions defining the perimeter of the port were altered by their forced adaptation to needs dictated by a surplus of activities and traffic. For decades the port of Ischia has been the principal hub of the many connections and activities linking the island with the mainland. This has produced a state of degradation whose only possible remedy lies in the selection of the activities that take place here, and the delocalisation of those that are not compatible. The text presents a hypothesis for the regeneration of the port of Ischia through the redesign of its perimeter and the refurbishment of its three most representative constructions.

Il porto di Ischia è un ambito spaziale introverso, un invaso naturale chiuso, rimasto tale fino al 1854, anno della sua trasformazione da lago in porto, prodotta dall'apertura di un lembo di terreno per il suo collegamento con il mare aperto. Gli spalti di origine vulcanica sono stati consolidati nel tempo da una cortina edilizia discontinua, da cui emergono tre elementi monumentali che riferiscono della storia dell’isola: la chiesa di Portosalvo, le Antiche Terme Comunali e il Palazzo d’Ambra. Questo spazio di notevole valenza storica e ambientale ha subito un processo di modificazione conseguentemente allo sviluppo di Ischia da “isola di terra”, dedita prevalentemente all'attività agricola, a “isola di mare”, vocata all’attività turistica e balneare. Il tessuto edilizio perimetrale del porto, pur mantenendo i caratteri tipo-morfologici originari, ha visto alterare i propri connotati spaziali per l’adeguamento forzato alle esigenze dettate da un sovraccarico di attività e di traffici. Ormai da diversi decenni il porto di Ischia è il principale ambito di smistamento di tutti i collegamenti e delle attività che legano l’isola alla terraferma. Ciò ha prodotto uno stato di degrado la cui unica possibilità di riscatto risiede in una selezione delle attività che in esso si svolgono e nella conseguente dismissione e/o delocalizzazione di quelle non compatibili. La comunicazione intende presentare un’ipotesi di rigenerazione dell’invaso del porto d'Ischia mediante il ridisegno del suo ambito spaziale perimetrale e la ristrutturazione dei suoi tre episodi edilizi più rappresentativi.

The Port of Ischia: from a Volcanic Crater to a Traffic Hub. Or: from a Natural Disaster to a Artificial Disaster / Monaco, A. - (2017), pp. 1205-1208. - FABBRICA DELLA CONOSCENZA.

The Port of Ischia: from a Volcanic Crater to a Traffic Hub. Or: from a Natural Disaster to a Artificial Disaster

MONACO A
2017

Abstract

The Port of Ischia is an introverted space, a closed natural body of water. It remained as such until 1854, the year it was transformed from a lake into a port by removing a section of land to connect it with the open sea. The edges of this volcanic crater were occupied over time by a mantle of discontinuous constructions, from which three monumental elements that speak to the history of the island emerge: the church of Portosalvo, the Ancient Municipal Baths and the Palazzo d’Ambra. This important historic and environmental space was gradually modified as a consequence of Ischia’s development from an “Island of land”, dedicated primarily to agricultural activities, to an “Island of water”, devoted to tourism and bathing activities. While maintaining their original typologicalmorphological characteristics, the spatial qualities of the constructions defining the perimeter of the port were altered by their forced adaptation to needs dictated by a surplus of activities and traffic. For decades the port of Ischia has been the principal hub of the many connections and activities linking the island with the mainland. This has produced a state of degradation whose only possible remedy lies in the selection of the activities that take place here, and the delocalisation of those that are not compatible. The text presents a hypothesis for the regeneration of the port of Ischia through the redesign of its perimeter and the refurbishment of its three most representative constructions.
2017
World Heritage and Disaster. Knowledge, Culture and Representation
9788865425824
Il porto di Ischia è un ambito spaziale introverso, un invaso naturale chiuso, rimasto tale fino al 1854, anno della sua trasformazione da lago in porto, prodotta dall'apertura di un lembo di terreno per il suo collegamento con il mare aperto. Gli spalti di origine vulcanica sono stati consolidati nel tempo da una cortina edilizia discontinua, da cui emergono tre elementi monumentali che riferiscono della storia dell’isola: la chiesa di Portosalvo, le Antiche Terme Comunali e il Palazzo d’Ambra. Questo spazio di notevole valenza storica e ambientale ha subito un processo di modificazione conseguentemente allo sviluppo di Ischia da “isola di terra”, dedita prevalentemente all'attività agricola, a “isola di mare”, vocata all’attività turistica e balneare. Il tessuto edilizio perimetrale del porto, pur mantenendo i caratteri tipo-morfologici originari, ha visto alterare i propri connotati spaziali per l’adeguamento forzato alle esigenze dettate da un sovraccarico di attività e di traffici. Ormai da diversi decenni il porto di Ischia è il principale ambito di smistamento di tutti i collegamenti e delle attività che legano l’isola alla terraferma. Ciò ha prodotto uno stato di degrado la cui unica possibilità di riscatto risiede in una selezione delle attività che in esso si svolgono e nella conseguente dismissione e/o delocalizzazione di quelle non compatibili. La comunicazione intende presentare un’ipotesi di rigenerazione dell’invaso del porto d'Ischia mediante il ridisegno del suo ambito spaziale perimetrale e la ristrutturazione dei suoi tre episodi edilizi più rappresentativi.
Porto Ischia; origine vulcanica; degrado ambientale
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
The Port of Ischia: from a Volcanic Crater to a Traffic Hub. Or: from a Natural Disaster to a Artificial Disaster / Monaco, A. - (2017), pp. 1205-1208. - FABBRICA DELLA CONOSCENZA.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1351713
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