Suicidio e law enforcement: considerazioni e proposte

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’International Association for Suicide Prevention (IASP) ogni anno a livello mondiale più di un milione di persone morirebbe a causa di suicidio. I tassi mondiali di mortalità per suicidio si aggirano mediamente attorno ai 14.5 su 100.000 abitanti. Il suicidio rappresenta la tredicesima causa di morte tra persone di tutte le età, arrivando al secondo/terzo posto nei soggetti più giovani. Gli studi scientifici in merito al fenomeno suicidario nella popolazione generale hanno permesso di evidenziare alcuni fattori di rischio che sono ormai unanimemente riconosciuti. Tra questi la disponibilità di un mezzo idoneo, specifici tratti di personalità, la comorbilità psichiatrica, eventi stressanti precipitanti. Tali evidenze assumono un rilievo particolare in riferimento al fenomeno suicidario in Polizia. Rispetto alla popolazione generale, infatti, sulla popolazione della Polizia di Stato gravano una serie di fattori di rischio ineludibili in quanto intimamente connessi alla specificità del servizio, quali la disponibilità di un’arma da fuoco e l’esposizione ripetuta a situazioni stressanti e/o eventi ad elevato impatto emotivo, che possono svolgere un effetto precipitante per strutture di personalità che presentino tratti disfunzionali. Tutto ciò va sempre considerato anche nel contesto dei fattori protettivi dal suicidio nella Polizia di Stato, anch’essi ben riconosciuti in letteratura scientifica.