Volgendolo sguardo verso il recente passato, possiamo facilmente costatare che nel settore della progettazione architettonica la diffusione generalizzata dell’utilizzazione della tecnologia informatica sia in gran parte contenuta nell’ultimo decennio. Rispetto ad altri ambiti professionali appare evidente che gli architetti abbiano avuto, inizialmente, diffidenza e reticenza nell’introduzione delle nuove tecnologie operative. Comprendere le ragioni che giustificano l’avvenuto, è operazione fondamentale per affrontare con nuovo spirito le successive trasformazioni, già alla soglia della nostra attività professionale, indotte dallo sviluppo delle nuove tecnologie informatiche applicate alla comunicazione. L’informatica, lo sviluppo del software, sono stati per lungo periodo patrimonio culturale esclusivo di limitati gruppi di specialisti caratterizzati dalla medesima “forma mentis”, si è avuta così una situazione di progresso non democratico dove gli “informatici” hanno generato strumenti ed imposto metodologie per tutti gli altri esseri umani. La creazione di gruppi di lavoro interdisciplinari ha sicuramente migliorato la situazione, tuttavia se il professionista non conosce a fondo le possibilità offerte dall’informatica, non può individuare realmente nella propria attività quale siano le problematiche da risolvere, né quali vantaggi potrebbe avere dall’implementazione di determinate procedure software. Ulteriori fattori di confusione sono stati introdotti dalle strategie di mercato indirizzate alla diffusione del computer come strumento integrativo più che sostituivo quale esso, in effetti, è. Così si è imposto alla tecnologia informatica di assumere sembianze di copia elettronica degli strumenti tradizionali familiari in modo da renderli accettabili anche dai più restii all’innovazione: calcolatrice elettronica, schedario elettronico, macchina per scrivere elettronica, tecnigrafo elettronico. Questo passaggio forzato è stato lo scotto necessario per arrivare ad una diffusione generalizzata dell’utilizzazione del computer.La scelta di simulare tecniche e strumenti tradizionali ha però rallentato il naturale percorso evolutivo dello strumento informatico: lo sviluppo di nuove metodologie operative. Per quanto ci riguarda in qualità d’architetti siamo stati vittime di un vero e proprio equivoco, quello di valutare il computer,nello specifico la stazione grafica, come un potente tecnigrafo, uno strumento per disegnare, modificare, replicare, campire, quotare con grande economia di tempi. Ancora oggi se domandiamo a dei colleghi di esprimere un parere sulla necessità di utilizzare il computer nella progettazione architettonica, il più delle volte tanto le risposte positive, quanto le negative si basano su riduttive espressioni operative, la più comune delle quali è : “A mano impiego meno tempo e produco disegni di migliore qualità”. Difficilmente sentiamo rispondere che il computer è l’unico strumentod’ausilio per l’elaborazione delle informazioni”, eppure non esiste una ragione più valida di questa per utilizzarlo, né una altrettanto valida per rifiutarlo.Ogni altra espressione è contingente al periodo temporale in cui è espressa e al relativo livello tecnologico esistente. Il computer non scrive, non disegna, non suona, non parla, il computer riceve informazioni dalle periferiche le elabora e le restituisce ad esse. Le informazioni da elaborare sono e saranno qualsiasi, così come le periferiche sono e saranno qualsiasi. Non dobbiamo dimenticare che Il computer è plasmabile, programmandone la logica, può adeguarsi ad ogni esigenza. Il computer è metamorfico ; non è un video, una console, una tastiera e un mouse, ma può essere realizzato in modo funzionale per l’utente. Infine il computer è una tecnologia in continua evoluzione. I limiti d’oggi non sono gli stessi di domani. Ogni professionista e dunque anche l’architetto si deve adoprare per acquisire delle competenze specifiche e indirizzarne, non più subirne, lo sviluppo futuro. L’importanza di tale necessità, appare oggiestremamente rilevante alla luce delle prossime evoluzione della tecnologia informatica.

Teoria informatica per la progettazione architettonica / Valenti, Graziano Mario. - STAMPA. - (1999), pp. 567-573.

Teoria informatica per la progettazione architettonica

VALENTI, Graziano Mario
1999

Abstract

Volgendolo sguardo verso il recente passato, possiamo facilmente costatare che nel settore della progettazione architettonica la diffusione generalizzata dell’utilizzazione della tecnologia informatica sia in gran parte contenuta nell’ultimo decennio. Rispetto ad altri ambiti professionali appare evidente che gli architetti abbiano avuto, inizialmente, diffidenza e reticenza nell’introduzione delle nuove tecnologie operative. Comprendere le ragioni che giustificano l’avvenuto, è operazione fondamentale per affrontare con nuovo spirito le successive trasformazioni, già alla soglia della nostra attività professionale, indotte dallo sviluppo delle nuove tecnologie informatiche applicate alla comunicazione. L’informatica, lo sviluppo del software, sono stati per lungo periodo patrimonio culturale esclusivo di limitati gruppi di specialisti caratterizzati dalla medesima “forma mentis”, si è avuta così una situazione di progresso non democratico dove gli “informatici” hanno generato strumenti ed imposto metodologie per tutti gli altri esseri umani. La creazione di gruppi di lavoro interdisciplinari ha sicuramente migliorato la situazione, tuttavia se il professionista non conosce a fondo le possibilità offerte dall’informatica, non può individuare realmente nella propria attività quale siano le problematiche da risolvere, né quali vantaggi potrebbe avere dall’implementazione di determinate procedure software. Ulteriori fattori di confusione sono stati introdotti dalle strategie di mercato indirizzate alla diffusione del computer come strumento integrativo più che sostituivo quale esso, in effetti, è. Così si è imposto alla tecnologia informatica di assumere sembianze di copia elettronica degli strumenti tradizionali familiari in modo da renderli accettabili anche dai più restii all’innovazione: calcolatrice elettronica, schedario elettronico, macchina per scrivere elettronica, tecnigrafo elettronico. Questo passaggio forzato è stato lo scotto necessario per arrivare ad una diffusione generalizzata dell’utilizzazione del computer.La scelta di simulare tecniche e strumenti tradizionali ha però rallentato il naturale percorso evolutivo dello strumento informatico: lo sviluppo di nuove metodologie operative. Per quanto ci riguarda in qualità d’architetti siamo stati vittime di un vero e proprio equivoco, quello di valutare il computer,nello specifico la stazione grafica, come un potente tecnigrafo, uno strumento per disegnare, modificare, replicare, campire, quotare con grande economia di tempi. Ancora oggi se domandiamo a dei colleghi di esprimere un parere sulla necessità di utilizzare il computer nella progettazione architettonica, il più delle volte tanto le risposte positive, quanto le negative si basano su riduttive espressioni operative, la più comune delle quali è : “A mano impiego meno tempo e produco disegni di migliore qualità”. Difficilmente sentiamo rispondere che il computer è l’unico strumentod’ausilio per l’elaborazione delle informazioni”, eppure non esiste una ragione più valida di questa per utilizzarlo, né una altrettanto valida per rifiutarlo.Ogni altra espressione è contingente al periodo temporale in cui è espressa e al relativo livello tecnologico esistente. Il computer non scrive, non disegna, non suona, non parla, il computer riceve informazioni dalle periferiche le elabora e le restituisce ad esse. Le informazioni da elaborare sono e saranno qualsiasi, così come le periferiche sono e saranno qualsiasi. Non dobbiamo dimenticare che Il computer è plasmabile, programmandone la logica, può adeguarsi ad ogni esigenza. Il computer è metamorfico ; non è un video, una console, una tastiera e un mouse, ma può essere realizzato in modo funzionale per l’utente. Infine il computer è una tecnologia in continua evoluzione. I limiti d’oggi non sono gli stessi di domani. Ogni professionista e dunque anche l’architetto si deve adoprare per acquisire delle competenze specifiche e indirizzarne, non più subirne, lo sviluppo futuro. L’importanza di tale necessità, appare oggiestremamente rilevante alla luce delle prossime evoluzione della tecnologia informatica.
1999
Il progetto di architettura
progettazione architettonica distribuita; disegno; virtuale; reti telematiche
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Teoria informatica per la progettazione architettonica / Valenti, Graziano Mario. - STAMPA. - (1999), pp. 567-573.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/134970
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