La città di Roma pone continuamente sfide sul tema della conservazione. Da una parte c’è la ricchezza, ancora non del tutto conosciuta, del suo patrimonio storico, archeologico, urbano. Dall’altra la vita di una città che da secoli insegue la modernità e paradossalmente è rimasta in qualche modo prigioniera della sua stessa ricchezza, la quale non è mai riuscita a diventare compiutamente una risorsa. I tesori storici e archeologici della città sono ben noti in tutto il mondo, tanto da essere diventati oleografie, luoghi comuni, vittime di sé stessi, oggetto di un consumo superficiale da parte della maggioranza dei turisti e di una convivenza distratta da parte dei residenti, al punto da perdere per entrambi molto del loro senso, non solo e non tanto come testimonianze storiche e artistiche in quanto tali, ma anche e soprattutto come parti di città. Al tempo stesso però la città, continuando a crescere su sé stessa richiede un aggiornamento funzionale che inevitabilmente genera conflitto con le esigenze di un’ideale conservazione tout court. In particolare Roma pone specifiche problematiche di conservazione legate all’estensione e alla consistenza stessa del patrimonio; questo infatti si estende per dimensioni eccezionali sia nel tempo che nello spazio dando al problema della conservazione una dimensione di sistema, estesa ben oltre quella dei singoli manufatti archeologici o architettonici.
Una stazione non è un museo / Lambertucci, Filippo. - (2019), pp. 14-29.
Una stazione non è un museo
filippo lambertucci
2019
Abstract
La città di Roma pone continuamente sfide sul tema della conservazione. Da una parte c’è la ricchezza, ancora non del tutto conosciuta, del suo patrimonio storico, archeologico, urbano. Dall’altra la vita di una città che da secoli insegue la modernità e paradossalmente è rimasta in qualche modo prigioniera della sua stessa ricchezza, la quale non è mai riuscita a diventare compiutamente una risorsa. I tesori storici e archeologici della città sono ben noti in tutto il mondo, tanto da essere diventati oleografie, luoghi comuni, vittime di sé stessi, oggetto di un consumo superficiale da parte della maggioranza dei turisti e di una convivenza distratta da parte dei residenti, al punto da perdere per entrambi molto del loro senso, non solo e non tanto come testimonianze storiche e artistiche in quanto tali, ma anche e soprattutto come parti di città. Al tempo stesso però la città, continuando a crescere su sé stessa richiede un aggiornamento funzionale che inevitabilmente genera conflitto con le esigenze di un’ideale conservazione tout court. In particolare Roma pone specifiche problematiche di conservazione legate all’estensione e alla consistenza stessa del patrimonio; questo infatti si estende per dimensioni eccezionali sia nel tempo che nello spazio dando al problema della conservazione una dimensione di sistema, estesa ben oltre quella dei singoli manufatti archeologici o architettonici.File | Dimensione | Formato | |
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