Lo studio ‘diretto’ di un monumento, che si basa sul rilevamento metrico e sull’analisi tecnica e architettonica della fabbrica, trova un indispensabile complemento nell’indagine ‘indiretta’, svolta cioè attraverso l’acquisizione di documentazione di varia natura e la schedatura di fonti bibiografiche, archivistiche e iconografiche. Questa precisazione di metodo costituisce il richiamo esplicito ad un rigoroso principio di scientificità da assumersi nello studio storico-critico, cui anche l’autrice si attiene, specie quando pressanti sono le questioni attribuzionistiche e quando, di conseguenza, la restituzione congetturale delle diverse fasi costruttive a partire dalla fondazione chigiana, compresenti in complessi architettonici molto stratificati, sono preliminari e imprescindibili per il riconoscimento dei valori storico-artistici. L’interesse storiografico per il complesso della Sughera si accentra principalmente sulla fabbrica del santuario ottogonale in relazione al tipo a pianta centrale con copertura a cupola che la contraddistingue e che l’accomuna a molte altre architetture ideate da Bramante, Francesco di Giorgio, Peruzzi, Antonio da Sangallo, artisti e architetti di primissimo piano. La questione dell’attribuzione dell’idea progettuale della tribuna non sembra potersi considerare chiusa soprattutto per alcune incongruità stilistiche assai opportunamente rilevate nell’opera dall’a. ma anche per l’assenza di documentazione a sostegno di tesi definitive a favore di grandi protagonisti dell’epoca. Sebbene d’interesse storiografico subordinato, anche gli edifici conventuali ricevono in questo studio un’attenzione particolare, percorrendo tutte le tematiche storico-critiche poste dalle caratteristiche dell’opera.
Presentazione. L'architettura del santuario mariano di Santa Maria della Sughera a Tolfa / Palmerio, Giancarlo. - STAMPA. - (1997), pp. 3-7.
Presentazione. L'architettura del santuario mariano di Santa Maria della Sughera a Tolfa.
PALMERIO, Giancarlo
1997
Abstract
Lo studio ‘diretto’ di un monumento, che si basa sul rilevamento metrico e sull’analisi tecnica e architettonica della fabbrica, trova un indispensabile complemento nell’indagine ‘indiretta’, svolta cioè attraverso l’acquisizione di documentazione di varia natura e la schedatura di fonti bibiografiche, archivistiche e iconografiche. Questa precisazione di metodo costituisce il richiamo esplicito ad un rigoroso principio di scientificità da assumersi nello studio storico-critico, cui anche l’autrice si attiene, specie quando pressanti sono le questioni attribuzionistiche e quando, di conseguenza, la restituzione congetturale delle diverse fasi costruttive a partire dalla fondazione chigiana, compresenti in complessi architettonici molto stratificati, sono preliminari e imprescindibili per il riconoscimento dei valori storico-artistici. L’interesse storiografico per il complesso della Sughera si accentra principalmente sulla fabbrica del santuario ottogonale in relazione al tipo a pianta centrale con copertura a cupola che la contraddistingue e che l’accomuna a molte altre architetture ideate da Bramante, Francesco di Giorgio, Peruzzi, Antonio da Sangallo, artisti e architetti di primissimo piano. La questione dell’attribuzione dell’idea progettuale della tribuna non sembra potersi considerare chiusa soprattutto per alcune incongruità stilistiche assai opportunamente rilevate nell’opera dall’a. ma anche per l’assenza di documentazione a sostegno di tesi definitive a favore di grandi protagonisti dell’epoca. Sebbene d’interesse storiografico subordinato, anche gli edifici conventuali ricevono in questo studio un’attenzione particolare, percorrendo tutte le tematiche storico-critiche poste dalle caratteristiche dell’opera.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.