L’esame di ‘Fondamenti di Comparazione Giuridica’ rappresentò una delle sfide più complesse che mi ritrovai ad affrontare nel tortuoso cammino che mi condusse alla Laurea di primo livello (triennale) in ‘Scienze Politiche e Relazioni Internazionali’, con indirizzo politico-internazionale, all’Università degli studi di Roma Tre. L’estrema lunghezza dei testi, sinonimo di una ricerca scientifica tra le più minuziose e dettagliate che abbia mai fronteggiato, e la rilevanza storica e giuridica dei temi trattati solleticarono molto la mia curiosità di giovane studente desideroso di spalancare la mente a orizzonti ancora inesplorati. Tra i vari esami giuridici presenti nel piano di studi della facoltà, questo fu senza dubbio il più intrigante e stimolante. Venirne a capo fu una vera impresa, ma lo sforzo compiuto risultò in un profondo arricchimento di un bagaglio culturale che necessitava di contenuti sempre più significativi. Il core dell’esame risiedeva nell’eterna contrapposizione tra il Civil Law, diritto romanistico, scritto, di matrice legislativa, basato sulla compilazione di Giustiniano (imperatore romano d’Oriente) del 534 d.C., e il Common Law, diritto orale, consuetudinario e di matrice giurisprudenziale proprio delle genti anglosassoni, una tematica che nasconde miriadi di sfaccettature, e molteplici spunti di approfondimento. Tra di essi, l’analisi delle Inns of Court, le scuole di diritto inglesi, note come ‘la terza università del Regno Unito’, in quanto veri e propri centri di formazione per i giovani giuristi del paese non dissimili per struttura e modalità d’insegnamento a istituzioni leggendarie come Oxford e Cambridge, catturò immediatamente la mia attenzione. Da quel momento, cominciai ad appassionarmi sempre di più agli studi sul Regno Unito, alimentando un profondo interesse per l’argomento attraverso viaggi d’istruzione in Inghilterra e progetti di ricerca incentrati sulle tradizioni storiche e politiche di una realtà tra le più affascinanti del panorama internazionale. Lo studio delle Inns of Court fu uno straordinario punto di partenza che mi consentì di immedesimarsi pienamente nel retroterra culturale di un paese di enorme rilevanza globale, che in un tempo non lontanissimo fu superpotenza egemone del sistema internazionale, carpendo le tradizioni, le idee e i principi fondamentali di una storia su cui si è già scritto molto, ma su cui tanto resta ancora da esaminare. Dal presente lavoro emergerà la sacralità di luoghi considerati alla stregua di santuari in cui nulla è disordine, e in cui ogni cosa risponde a un solo verbo: quello del diritto comune, vero e proprio orgoglio della nazione, ed elemento capace più di ogni altro di fondere insieme i due fattori culturali che da sempre caratterizzano la storia del Regno Unito: la tradizione isolazionista e la tendenza all’esportazione dei propri originali modelli di vita. Il lavoro sarà composto di tre capitoli. La prima parte sarà dedicata alle origini del Common Law, i valori fondamentali su cui esso poggia, e il suo inserimento nel contesto storico-culturale britannico e dell’Europa continentale. L’idea di ‘rivalità’ del diritto comune rispetto al proprio storico antagonista, il diritto civile, emergerà in maniera chiara. Il secondo capitolo verterà invece sull’organizzazione e i rituali delle scuole di diritto dell’Inghilterra, con particolare attenzione riservata alle quattro, celebri Inns of Court della città di Londra: la Lincoln’s Inn, la Gray’s Inn, la Inner Temple e la Middle Temple. Si tratta di casi studio di estrema rilevanza per comprendere nei dettagli le dinamiche che regolano la vita quotidiana all’interno di questi grandi istituti educativi. Questa seconda parte sarà la più ricca di contenuti, in quanto abbondano le fonti secondarie dedicate alla descrizione delle Inns of Court di Londra, considerate dagli storiografi britannici come veri patrimoni nazionali del Regno Unito. L’analisi delle scuole della capitale verterà non soltanto sugli aspetti più prettamente giuridici e formativi, ma altresì su considerazioni di carattere artistico che rappresentano un modo certamente inusuale di affrontare le problematiche legate al diritto. Questo allargamento di orizzonte è dovuto alla stretta connessione esistente tra le Inns of Court e le varie esperienze artistico-culturali che hanno caratterizzato il percorso storico della Gran Bretagna. La terza e ultima parte riguarderà infine un’analisi delle Inns of Court nel resto del mondo anglosassone. Il modello del diritto comune e i sistemi di formazione dei giovani, aspiranti giuristi sono stati infatti esportati con grande successo dai britannici in paesi come Stati Uniti, Irlanda, Australia, realtà che saranno oggetto di un’analisi tesa ad approfondire i punti di contatto e di distanza tra le scuole di diritto di questi paesi e quelle dell’Inghilterra. Un caso a parte risulterà invece quello della Scozia, nazione costituiva del Regno Unito che adotta un sistema giuridico misto (cioè compresenza di elementi di Civil Law e Common Law), denominato Scots Law. Nonostante il diritto romanistico sia parte integrante del diritto vigente in Scozia, il modello delle Inns of Court è stato in grado di imporsi anche in questa realtà così particolare. Alcuni studiosi, tra cui il giornalista italiano Dino Messina, hanno descritto ‘il Commonwealth delle nazioni’, erede culturale del vecchio impero britannico, come un simbolo polveroso e privo di contenuti effettivi. Se è vero che la Gran Bretagna, in seguito al processo di decolonizzazione, non esercita più un’influenza politica diretta sui suoi vecchi possedimenti, è altrettanto sacrosanto continuare a descrivere la Gran Bretagna del XXI secolo come una vera ‘superpotenza culturale’. La lingua inglese è ancora considerata come l’idioma universale, un elemento in grado di unire i popoli del mondo sotto un’unica bandiera comunicativa. Il diritto comune, come vedremo, rappresenta un altro fattore in grado di mettere in stretto contatto mondi lontani. L’analisi delle Inns of Court, e il loro pieno inserimento nel contesto internazionale del diritto comune, ci forniranno chiaramente la sensazione dei popoli di lingua inglese come di una realtà molto coesa e in piena evoluzione, in cui la Gran Bretagna è ancora in grado di esercitare un significativo ruolo di guida e d’influenza culturale. Questa ricerca è basata principalmente sulle fonti secondarie, alcune di esse anche estremamente datate, riguardanti la storia delle Inns of Court e il ruolo da esse svolto tanto nella preservazione, quanto nell’opera di rinnovamento del diritto comune. La stessa analisi delle radici storiche del Common Law, e della sua ancestrale contrapposizione con il diritto di matrice romanistica, ha avuto necessità di un materiale storiografico molto ampio, e in alcuni casi, anche molto antico.

Storia e politica degli Inns of Court nel mondo / Volpe, Andrea. - (2019), pp. 1-148.

Storia e politica degli Inns of Court nel mondo

Andrea Volpe
2019

Abstract

L’esame di ‘Fondamenti di Comparazione Giuridica’ rappresentò una delle sfide più complesse che mi ritrovai ad affrontare nel tortuoso cammino che mi condusse alla Laurea di primo livello (triennale) in ‘Scienze Politiche e Relazioni Internazionali’, con indirizzo politico-internazionale, all’Università degli studi di Roma Tre. L’estrema lunghezza dei testi, sinonimo di una ricerca scientifica tra le più minuziose e dettagliate che abbia mai fronteggiato, e la rilevanza storica e giuridica dei temi trattati solleticarono molto la mia curiosità di giovane studente desideroso di spalancare la mente a orizzonti ancora inesplorati. Tra i vari esami giuridici presenti nel piano di studi della facoltà, questo fu senza dubbio il più intrigante e stimolante. Venirne a capo fu una vera impresa, ma lo sforzo compiuto risultò in un profondo arricchimento di un bagaglio culturale che necessitava di contenuti sempre più significativi. Il core dell’esame risiedeva nell’eterna contrapposizione tra il Civil Law, diritto romanistico, scritto, di matrice legislativa, basato sulla compilazione di Giustiniano (imperatore romano d’Oriente) del 534 d.C., e il Common Law, diritto orale, consuetudinario e di matrice giurisprudenziale proprio delle genti anglosassoni, una tematica che nasconde miriadi di sfaccettature, e molteplici spunti di approfondimento. Tra di essi, l’analisi delle Inns of Court, le scuole di diritto inglesi, note come ‘la terza università del Regno Unito’, in quanto veri e propri centri di formazione per i giovani giuristi del paese non dissimili per struttura e modalità d’insegnamento a istituzioni leggendarie come Oxford e Cambridge, catturò immediatamente la mia attenzione. Da quel momento, cominciai ad appassionarmi sempre di più agli studi sul Regno Unito, alimentando un profondo interesse per l’argomento attraverso viaggi d’istruzione in Inghilterra e progetti di ricerca incentrati sulle tradizioni storiche e politiche di una realtà tra le più affascinanti del panorama internazionale. Lo studio delle Inns of Court fu uno straordinario punto di partenza che mi consentì di immedesimarsi pienamente nel retroterra culturale di un paese di enorme rilevanza globale, che in un tempo non lontanissimo fu superpotenza egemone del sistema internazionale, carpendo le tradizioni, le idee e i principi fondamentali di una storia su cui si è già scritto molto, ma su cui tanto resta ancora da esaminare. Dal presente lavoro emergerà la sacralità di luoghi considerati alla stregua di santuari in cui nulla è disordine, e in cui ogni cosa risponde a un solo verbo: quello del diritto comune, vero e proprio orgoglio della nazione, ed elemento capace più di ogni altro di fondere insieme i due fattori culturali che da sempre caratterizzano la storia del Regno Unito: la tradizione isolazionista e la tendenza all’esportazione dei propri originali modelli di vita. Il lavoro sarà composto di tre capitoli. La prima parte sarà dedicata alle origini del Common Law, i valori fondamentali su cui esso poggia, e il suo inserimento nel contesto storico-culturale britannico e dell’Europa continentale. L’idea di ‘rivalità’ del diritto comune rispetto al proprio storico antagonista, il diritto civile, emergerà in maniera chiara. Il secondo capitolo verterà invece sull’organizzazione e i rituali delle scuole di diritto dell’Inghilterra, con particolare attenzione riservata alle quattro, celebri Inns of Court della città di Londra: la Lincoln’s Inn, la Gray’s Inn, la Inner Temple e la Middle Temple. Si tratta di casi studio di estrema rilevanza per comprendere nei dettagli le dinamiche che regolano la vita quotidiana all’interno di questi grandi istituti educativi. Questa seconda parte sarà la più ricca di contenuti, in quanto abbondano le fonti secondarie dedicate alla descrizione delle Inns of Court di Londra, considerate dagli storiografi britannici come veri patrimoni nazionali del Regno Unito. L’analisi delle scuole della capitale verterà non soltanto sugli aspetti più prettamente giuridici e formativi, ma altresì su considerazioni di carattere artistico che rappresentano un modo certamente inusuale di affrontare le problematiche legate al diritto. Questo allargamento di orizzonte è dovuto alla stretta connessione esistente tra le Inns of Court e le varie esperienze artistico-culturali che hanno caratterizzato il percorso storico della Gran Bretagna. La terza e ultima parte riguarderà infine un’analisi delle Inns of Court nel resto del mondo anglosassone. Il modello del diritto comune e i sistemi di formazione dei giovani, aspiranti giuristi sono stati infatti esportati con grande successo dai britannici in paesi come Stati Uniti, Irlanda, Australia, realtà che saranno oggetto di un’analisi tesa ad approfondire i punti di contatto e di distanza tra le scuole di diritto di questi paesi e quelle dell’Inghilterra. Un caso a parte risulterà invece quello della Scozia, nazione costituiva del Regno Unito che adotta un sistema giuridico misto (cioè compresenza di elementi di Civil Law e Common Law), denominato Scots Law. Nonostante il diritto romanistico sia parte integrante del diritto vigente in Scozia, il modello delle Inns of Court è stato in grado di imporsi anche in questa realtà così particolare. Alcuni studiosi, tra cui il giornalista italiano Dino Messina, hanno descritto ‘il Commonwealth delle nazioni’, erede culturale del vecchio impero britannico, come un simbolo polveroso e privo di contenuti effettivi. Se è vero che la Gran Bretagna, in seguito al processo di decolonizzazione, non esercita più un’influenza politica diretta sui suoi vecchi possedimenti, è altrettanto sacrosanto continuare a descrivere la Gran Bretagna del XXI secolo come una vera ‘superpotenza culturale’. La lingua inglese è ancora considerata come l’idioma universale, un elemento in grado di unire i popoli del mondo sotto un’unica bandiera comunicativa. Il diritto comune, come vedremo, rappresenta un altro fattore in grado di mettere in stretto contatto mondi lontani. L’analisi delle Inns of Court, e il loro pieno inserimento nel contesto internazionale del diritto comune, ci forniranno chiaramente la sensazione dei popoli di lingua inglese come di una realtà molto coesa e in piena evoluzione, in cui la Gran Bretagna è ancora in grado di esercitare un significativo ruolo di guida e d’influenza culturale. Questa ricerca è basata principalmente sulle fonti secondarie, alcune di esse anche estremamente datate, riguardanti la storia delle Inns of Court e il ruolo da esse svolto tanto nella preservazione, quanto nell’opera di rinnovamento del diritto comune. La stessa analisi delle radici storiche del Common Law, e della sua ancestrale contrapposizione con il diritto di matrice romanistica, ha avuto necessità di un materiale storiografico molto ampio, e in alcuni casi, anche molto antico.
2019
978-88-5516-153-4
diritto; storia; Regno Unito
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Storia e politica degli Inns of Court nel mondo / Volpe, Andrea. - (2019), pp. 1-148.
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