Il saggio affronta criticamente un episcopato tra i più importanti nella storia della diocesi neritina, che impresse un segno indelebile non solo nelle istituzioni ecclesiastiche locali, ma anche nella vita civile e nelle vicende artistico-culturali della città e del distretto diocesano, influenzando anche la restante parte della penisola salentina. Nell’attività di rilancio dell’immagine un po’ appannata della città e della diocesi il vescovo si avvalse della collaborazione del fratello Ferdinando, architetto di levatura internazionale che lasciò a Nardò non poche tracce del suo passaggio. Attraverso l’intenso impegno profuso dal presule senza risparmio di risorse e di energie, si affermarono in diocesi istanze di modernizzazione in campo religioso, culturale e sociale, maturate nel corso della sua ricca esperienza di canonico della Chiesa napoletana consolidatasi prima dell’ascesa alla cattedra neritina. Il multiforme processo di rinnovamento culturale che investì la diocesi di Nardò nei decenni che precedettero l’età delle riforme si manifestò anche in un proficuo rapporto tra vescovo e municipalità, protagonisti indiscussi della scena cittadina, e nell’occupazione da parte della Chiesa locale di spazi di potere, reali e simbolici, del tutto inediti.L'articolo racconta il grande e inedito ruolo del Sanfelice urbanista mediante ambiti di indagine esplorati attraverso puntuali ricerche documentali, che hanno fornito originali chiavi interpretative ad uno dei fenomeni tra i più significativi della storia locale, riverberando in periferia tensioni e suggestioni della cultura europea nel passaggio dal Barocco all’Età dei Lumi.
Piazze, guglie e modelli scenografici. L’inedito ruolo di Ferdinando Sanfelice urbanista a Nardò / De Pascalis, Donato Giancarlo. - (2006), pp. 190-206.
Piazze, guglie e modelli scenografici. L’inedito ruolo di Ferdinando Sanfelice urbanista a Nardò
De Pascalis, Donato Giancarlo
2006
Abstract
Il saggio affronta criticamente un episcopato tra i più importanti nella storia della diocesi neritina, che impresse un segno indelebile non solo nelle istituzioni ecclesiastiche locali, ma anche nella vita civile e nelle vicende artistico-culturali della città e del distretto diocesano, influenzando anche la restante parte della penisola salentina. Nell’attività di rilancio dell’immagine un po’ appannata della città e della diocesi il vescovo si avvalse della collaborazione del fratello Ferdinando, architetto di levatura internazionale che lasciò a Nardò non poche tracce del suo passaggio. Attraverso l’intenso impegno profuso dal presule senza risparmio di risorse e di energie, si affermarono in diocesi istanze di modernizzazione in campo religioso, culturale e sociale, maturate nel corso della sua ricca esperienza di canonico della Chiesa napoletana consolidatasi prima dell’ascesa alla cattedra neritina. Il multiforme processo di rinnovamento culturale che investì la diocesi di Nardò nei decenni che precedettero l’età delle riforme si manifestò anche in un proficuo rapporto tra vescovo e municipalità, protagonisti indiscussi della scena cittadina, e nell’occupazione da parte della Chiesa locale di spazi di potere, reali e simbolici, del tutto inediti.L'articolo racconta il grande e inedito ruolo del Sanfelice urbanista mediante ambiti di indagine esplorati attraverso puntuali ricerche documentali, che hanno fornito originali chiavi interpretative ad uno dei fenomeni tra i più significativi della storia locale, riverberando in periferia tensioni e suggestioni della cultura europea nel passaggio dal Barocco all’Età dei Lumi.File | Dimensione | Formato | |
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