Nel Salento vi sono numerose pietrefitte tipo "menhir" costituiti da blocchi di pietra leccese di dimensioni variabili ma per la maggior parte alti tre metri e con base quadrata o rettangolare di 30-40 cm. Secondo alcuni storici in epoca arcaica esse rappresentavano delle steli votive, edificate per riti pagani in onore di divinità della natura. Secondo altre ipotesi le prime comunità cristiane, che nel Salento erano già numerose fin dal I secolo, in assenza di altri edifici, si radunavano sotto tali arredi urbani per pregare o celebrare funzioni religiose. Dopo il Concilio di Trento (1564), queste pietrefitte, specialmente se ubicate all'interno dei paesi, vennero sormontate da croci, anch'esse in pietra leccese, e si consolidò la tradizione di benedire sotto di esse le palme e i ramoscelli di ulivi la domenica delle Palme. Da qui l'origine del nome, Osanna (Sannà in dialetto salentino), che rievoca il saluto di reverenza e adorazione che, nel Nuovo Testamento, le folle rivolgono a Gesù Cristo che entra a Gerusalemme, passo evangelico commemorato per l'appunto in tale festività. Quello di NArdò rappresenta in caso studio grazie al particolare tempietto che lo ingloba e che tanti misteri ancora lascia tra gli studiosi.

Il tempietto dell'Osanna a Nardò. Aspetti urbanistici e architettonici / DE PASCALIS, Donato Giancarlo. - (2003), pp. 182-192.

Il tempietto dell'Osanna a Nardò. Aspetti urbanistici e architettonici

DE PASCALIS DONATO GIANCARLO
2003

Abstract

Nel Salento vi sono numerose pietrefitte tipo "menhir" costituiti da blocchi di pietra leccese di dimensioni variabili ma per la maggior parte alti tre metri e con base quadrata o rettangolare di 30-40 cm. Secondo alcuni storici in epoca arcaica esse rappresentavano delle steli votive, edificate per riti pagani in onore di divinità della natura. Secondo altre ipotesi le prime comunità cristiane, che nel Salento erano già numerose fin dal I secolo, in assenza di altri edifici, si radunavano sotto tali arredi urbani per pregare o celebrare funzioni religiose. Dopo il Concilio di Trento (1564), queste pietrefitte, specialmente se ubicate all'interno dei paesi, vennero sormontate da croci, anch'esse in pietra leccese, e si consolidò la tradizione di benedire sotto di esse le palme e i ramoscelli di ulivi la domenica delle Palme. Da qui l'origine del nome, Osanna (Sannà in dialetto salentino), che rievoca il saluto di reverenza e adorazione che, nel Nuovo Testamento, le folle rivolgono a Gesù Cristo che entra a Gerusalemme, passo evangelico commemorato per l'appunto in tale festività. Quello di NArdò rappresenta in caso studio grazie al particolare tempietto che lo ingloba e che tanti misteri ancora lascia tra gli studiosi.
2003
Il Tesoro delle città. Strenna dell'associazione Storia della città. Vol. I-2003,
8878905437
Puglia; Salento; Osanna; Menhir; Pietrafitta; Barocco leccese
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Il tempietto dell'Osanna a Nardò. Aspetti urbanistici e architettonici / DE PASCALIS, Donato Giancarlo. - (2003), pp. 182-192.
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