“Sono le cose che fanno, in prima istanza, l’abitazione”. Maurizio Vitta, in Dell’abitare, cercando di definire una possibile natura sociale dell’abitare, ci propone una riflessione sugli oggetti. Attrezzature di casa, ammobiliamento, cose che popolano e personalizzano lo spazio abitato ed in cui si riflettono i mutamenti della società. Oggi, dove tutto sta diventando sempre più immateriale, gran parte delle nostre cose vengono raccolte in “nuvole” virtuali, non tangibili, che non comunicano il peso del grave, che invece nutre la materia architettonica. Quali gli strumenti e come possiamo noi architetti operare in questa realtà sempre più effimera? Attraverso un’analisi di architetture, si vuole provare ad individuare temi, spunti e metodologie progettuali. Se pensiamo agli interni di A. Aalto, Le Corbusier, M. Breuer, o ancora Giò Ponti, F. Albini; essi hanno sempre incluso all’interno del progetto l’idea di poter lasciar all’abitante la possibilità di contenere, vedere, collezionare gli oggetti che fanno della sua casa, la propria abitazione. “La vita è piena di occasioni per poter raccogliere dei soprammobili che siano oggetti per pensare: questa chiocciola di mare, questa pigna stupenda o questo minerale. E forse ci piacerà pensare a qualcosa, in quest’ora di riposo, in quest’ora di distensione, a casa nostra”.
Le case, le cose. Il ruolo degli oggetti nel “progetto dell’abitare” / Rotondi, Chiara. - (2020).
Le case, le cose. Il ruolo degli oggetti nel “progetto dell’abitare”
Chiara Rotondi
2020
Abstract
“Sono le cose che fanno, in prima istanza, l’abitazione”. Maurizio Vitta, in Dell’abitare, cercando di definire una possibile natura sociale dell’abitare, ci propone una riflessione sugli oggetti. Attrezzature di casa, ammobiliamento, cose che popolano e personalizzano lo spazio abitato ed in cui si riflettono i mutamenti della società. Oggi, dove tutto sta diventando sempre più immateriale, gran parte delle nostre cose vengono raccolte in “nuvole” virtuali, non tangibili, che non comunicano il peso del grave, che invece nutre la materia architettonica. Quali gli strumenti e come possiamo noi architetti operare in questa realtà sempre più effimera? Attraverso un’analisi di architetture, si vuole provare ad individuare temi, spunti e metodologie progettuali. Se pensiamo agli interni di A. Aalto, Le Corbusier, M. Breuer, o ancora Giò Ponti, F. Albini; essi hanno sempre incluso all’interno del progetto l’idea di poter lasciar all’abitante la possibilità di contenere, vedere, collezionare gli oggetti che fanno della sua casa, la propria abitazione. “La vita è piena di occasioni per poter raccogliere dei soprammobili che siano oggetti per pensare: questa chiocciola di mare, questa pigna stupenda o questo minerale. E forse ci piacerà pensare a qualcosa, in quest’ora di riposo, in quest’ora di distensione, a casa nostra”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.