Lo scenario post-vedico trova un riscontro nel Mahābhārata, che pur presentandosi come manifesto ideologico dell’ortodossia brahmanica, contiene elementi di sostrato che già Held (1935) ascrisse alla “sabhā-society” rappresentata dal fenomeno Vrātya. Nell’Udyoga Parvan emerge una società basata su una relazione dicotomica ambigua tra il varṇa dei Brahmani e quello degli Kṣatriya, non esente da reciproche influenze, che restituisce un ritratto dell'“eroe epico” come guerriero-asceta che potrebbe risalire a una realtà pre-ortodossa. Gli studi condotti da Brockington (1998), Harzer (2005), Pontillo (2016) e Vassilkov (2016) hanno dimostrato che il Mahābhārata è un’importante fonte per la ricostruzione del contesto socio-culturale Vrātya di matrice indoaria antica. Pertanto, la presente ricerca, nonostante lo scetticismo di Brodbeck (2009: 9-10) riguardo all’interpretazione dei Veda e del Mahābhārata in chiave storica, tiene conto della direzione intrapresa dagli studi nell’ultimo ventennio, e si focalizza sullo kṣatriyadharma antico sulla base della definizione di guerriero di Kuntī (5.134.15-21), dei passi legati alle qualità ascetiche dei Pāṇḍava (5.22.3-7 e 10-16; ), della presentazione di Yudhiṣṭhira come Dharmarājan (5.22.33-34; 27.7-10) e di Kṛṣṇa come modello divino di guerriero consacrato (5.66.1-15; 70.85-93). Le aspirazioni di tipo ascetico giocano infatti un ruolo importante all'interno di questa società di puruṣottamāḥ, che incarnano molte delle caratteristiche ricostruite per l’antica cultura indoaria dei Vrātya, cosicché i personaggi che vi figurano primeggiano e si distinguono per status e per eccezionali qualità guerriere e ascetico-religiose, che li assimilano più a semidèi che a esseri umani: essenziali sono i modelli insistiti di Nara e Nārāyaṇa, antecedenti dei guerrieri asceti Arjuna e Kṛṣṇa (5.94.14-20; 30-34) e il discorso di Sanatsujāta che accenna alla pratica del Brahmacarya (5.42.2-11; 44.3-4 e 14-17), da intendersi nel senso di “sequela del Brahman” avvalorato da Neri-Pontillo (2016).

Le qualità del guerriero consacrato nell’Udyoga parvan come possibili tracce di un sostrato culturale indoario antico / Falqui, Diletta. - (2019). (Intervento presentato al convegno Convegno e Assemblea dei Soci dell’Associazione Italiana di Studi Sanscriti (AISS) tenutosi a Turin; Italy).

Le qualità del guerriero consacrato nell’Udyoga parvan come possibili tracce di un sostrato culturale indoario antico

Diletta Falqui
2019

Abstract

Lo scenario post-vedico trova un riscontro nel Mahābhārata, che pur presentandosi come manifesto ideologico dell’ortodossia brahmanica, contiene elementi di sostrato che già Held (1935) ascrisse alla “sabhā-society” rappresentata dal fenomeno Vrātya. Nell’Udyoga Parvan emerge una società basata su una relazione dicotomica ambigua tra il varṇa dei Brahmani e quello degli Kṣatriya, non esente da reciproche influenze, che restituisce un ritratto dell'“eroe epico” come guerriero-asceta che potrebbe risalire a una realtà pre-ortodossa. Gli studi condotti da Brockington (1998), Harzer (2005), Pontillo (2016) e Vassilkov (2016) hanno dimostrato che il Mahābhārata è un’importante fonte per la ricostruzione del contesto socio-culturale Vrātya di matrice indoaria antica. Pertanto, la presente ricerca, nonostante lo scetticismo di Brodbeck (2009: 9-10) riguardo all’interpretazione dei Veda e del Mahābhārata in chiave storica, tiene conto della direzione intrapresa dagli studi nell’ultimo ventennio, e si focalizza sullo kṣatriyadharma antico sulla base della definizione di guerriero di Kuntī (5.134.15-21), dei passi legati alle qualità ascetiche dei Pāṇḍava (5.22.3-7 e 10-16; ), della presentazione di Yudhiṣṭhira come Dharmarājan (5.22.33-34; 27.7-10) e di Kṛṣṇa come modello divino di guerriero consacrato (5.66.1-15; 70.85-93). Le aspirazioni di tipo ascetico giocano infatti un ruolo importante all'interno di questa società di puruṣottamāḥ, che incarnano molte delle caratteristiche ricostruite per l’antica cultura indoaria dei Vrātya, cosicché i personaggi che vi figurano primeggiano e si distinguono per status e per eccezionali qualità guerriere e ascetico-religiose, che li assimilano più a semidèi che a esseri umani: essenziali sono i modelli insistiti di Nara e Nārāyaṇa, antecedenti dei guerrieri asceti Arjuna e Kṛṣṇa (5.94.14-20; 30-34) e il discorso di Sanatsujāta che accenna alla pratica del Brahmacarya (5.42.2-11; 44.3-4 e 14-17), da intendersi nel senso di “sequela del Brahman” avvalorato da Neri-Pontillo (2016).
2019
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1344423
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