L'urbanistica moderna ha profondamente mutato il rapporto tra città e acqua (Hough, 1984; Illich, 1985; Guillerme, 1994). Nella Roma del dopoguerra, le marane erano sinonimo di malattie e alluvioni per i precari insediamenti delle nuove periferie e, al tempo stesso, costituivano un luogo di ritrovo e l'occasione di bagni improvvisati per i cosiddetti ragazzi di vita . La strategia di intervento inaugurata negli anni '70 - a seguito dell'epidemia di colera che ha colpito alcuni grandi centri dell'Italia centro-meridionale - ha comportato la sistematica cancellazione (tombamento degli alvei, intubamento delle acque, ecc.) delle marane in tutte le aree urbanizzate della città . A questa prima strategia se ne è poi sovrapposta una seconda, a partire dalla seconda metà degli anni '80 (legge Galasso e seg.), che ha puntato alla tutela dei fossi d'acqua ancora esistenti all'interno del perimetro urbano, in corrispondenza di aree relativamente naturali (future aree protette). Il risultato che oggi è davanti ai nostri occhi è una gestione "schizofrenica" nel reticolo idrografico minore , fenomeno riconoscibile anche nell'ambito di un singolo corpo idrico quale è il fosso di San Basilio.
Verso una riqualificazione "non-moderna" delle marane romane / Macchi, Silvia. - STAMPA. - (2001), pp. 105-126.
Verso una riqualificazione "non-moderna" delle marane romane
MACCHI, Silvia
2001
Abstract
L'urbanistica moderna ha profondamente mutato il rapporto tra città e acqua (Hough, 1984; Illich, 1985; Guillerme, 1994). Nella Roma del dopoguerra, le marane erano sinonimo di malattie e alluvioni per i precari insediamenti delle nuove periferie e, al tempo stesso, costituivano un luogo di ritrovo e l'occasione di bagni improvvisati per i cosiddetti ragazzi di vita . La strategia di intervento inaugurata negli anni '70 - a seguito dell'epidemia di colera che ha colpito alcuni grandi centri dell'Italia centro-meridionale - ha comportato la sistematica cancellazione (tombamento degli alvei, intubamento delle acque, ecc.) delle marane in tutte le aree urbanizzate della città . A questa prima strategia se ne è poi sovrapposta una seconda, a partire dalla seconda metà degli anni '80 (legge Galasso e seg.), che ha puntato alla tutela dei fossi d'acqua ancora esistenti all'interno del perimetro urbano, in corrispondenza di aree relativamente naturali (future aree protette). Il risultato che oggi è davanti ai nostri occhi è una gestione "schizofrenica" nel reticolo idrografico minore , fenomeno riconoscibile anche nell'ambito di un singolo corpo idrico quale è il fosso di San Basilio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.