In questo saggio il tema dell’accessibilità e dello spostamento nei territori urbanizzati di Roma è stato affrontato in modo non settoriale, tendendo a a ri-attaccare, e non semplicemente accostare, le questioni che riguardano la crescita della popolazione urbanizzata, i nuovi spazi costruiti e gli spostamenti nel vasto territorio di Roma, cercando di argomentare in modo ordinato quello che tutti già sanno: gli abitanti della città metropolitana (cioè del territorio provinciale di Roma)sperimentano sulla loro pelle nuove forme di “prigionia” connesse allagrandedifficoltàdi spostarsi da una parte all’altra dello spazio urbanizzato. La condizione di disagio è ovviamente maggiore per i soggetti più deboli (per reddito, età, provenienza, condizioni di salute, ecc.), obbligati a ricorrere al trasporto pubblico. Comunque lo si voglia chiamare il nuovo modo di abitare che osserviamo nell’area romanacomporta unagrande dispersione di energia e di salute, limitando pesantemente i diritti di cittadinanza connessi all’accesso: accesso a spazi e servizi, accesso alle informazioni, accesso alle opportunità di crescita culturale, accesso alla dimensione collettiva degli spazi comuni (già scarsa nella città contemporanea), ecc.L’ipotesi di progetto che guida questa ricerca è che la possibilità di muoversi all’interno dello spazio urbanizzato, la possibilità di accedere senza tanta fatica ai luoghi dell’istruzione, della cura, del lavoro, della produzione culturale sia una pre-condizione di base per abbassare il tasso di alienazione, sviluppando una maggiore riflessività nei confronti del proprio stato di vita. Ripetere che le connessioni immateriali andranno a sostituirsi completamente a quelle fisiche, e che le opportunità saranno connesse esclusivamente alla circolazione di dati e informazioni, appare del tutto patetica rispetto alle condizioni di costrizione che osserviamo nella città contemporanea, e alla sofferenza -del tutto fisica e materiale- derivante, per es., dall’incremento spaventoso delle patologie della sedentarietà e dell’isolamento, come l’obesità, il diabete e la depressione. Nessuna fuga dallo spazio appare possibile se non si vogliono abbandonare le persone che ogni giorno vi rimangono impigliate.

Nuovi prigionieri urbani / Caravaggi, Lucina. - (2019), pp. 22-51. - DIAP PRINT.

Nuovi prigionieri urbani

Lucina Caravaggi
2019

Abstract

In questo saggio il tema dell’accessibilità e dello spostamento nei territori urbanizzati di Roma è stato affrontato in modo non settoriale, tendendo a a ri-attaccare, e non semplicemente accostare, le questioni che riguardano la crescita della popolazione urbanizzata, i nuovi spazi costruiti e gli spostamenti nel vasto territorio di Roma, cercando di argomentare in modo ordinato quello che tutti già sanno: gli abitanti della città metropolitana (cioè del territorio provinciale di Roma)sperimentano sulla loro pelle nuove forme di “prigionia” connesse allagrandedifficoltàdi spostarsi da una parte all’altra dello spazio urbanizzato. La condizione di disagio è ovviamente maggiore per i soggetti più deboli (per reddito, età, provenienza, condizioni di salute, ecc.), obbligati a ricorrere al trasporto pubblico. Comunque lo si voglia chiamare il nuovo modo di abitare che osserviamo nell’area romanacomporta unagrande dispersione di energia e di salute, limitando pesantemente i diritti di cittadinanza connessi all’accesso: accesso a spazi e servizi, accesso alle informazioni, accesso alle opportunità di crescita culturale, accesso alla dimensione collettiva degli spazi comuni (già scarsa nella città contemporanea), ecc.L’ipotesi di progetto che guida questa ricerca è che la possibilità di muoversi all’interno dello spazio urbanizzato, la possibilità di accedere senza tanta fatica ai luoghi dell’istruzione, della cura, del lavoro, della produzione culturale sia una pre-condizione di base per abbassare il tasso di alienazione, sviluppando una maggiore riflessività nei confronti del proprio stato di vita. Ripetere che le connessioni immateriali andranno a sostituirsi completamente a quelle fisiche, e che le opportunità saranno connesse esclusivamente alla circolazione di dati e informazioni, appare del tutto patetica rispetto alle condizioni di costrizione che osserviamo nella città contemporanea, e alla sofferenza -del tutto fisica e materiale- derivante, per es., dall’incremento spaventoso delle patologie della sedentarietà e dell’isolamento, come l’obesità, il diabete e la depressione. Nessuna fuga dallo spazio appare possibile se non si vogliono abbandonare le persone che ogni giorno vi rimangono impigliate.
2019
Roma in movimento. Pontili per collegare territori sconnessi
9788822903808
accessibilità urbana; Roma; diritto alla città
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Nuovi prigionieri urbani / Caravaggi, Lucina. - (2019), pp. 22-51. - DIAP PRINT.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1344128
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