Le scienze del design si manifestano abitualmente come fenomeni di mediazione tra bisogni individuali e bisogni collettivi che oscillano tra grandezze riconducibili alle merceologie presenti nelle varietà dei mercati, ed altre soggette alla pluralità delle condizioni sociali e dei contesti culturali. Ma la mediazione di cui si è detto, oltre che attraversare l’annosa questione che nel design divide gli strumenti dai contenuti e questi dal “fare design”, incide soprattutto sul tema dell’elaborazione di modelli teorici. In generale la teoria del design risulta relegata ai margini della ricerca scientifica (1). Inoltre, se consideriamo l’“esaltazione di senso” che attraversa la progettualità del design - non solo nei suoi passaggi di scala (dai prodotti alle strategie), ma nell’osmosi con le altre discipline - ciò che oggi appare mancare sul versante teorico, per comprendere anche come essa muti nella relazione con il “soggetto territorio”, è la capacità di elaborare un lessico aggiornato. Parole, soprattutto ricalibrate, per descrivere la combinazione tra un territorio reale e la sua traduzione metaforica; per narrare la trasformazione valoriale delle sue componenti fisiche e simboliche; per raccontare anche del disordine di reti, persone e governance che li compongono, probabilmente tacitamente disposte nel richiedere non una progettualità speciale, ma ordinaria purché adeguata nell’uso delle risorse, ma innanzitutto in grado di realizzarsi.
Note sul linguaggio del progetto per il territorio / Cristallo, Vincenzo. - (2018), pp. 33-39.
Note sul linguaggio del progetto per il territorio
Vincenzo Cristallo
2018
Abstract
Le scienze del design si manifestano abitualmente come fenomeni di mediazione tra bisogni individuali e bisogni collettivi che oscillano tra grandezze riconducibili alle merceologie presenti nelle varietà dei mercati, ed altre soggette alla pluralità delle condizioni sociali e dei contesti culturali. Ma la mediazione di cui si è detto, oltre che attraversare l’annosa questione che nel design divide gli strumenti dai contenuti e questi dal “fare design”, incide soprattutto sul tema dell’elaborazione di modelli teorici. In generale la teoria del design risulta relegata ai margini della ricerca scientifica (1). Inoltre, se consideriamo l’“esaltazione di senso” che attraversa la progettualità del design - non solo nei suoi passaggi di scala (dai prodotti alle strategie), ma nell’osmosi con le altre discipline - ciò che oggi appare mancare sul versante teorico, per comprendere anche come essa muti nella relazione con il “soggetto territorio”, è la capacità di elaborare un lessico aggiornato. Parole, soprattutto ricalibrate, per descrivere la combinazione tra un territorio reale e la sua traduzione metaforica; per narrare la trasformazione valoriale delle sue componenti fisiche e simboliche; per raccontare anche del disordine di reti, persone e governance che li compongono, probabilmente tacitamente disposte nel richiedere non una progettualità speciale, ma ordinaria purché adeguata nell’uso delle risorse, ma innanzitutto in grado di realizzarsi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.