«L’amore teme la ragione, la ragione teme l’amore. Entrambi si sforzano di fare a meno dell’altro, ma quando questo accade, prima o poi cominciano i guai. Questo è il dilemma dell’amore. E della ragione» . Sembra l’incipit di una tragedia di Shakespeare. Invece è una frase di Bauman che delinea perfettamente l’irrazionalità dell’azione umana di cui questo saggio intende trattare. Sebbene la ragione e i sentimenti siano in continua tensione, nell’odierna epoca postmoderna la digitalizzazione ha preso il sopravvento riuscendo a confondere le due dimensioni e spingendo ulteriormente la quotidianità verso l’incertezza. Le grandi opposizioni che caratterizzavano la vita sociale sono sempre più liquide e sfumate a causa delle nuove tecnologie digitali (specialmente i social-network) che hanno introdotto una nuova “meta-divisione”, tra online e offline, che ormai ingloba e ridefinisce ogni altra attività. Le relazioni nascono, vengono vissute, consumate e terminate dietro a uno schermo. La migrazione della vita online si traduce nella paradossale situazione dove i sensi risultano obnubilati dalla pseudo-libertà conquistata: basta geolocalizzarsi in altro posto perché tutti (se stessi compresi?) credano che effettivamente ci si è stati; si sente il bisogno di fotografare e mostrare il cibo prima di nutrirsi; soprattutto, si sente la necessità di tenere sotto controllo i movimenti della persona amata e/o desiderata tracciandone grossolanamente l’andamento della vita quotidiana tramite i post sui social-network, ignorando e dimenticando che la localizzazione su Facebook, la foto su Instagram e l’ultimo accesso su Whatsapp non sono effettivamente specchio della vita vissuta. Si permette consapevolmente al “virtuale” di sovrapporsi al “reale”, catapultandosi in una sorta di Matrix dove sentimenti e decisioni sono mediati da ciò che si vede dietro a uno schermo e non da ciò si sente nell’intimo. In tale modo, si è favorita la costruzione di una gabbia virtuale all’interno della preesistente gabbia d’acciaio weberiana: una sorta di matrioska di gabbie 2.0 dove si consumano passivamente i contenuti dei legami sociali e dove più crescono gli stimoli online, più ci si ritrova a occupare una posizione di sottomissione da cui è difficile riconoscere dove inizino e finiscano la razionalità e la non razionalità, dunque è opportuno riflettere su cosa significhi costruire un legame online con un altro essere umano spostando l’attenzione sul ruolo che la tecnologia attuale - ad esempio: social networks, smartphone e accesso illimitato ad internet - svolge nel condizionare il nostro immaginario e la nostra vita affettiva e valutare il contributo che apporta nell’accrescimento della consapevolezza di chi siamo e di cosa vogliamo diventare.

“O social, social… perché sei tu social?”- delle relazioni liquide 2.0 / Rahiminia, Dariush. - (2019).

“O social, social… perché sei tu social?”- delle relazioni liquide 2.0

Dariush Rahiminia
2019

Abstract

«L’amore teme la ragione, la ragione teme l’amore. Entrambi si sforzano di fare a meno dell’altro, ma quando questo accade, prima o poi cominciano i guai. Questo è il dilemma dell’amore. E della ragione» . Sembra l’incipit di una tragedia di Shakespeare. Invece è una frase di Bauman che delinea perfettamente l’irrazionalità dell’azione umana di cui questo saggio intende trattare. Sebbene la ragione e i sentimenti siano in continua tensione, nell’odierna epoca postmoderna la digitalizzazione ha preso il sopravvento riuscendo a confondere le due dimensioni e spingendo ulteriormente la quotidianità verso l’incertezza. Le grandi opposizioni che caratterizzavano la vita sociale sono sempre più liquide e sfumate a causa delle nuove tecnologie digitali (specialmente i social-network) che hanno introdotto una nuova “meta-divisione”, tra online e offline, che ormai ingloba e ridefinisce ogni altra attività. Le relazioni nascono, vengono vissute, consumate e terminate dietro a uno schermo. La migrazione della vita online si traduce nella paradossale situazione dove i sensi risultano obnubilati dalla pseudo-libertà conquistata: basta geolocalizzarsi in altro posto perché tutti (se stessi compresi?) credano che effettivamente ci si è stati; si sente il bisogno di fotografare e mostrare il cibo prima di nutrirsi; soprattutto, si sente la necessità di tenere sotto controllo i movimenti della persona amata e/o desiderata tracciandone grossolanamente l’andamento della vita quotidiana tramite i post sui social-network, ignorando e dimenticando che la localizzazione su Facebook, la foto su Instagram e l’ultimo accesso su Whatsapp non sono effettivamente specchio della vita vissuta. Si permette consapevolmente al “virtuale” di sovrapporsi al “reale”, catapultandosi in una sorta di Matrix dove sentimenti e decisioni sono mediati da ciò che si vede dietro a uno schermo e non da ciò si sente nell’intimo. In tale modo, si è favorita la costruzione di una gabbia virtuale all’interno della preesistente gabbia d’acciaio weberiana: una sorta di matrioska di gabbie 2.0 dove si consumano passivamente i contenuti dei legami sociali e dove più crescono gli stimoli online, più ci si ritrova a occupare una posizione di sottomissione da cui è difficile riconoscere dove inizino e finiscano la razionalità e la non razionalità, dunque è opportuno riflettere su cosa significhi costruire un legame online con un altro essere umano spostando l’attenzione sul ruolo che la tecnologia attuale - ad esempio: social networks, smartphone e accesso illimitato ad internet - svolge nel condizionare il nostro immaginario e la nostra vita affettiva e valutare il contributo che apporta nell’accrescimento della consapevolezza di chi siamo e di cosa vogliamo diventare.
2019
Codici e luoghi. Abitare le relazioni nel reale/digitale
Relazioni digitali, Bauman, Comunicazione intergenerazionale
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
“O social, social… perché sei tu social?”- delle relazioni liquide 2.0 / Rahiminia, Dariush. - (2019).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1340007
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