La Riforma inglese, la crisi sacramentale, la riflessione sulle possibilità del linguaggio poetico: da questi tre elementi prende le mosse il volume, che propone una rilettura della poesia metafisica di John Donne, George Herbert e Richard Crashaw prestando attenzione non solo agli aspetti formali dei testi, ma anche ai loro rapporti con le speculazioni teologiche del tempo. Partendo dalla difesa di Sidney dell’“altra natura” della poesia, e tenendo conto degli attacchi dei puritani all’immoralità della human invention, il saggio interpreta il wit dei metafisici come lo strumento privilegiato di una più ampia strategia di compensazione poetica della crisi linguistica, prima ancora che religiosa ed epistemologica, provocata dalla critica dei riformati alla dottrina della transustanziazione. I salti del wit, la fragilità logica delle sue associazioni, l’artificiosità metapoetica, l’ironia corrosiva della discordia concors, così come le forme svuotate e risemantizzate del discorso religioso, sono la testimonianza retorica della fatica di tenere insieme pezzi di un mondo lacerato da dissidi teologici e nuovi paradigmi scientifici. La poesia diventa così l’unico luogo in cui è ancora possibile postulare verità capaci di competere, nonostante loro la forma provvisoria, ambigua o rovesciata, con quelle un tempo indiscusse della religione.
L'altra natura. Eucarestia e poesia nel primo Seicento inglese / Gallo, Carmen. - (2018).
L'altra natura. Eucarestia e poesia nel primo Seicento inglese
Carmen Gallo
2018
Abstract
La Riforma inglese, la crisi sacramentale, la riflessione sulle possibilità del linguaggio poetico: da questi tre elementi prende le mosse il volume, che propone una rilettura della poesia metafisica di John Donne, George Herbert e Richard Crashaw prestando attenzione non solo agli aspetti formali dei testi, ma anche ai loro rapporti con le speculazioni teologiche del tempo. Partendo dalla difesa di Sidney dell’“altra natura” della poesia, e tenendo conto degli attacchi dei puritani all’immoralità della human invention, il saggio interpreta il wit dei metafisici come lo strumento privilegiato di una più ampia strategia di compensazione poetica della crisi linguistica, prima ancora che religiosa ed epistemologica, provocata dalla critica dei riformati alla dottrina della transustanziazione. I salti del wit, la fragilità logica delle sue associazioni, l’artificiosità metapoetica, l’ironia corrosiva della discordia concors, così come le forme svuotate e risemantizzate del discorso religioso, sono la testimonianza retorica della fatica di tenere insieme pezzi di un mondo lacerato da dissidi teologici e nuovi paradigmi scientifici. La poesia diventa così l’unico luogo in cui è ancora possibile postulare verità capaci di competere, nonostante loro la forma provvisoria, ambigua o rovesciata, con quelle un tempo indiscusse della religione.File | Dimensione | Formato | |
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