Lo spirito e la macchina. Dada a Weimar

La cultura della Repubblica di Weimar non può essere analizzata secondo criteri univoci e coerenti; i fermenti politici che le hanno dato vita, le correnti filosofiche dalle quali ha preso ispirazione e carattere e i movimenti artistici che le hanno conferito verve e vitalità, sono molteplici e variegati, a volte in netto contrasto tra loro. Un binomio di termini può tuttavia aiutarci a districarci nella vasta e intricata rete di questo primo esperimento di repubblica tedesca, sorta dalle macerie della Prima guerra mondiale e terminata con l’avvento del nazionalsocialismo al potere: da un lato lo “spirito”, der Geist, un termine polifonico e dai tanti significati, spesso discordi e inconciliabili, dall’altro la “macchina”, die Maschine, emblema della modernità. A partire da questa coppia di parole si può cercare di delineare quelli che sono stati gli impulsi creativi che, nel bene e nel male, hanno contribuito a definire la cultura e l’arte figurativa e poetica della Repubblica di Weimar, pur mostrando tutta la contraddittorietà di un’epoca caratterizzata da una forte ambiguità ideologica ed espressiva