Con la proliferazione dei canali digitali, social network su tutti, si assiste ad una forma inedita di disintermediazione, che trasferisce gran parte del discorso politico nelle sempre più affollate agorà elettroniche del Web. Ciò che ne deriva è una campagna elettorale permanente incentrata sul leader, in cui costui risulta essere in grado di fungere da contatto diretto fra rappresentanti ed elettori. Le strategie di storytelling, fortemente personalizzate su misura del leader, dimostrano troppo spesso di fare presa principalmente sull’attenzione emotiva degli elettori, i quali, durante la loro esposizione selettiva ai contenuti, rischiano di trascurare la dimensione raziocinante che sostiene un’argomentazione a favore di un atteggiamento maturato prevalentemente sulla base di una sorta di “performance” da palcoscenico del leader di turno. Il rischio che si ravvisa in questi casi è quello di creare consenso sempre più attorno agli stimoli simpatetici dei tratti personali del leader e sempre meno in virtù di un programma politico condiviso.
Le nuove strategie di leaderizzazione al tempo dei social network / Calo', ERNESTO DARIO. - (2019), pp. 251-263. - IL RICCIO E LA VOLPE.
Le nuove strategie di leaderizzazione al tempo dei social network
CALO', ERNESTO DARIOWriting – Review & Editing
2019
Abstract
Con la proliferazione dei canali digitali, social network su tutti, si assiste ad una forma inedita di disintermediazione, che trasferisce gran parte del discorso politico nelle sempre più affollate agorà elettroniche del Web. Ciò che ne deriva è una campagna elettorale permanente incentrata sul leader, in cui costui risulta essere in grado di fungere da contatto diretto fra rappresentanti ed elettori. Le strategie di storytelling, fortemente personalizzate su misura del leader, dimostrano troppo spesso di fare presa principalmente sull’attenzione emotiva degli elettori, i quali, durante la loro esposizione selettiva ai contenuti, rischiano di trascurare la dimensione raziocinante che sostiene un’argomentazione a favore di un atteggiamento maturato prevalentemente sulla base di una sorta di “performance” da palcoscenico del leader di turno. Il rischio che si ravvisa in questi casi è quello di creare consenso sempre più attorno agli stimoli simpatetici dei tratti personali del leader e sempre meno in virtù di un programma politico condiviso.File | Dimensione | Formato | |
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