Nella Roma contemporanea, varie tipologie di abitanti si agirano nei tessuti metropolitani, rivendicando un diritto allo spazio pubblico, composto principalmente di strade, piazze e parchi attrezzati. Questo diritto di frequentare i luoghi in cui si può compiutamente vivere quella vita contemporanea fatta di incontri, scontri e scoperte, sembra sostanzialmente negato, soprattutto nella sconfinata periferia informale del Grande Raccordo Anulare. I cittadini di questi sobborghi non hanno la possibilità di perdersi nei luoghi collettivi e affollati della modernità, come le piazze e le strade, dove possono rimanere anonimi tra la folla e incontrare gente diversa dal proprio vicino di casa. Questi tipi di spazi di socializzazione, paradossalmente, sembrano negati anche nel centro storico antico, poiché è stato trasformato in un enorme mall e in un gigantesco museo. Resistono, invece, negli spazi «sporchi e promiscui» che ancora esistono nei “quartieri di mezzo” compresi tra le Mura aureliane e l’anello della grande infrastruttura periferica. Il saggio, ripercorrendo alcune esperienze di ricerca basate su installazioni artistiche presentate in varie esposizioni, mostra la necessità di tornare ad analizzare le strade, le piazze e gli altri luoghi sociali della grande città Novecentesca, in cui gli attori della metropoli riescono ancora a mischiarsi nel grande gioco urbano.
Diritto alla strada! / Lanzetta, Alessandro. - (2019), pp. 163-174.
Diritto alla strada!
Alessandro LanzettaPrimo
Membro del Collaboration Group
2019
Abstract
Nella Roma contemporanea, varie tipologie di abitanti si agirano nei tessuti metropolitani, rivendicando un diritto allo spazio pubblico, composto principalmente di strade, piazze e parchi attrezzati. Questo diritto di frequentare i luoghi in cui si può compiutamente vivere quella vita contemporanea fatta di incontri, scontri e scoperte, sembra sostanzialmente negato, soprattutto nella sconfinata periferia informale del Grande Raccordo Anulare. I cittadini di questi sobborghi non hanno la possibilità di perdersi nei luoghi collettivi e affollati della modernità, come le piazze e le strade, dove possono rimanere anonimi tra la folla e incontrare gente diversa dal proprio vicino di casa. Questi tipi di spazi di socializzazione, paradossalmente, sembrano negati anche nel centro storico antico, poiché è stato trasformato in un enorme mall e in un gigantesco museo. Resistono, invece, negli spazi «sporchi e promiscui» che ancora esistono nei “quartieri di mezzo” compresi tra le Mura aureliane e l’anello della grande infrastruttura periferica. Il saggio, ripercorrendo alcune esperienze di ricerca basate su installazioni artistiche presentate in varie esposizioni, mostra la necessità di tornare ad analizzare le strade, le piazze e gli altri luoghi sociali della grande città Novecentesca, in cui gli attori della metropoli riescono ancora a mischiarsi nel grande gioco urbano.File | Dimensione | Formato | |
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