Il volume indaga due tematiche di interesse sociale: la metropoli e l'omosessualità nella Berlino della Repubblica di Weimar. Per quanto riguarda la sfera dell'omosessualità è stata analizzata la questione giuridica concernente tale fenomeno e le questioni relative all’articolo di legge 175. In riferimento allo sviluppo urbano della metropoli sono tenute in considerazione le indagini portate avanti da autori come Simmel, Kracauer, Benjamin e Hessel che indicano le coordinate attraverso cui la città viene ad assumere le connotazioni di metropoli moderna. E’ proprio all'interno di questi nuovi spazi urbani che il fenomeno dell'omosessualità è stato analizzato, come parte integrante di quella subcultura urbana razionalizzata che è caratterizzata da due elementi fondamentali e tipici dell'omosessualità weimariana ossia l'anonimato della massa che abita la grande metropoli e la definitiva reificazione dell'individuo e del divertimento stesso. A questo proposito l'interesse si è mosso verso l'interazione dell'omosessuale con la città in direzione interna ed esterna: internamente nel contatto con i kracaueriani asili per senzatetto dove viene perpetuato il culto del divertimento; esternamente nell'attraversamento reale della città, in strade, piazze, vicoli e parchi, ed in primis nel Tiergarten. Di conseguenza lo scopo è stato quello di delineare una vera e propria mappatura della topografia della Berlino omosessuale del periodo 1919-1933. Berlino, anni Venti. La città, come la Germania intera, seppur uscita sconfitta dalla Prima guerra mondiale, si trasforma in metropoli e accoglie in sé le diversità più disparate. Tra queste, la scena alternativa ha finalmente l’occasione di trovare i suoi spazi urbani, interni ed esterni. Attraverso un processo di sedimentazione topografica – azione costantemente monitorata dalle autorità in virtù dell’articolo di legge 175 che vietava i rapporti uomo-uomo – l’omosessualità berlinese del tempo, guidata dall’azione pionieristica del sessuologo Magnus Hirschfeld, attraversa la città e determina la propria personale topografia tra il Tiergarten e il quartiere di Schöneberg. Tra tolleranza apparente e reale, l’auto-affermazione della comunità queer sembra realizzarsi in una convivenza possibile all’interno di quel laboratorio culturale, sociale, urbano, economico e politico che fu la Repubblica di Weimar, e in particolare Berlino.
La scena alternativa nella Repubblica di Weimar. Una topografia berlinese / Iannucci, Giulia. - (2019), pp. 1-304.
La scena alternativa nella Repubblica di Weimar. Una topografia berlinese
Giulia Iannucci
2019
Abstract
Il volume indaga due tematiche di interesse sociale: la metropoli e l'omosessualità nella Berlino della Repubblica di Weimar. Per quanto riguarda la sfera dell'omosessualità è stata analizzata la questione giuridica concernente tale fenomeno e le questioni relative all’articolo di legge 175. In riferimento allo sviluppo urbano della metropoli sono tenute in considerazione le indagini portate avanti da autori come Simmel, Kracauer, Benjamin e Hessel che indicano le coordinate attraverso cui la città viene ad assumere le connotazioni di metropoli moderna. E’ proprio all'interno di questi nuovi spazi urbani che il fenomeno dell'omosessualità è stato analizzato, come parte integrante di quella subcultura urbana razionalizzata che è caratterizzata da due elementi fondamentali e tipici dell'omosessualità weimariana ossia l'anonimato della massa che abita la grande metropoli e la definitiva reificazione dell'individuo e del divertimento stesso. A questo proposito l'interesse si è mosso verso l'interazione dell'omosessuale con la città in direzione interna ed esterna: internamente nel contatto con i kracaueriani asili per senzatetto dove viene perpetuato il culto del divertimento; esternamente nell'attraversamento reale della città, in strade, piazze, vicoli e parchi, ed in primis nel Tiergarten. Di conseguenza lo scopo è stato quello di delineare una vera e propria mappatura della topografia della Berlino omosessuale del periodo 1919-1933. Berlino, anni Venti. La città, come la Germania intera, seppur uscita sconfitta dalla Prima guerra mondiale, si trasforma in metropoli e accoglie in sé le diversità più disparate. Tra queste, la scena alternativa ha finalmente l’occasione di trovare i suoi spazi urbani, interni ed esterni. Attraverso un processo di sedimentazione topografica – azione costantemente monitorata dalle autorità in virtù dell’articolo di legge 175 che vietava i rapporti uomo-uomo – l’omosessualità berlinese del tempo, guidata dall’azione pionieristica del sessuologo Magnus Hirschfeld, attraversa la città e determina la propria personale topografia tra il Tiergarten e il quartiere di Schöneberg. Tra tolleranza apparente e reale, l’auto-affermazione della comunità queer sembra realizzarsi in una convivenza possibile all’interno di quel laboratorio culturale, sociale, urbano, economico e politico che fu la Repubblica di Weimar, e in particolare Berlino.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.