The book analyses the metropolitan topography of homosexuality in Weimar Berlin. More in detail, the relation between the urban theorization and development – as investigated by Georg Simmel, György Lukács, Siegfried Kracauer, and the Chicago school’s scholars – and the alternative scene shows the dynamics that lead to the creation of new internal and external city-spaces in which the movement and the physical geo-localization of homosexuality corresponds to a complementary urban adaptation mechanism. Such a dynamic is mainly investigated through the fundamental scientific and social approach by the sexologist Magnus Hirschfeld, notably in Berlins Drittes Geschlecht (1904) and Die Homosexualität des Mannes und Weibes (1914). On the one hand, the internal dimension is to be found in the contact with the clubs and bars where the “cult of the entertainment” was perpetuated following the guide lines given by the journalist Ruth Margarete Roellig in Berlins lesbische Frauen (1928) and the writer Curt Moreck in Führer durch das “lasterhafte” Berlin (1931). On the other hand, the external element is objectified within the real crossing of the city, notably the schwuler Wege and the Tiergarten, and in all the places where prostitution was present, as explained by Richard Linsert in Der Strichjunge. Eine Darstellung von einhundert Lebensläufen männlicher Prostituierter, in § 297,3. »Unzucht zwischen Männern«? Ein Beitrag zur Strafgesetzreform (1929) and Willy Pröger in Stätten der Berliner Prostitution (1930). Consequently, the homosexual phenomenon is studied within these new metropolitan spaces, as integral part of the rationalized urban society, in turn characterized by two typical elements of Weimar homosexuality: the anonymity of the mass dwelling the city and the definitive commodification of the city and the individual.

Il volume indaga due tematiche di interesse sociale: la metropoli e l'omosessualità nella Berlino della Repubblica di Weimar. Per quanto riguarda la sfera dell'omosessualità è stata analizzata la questione giuridica concernente tale fenomeno e le questioni relative all’articolo di legge 175. In riferimento allo sviluppo urbano della metropoli sono tenute in considerazione le indagini portate avanti da autori come Simmel, Kracauer, Benjamin e Hessel che indicano le coordinate attraverso cui la città viene ad assumere le connotazioni di metropoli moderna. E’ proprio all'interno di questi nuovi spazi urbani che il fenomeno dell'omosessualità è stato analizzato, come parte integrante di quella subcultura urbana razionalizzata che è caratterizzata da due elementi fondamentali e tipici dell'omosessualità weimariana ossia l'anonimato della massa che abita la grande metropoli e la definitiva reificazione dell'individuo e del divertimento stesso. A questo proposito l'interesse si è mosso verso l'interazione dell'omosessuale con la città in direzione interna ed esterna: internamente nel contatto con i kracaueriani asili per senzatetto dove viene perpetuato il culto del divertimento; esternamente nell'attraversamento reale della città, in strade, piazze, vicoli e parchi, ed in primis nel Tiergarten. Di conseguenza lo scopo è stato quello di delineare una vera e propria mappatura della topografia della Berlino omosessuale del periodo 1919-1933. Berlino, anni Venti. La città, come la Germania intera, seppur uscita sconfitta dalla Prima guerra mondiale, si trasforma in metropoli e accoglie in sé le diversità più disparate. Tra queste, la scena alternativa ha finalmente l’occasione di trovare i suoi spazi urbani, interni ed esterni. Attraverso un processo di sedimentazione topografica – azione costantemente monitorata dalle autorità in virtù dell’articolo di legge 175 che vietava i rapporti uomo-uomo – l’omosessualità berlinese del tempo, guidata dall’azione pionieristica del sessuologo Magnus Hirschfeld, attraversa la città e determina la propria personale topografia tra il Tiergarten e il quartiere di Schöneberg. Tra tolleranza apparente e reale, l’auto-affermazione della comunità queer sembra realizzarsi in una convivenza possibile all’interno di quel laboratorio culturale, sociale, urbano, economico e politico che fu la Repubblica di Weimar, e in particolare Berlino.

La scena alternativa nella Repubblica di Weimar. Una topografia berlinese / Iannucci, Giulia. - (2019), pp. 1-304.

La scena alternativa nella Repubblica di Weimar. Una topografia berlinese

Giulia Iannucci
2019

Abstract

The book analyses the metropolitan topography of homosexuality in Weimar Berlin. More in detail, the relation between the urban theorization and development – as investigated by Georg Simmel, György Lukács, Siegfried Kracauer, and the Chicago school’s scholars – and the alternative scene shows the dynamics that lead to the creation of new internal and external city-spaces in which the movement and the physical geo-localization of homosexuality corresponds to a complementary urban adaptation mechanism. Such a dynamic is mainly investigated through the fundamental scientific and social approach by the sexologist Magnus Hirschfeld, notably in Berlins Drittes Geschlecht (1904) and Die Homosexualität des Mannes und Weibes (1914). On the one hand, the internal dimension is to be found in the contact with the clubs and bars where the “cult of the entertainment” was perpetuated following the guide lines given by the journalist Ruth Margarete Roellig in Berlins lesbische Frauen (1928) and the writer Curt Moreck in Führer durch das “lasterhafte” Berlin (1931). On the other hand, the external element is objectified within the real crossing of the city, notably the schwuler Wege and the Tiergarten, and in all the places where prostitution was present, as explained by Richard Linsert in Der Strichjunge. Eine Darstellung von einhundert Lebensläufen männlicher Prostituierter, in § 297,3. »Unzucht zwischen Männern«? Ein Beitrag zur Strafgesetzreform (1929) and Willy Pröger in Stätten der Berliner Prostitution (1930). Consequently, the homosexual phenomenon is studied within these new metropolitan spaces, as integral part of the rationalized urban society, in turn characterized by two typical elements of Weimar homosexuality: the anonymity of the mass dwelling the city and the definitive commodification of the city and the individual.
2019
9788875753382
Il volume indaga due tematiche di interesse sociale: la metropoli e l'omosessualità nella Berlino della Repubblica di Weimar. Per quanto riguarda la sfera dell'omosessualità è stata analizzata la questione giuridica concernente tale fenomeno e le questioni relative all’articolo di legge 175. In riferimento allo sviluppo urbano della metropoli sono tenute in considerazione le indagini portate avanti da autori come Simmel, Kracauer, Benjamin e Hessel che indicano le coordinate attraverso cui la città viene ad assumere le connotazioni di metropoli moderna. E’ proprio all'interno di questi nuovi spazi urbani che il fenomeno dell'omosessualità è stato analizzato, come parte integrante di quella subcultura urbana razionalizzata che è caratterizzata da due elementi fondamentali e tipici dell'omosessualità weimariana ossia l'anonimato della massa che abita la grande metropoli e la definitiva reificazione dell'individuo e del divertimento stesso. A questo proposito l'interesse si è mosso verso l'interazione dell'omosessuale con la città in direzione interna ed esterna: internamente nel contatto con i kracaueriani asili per senzatetto dove viene perpetuato il culto del divertimento; esternamente nell'attraversamento reale della città, in strade, piazze, vicoli e parchi, ed in primis nel Tiergarten. Di conseguenza lo scopo è stato quello di delineare una vera e propria mappatura della topografia della Berlino omosessuale del periodo 1919-1933. Berlino, anni Venti. La città, come la Germania intera, seppur uscita sconfitta dalla Prima guerra mondiale, si trasforma in metropoli e accoglie in sé le diversità più disparate. Tra queste, la scena alternativa ha finalmente l’occasione di trovare i suoi spazi urbani, interni ed esterni. Attraverso un processo di sedimentazione topografica – azione costantemente monitorata dalle autorità in virtù dell’articolo di legge 175 che vietava i rapporti uomo-uomo – l’omosessualità berlinese del tempo, guidata dall’azione pionieristica del sessuologo Magnus Hirschfeld, attraversa la città e determina la propria personale topografia tra il Tiergarten e il quartiere di Schöneberg. Tra tolleranza apparente e reale, l’auto-affermazione della comunità queer sembra realizzarsi in una convivenza possibile all’interno di quel laboratorio culturale, sociale, urbano, economico e politico che fu la Repubblica di Weimar, e in particolare Berlino.
Dem Buch liegt die Erforschung zweier Thematiken sozialen Interesses und ihrer gegenseitigen Beeinflussung zugrunde: die Großstadt und die Homosexualität. Der soziologische Ansatz beider Kernpunkte nimmt Ausgang von Analysen, die sich direkt auf den gleichen geschichtlichen und politischen Kontext, die Weimarer Republik, aber auf verschiedene Anwendungsbereiche beziehen. In Hinblick auf den Bereich der Homosexualität ist es nötig, die Rechtslage – vor und während der Weimarer Republik – und die hitzigen Debatten zu berücksichtigen, die die Abschaffung des § 175 und die illusorische Liberalisierung im Jahre 1929 ausgelöst haben. In Bezug auf die städtische Entwicklung der Metropole – als eine Entität, die die Sozialphänomene beeinflusst und zugleich von diesen beeinflusst wird – die von Peter Gay als ein all-devouring monster definiert wird, ist es wichtig, die Charakteristiken der modernen Metropole zu verstehen. Es ist gerade eben in diesen neuen urbanen Räumen, dass das Phänomen der Homosexualität analysiert werden kann. Hierzu verlagert sich das Interesse des Projekts bezüglich der Interaktion der Homosexuellen mit der Stadt in zwei verschiedenen Dimensionen: auf eine „externe“ und auf eine „interne“ Dimension. Die externe Dimension zieht das reale Gewirr der Straßen, Plätze, Gassen und Parks in Betracht. Die interne Dimension hat mit den kracauerschen “Asylen für Obdachlose” zu tun, wo der Kult der Zerstreuung gepflegt wird. Sie sind die Lokale und die zur Subkultur gehörende Klubs wie z. B. „Eldorado“ und „Violetta“, wo sich „das dritte Geschlecht“ treffen konnte. Die innere Dimension könnte sich aber auch auf die spezifische, interne Optik der Homosexuellen beziehen, wobei die externe Dimension den Gesichtspunkt der „Betrachter“ reflektiert. Um das Phänomen anhand dieser doppelten Bewegung – nach außen und nach innen – richtig zu verorten, kann man eine regelrechte Topographie der Homosexualität im Berlin der Weimarer Republik erstellen.
omosessualità; Berlino; Repubblica di Weimar
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
La scena alternativa nella Repubblica di Weimar. Una topografia berlinese / Iannucci, Giulia. - (2019), pp. 1-304.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1322475
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