Lefebvre's fertile reflection on the "right to the city", then taken up by many other authors, has given rise to many discussions, criticisms, different positions and heated debates. The stimulus of this reflection still questions us today, because there are many inequalities, exclusions and difficulties that the contemporary city creates. Our cities are still marked by profound inequalities. The global economic system that prevails in the world today is constitutively producing inequalities, somehow it needs inequalities. Within this dynamic, processes and practices of re-appropriation of the city are widely developed in Italy and in the world. They are practices of re-appropriation which are also processes of re-signification, which reconstruct the links with one's life context, which transform space into places. These are the signs of the vitality of the city and its inhabitants. The interest in these experiences, which apparently may seem marginal, lies not only in the fact that they are today the only places that express alternative models of urban development, islands of land in the sea of ​​the spread of the neoliberal model, but also because they are the privileged places of cultural production and production of political culture. Beyond the paths followed, the experiences of self-organization express well the attempt to overcome that conflict between "form" and "life", which already signaled Simmel (1918) in discussing the culture of modernity. Modernity has in fact accustomed us to structure us in rigid forms that harness life, but life continually works to overcome these rigidities and to open up new, more adequate paths, of which the experiences of re-appropriation of the city and self-organization are perhaps the most significant expression.

La fertile riflessione di Lefebvre sul “diritto alla città”, poi ripresa da tanti altri autori, ha dato origine a molte discussioni, critiche, posizioni differenti e accesi dibattiti. Lo stimolo di tale riflessione ci interroga ancora oggi, perché molte sono le disuguaglianze, le esclusioni, le difficoltà che crea la città contemporanea. Le nostre città sono ancora segnate da profonde disuguaglianze. Il sistema economico globale che prevale oggi nel mondo produce costitutivamente disuguaglianze, in qualche modo ha bisogno delle disuguaglianze. All’interno di questa dinamica, si sviluppano diffusamente, in Italia e nel mondo processi e pratiche di riappropriazione della città. Sono pratiche di riappropriazione che sono anche processi di risignificazione, che ricostruiscono i legami col proprio contesto di vita, che trasformano lo spazio in luoghi. Sono questi i segni della vitalità della città e dei suoi abitanti. L’interesse verso queste esperienze, che apparentemente possono sembrare marginali, sta non solo nel fatto che costituiscono oggi gli unici luoghi che esprimono modelli alternativi di sviluppo urbano, isole di terra nel mare della diffusione del modello neoliberista, ma anche perché sono i luoghi privilegiati di produzione culturale e di produzione di cultura politica.Al di là dei percorsi seguiti, le esperienze di autorganizzazione esprimono bene il tentativo di superare quel conflitto tra “forma” e “vita”, che segnalava già Simmel (1918) nel discutere la cultura della modernità. La modernità infatti ci ha abituato a strutturarci in forme rigide che imbrigliano la vita, ma la vita opera continuamente per superare queste rigidità e per aprire a nuove strade, più adeguate, di cui le esperienze di riappropriazione della città e di autorganizzazione sono forse l’espressione più significativa.

Riappropriazione della città e autorganizzazione / Cellamare, Carlo. - (2019), pp. 87-94.

Riappropriazione della città e autorganizzazione

Cellamare, Carlo
2019

Abstract

Lefebvre's fertile reflection on the "right to the city", then taken up by many other authors, has given rise to many discussions, criticisms, different positions and heated debates. The stimulus of this reflection still questions us today, because there are many inequalities, exclusions and difficulties that the contemporary city creates. Our cities are still marked by profound inequalities. The global economic system that prevails in the world today is constitutively producing inequalities, somehow it needs inequalities. Within this dynamic, processes and practices of re-appropriation of the city are widely developed in Italy and in the world. They are practices of re-appropriation which are also processes of re-signification, which reconstruct the links with one's life context, which transform space into places. These are the signs of the vitality of the city and its inhabitants. The interest in these experiences, which apparently may seem marginal, lies not only in the fact that they are today the only places that express alternative models of urban development, islands of land in the sea of ​​the spread of the neoliberal model, but also because they are the privileged places of cultural production and production of political culture. Beyond the paths followed, the experiences of self-organization express well the attempt to overcome that conflict between "form" and "life", which already signaled Simmel (1918) in discussing the culture of modernity. Modernity has in fact accustomed us to structure us in rigid forms that harness life, but life continually works to overcome these rigidities and to open up new, more adequate paths, of which the experiences of re-appropriation of the city and self-organization are perhaps the most significant expression.
2019
Una città per tutti. Diritti, spazi, cittadinanza
978-88-5522-002-6
La fertile riflessione di Lefebvre sul “diritto alla città”, poi ripresa da tanti altri autori, ha dato origine a molte discussioni, critiche, posizioni differenti e accesi dibattiti. Lo stimolo di tale riflessione ci interroga ancora oggi, perché molte sono le disuguaglianze, le esclusioni, le difficoltà che crea la città contemporanea. Le nostre città sono ancora segnate da profonde disuguaglianze. Il sistema economico globale che prevale oggi nel mondo produce costitutivamente disuguaglianze, in qualche modo ha bisogno delle disuguaglianze. All’interno di questa dinamica, si sviluppano diffusamente, in Italia e nel mondo processi e pratiche di riappropriazione della città. Sono pratiche di riappropriazione che sono anche processi di risignificazione, che ricostruiscono i legami col proprio contesto di vita, che trasformano lo spazio in luoghi. Sono questi i segni della vitalità della città e dei suoi abitanti. L’interesse verso queste esperienze, che apparentemente possono sembrare marginali, sta non solo nel fatto che costituiscono oggi gli unici luoghi che esprimono modelli alternativi di sviluppo urbano, isole di terra nel mare della diffusione del modello neoliberista, ma anche perché sono i luoghi privilegiati di produzione culturale e di produzione di cultura politica.Al di là dei percorsi seguiti, le esperienze di autorganizzazione esprimono bene il tentativo di superare quel conflitto tra “forma” e “vita”, che segnalava già Simmel (1918) nel discutere la cultura della modernità. La modernità infatti ci ha abituato a strutturarci in forme rigide che imbrigliano la vita, ma la vita opera continuamente per superare queste rigidità e per aprire a nuove strade, più adeguate, di cui le esperienze di riappropriazione della città e di autorganizzazione sono forse l’espressione più significativa.
diritto alla città; cities; right to the city; reappropriation; selforganization; urban policies
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Riappropriazione della città e autorganizzazione / Cellamare, Carlo. - (2019), pp. 87-94.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1322103
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