Nel suo volume sulla rivoluzione industriale, T. S. Ashton affermava che commiserare i poveri contadini penalizzati dall’introduzione delle enclosures era tanto edificante quanto sbagliato. Senz’altro, l’introduzione di nuove tecnologie produceva nell’immediato delle incolpevoli vittime, che avrebbero dovuto cambiare il loro stile di vita, inurbarsi e adeguarsi a nuove esigenze produttive. Ma tutto questo costituiva un indubbio progresso per il genere umano, e gli stessi interessati ne videro i frutti, e così i loro figli, e i figli dei loro figli. L’innovazione ha sempre prodotto grandi benefici di lungo periodo, ma ha suscitato allo stesso tempo resistenze e scetticismi. Ogni singola innovazione generava sia benefici diffusi sia l’ostilità di chi si sentiva minacciato nei propri interessi. Il sistema capitalistico – anche quando temperato da forme diffuse di protezione sociale – non ha mai potuto fare a meno di questo processo continuo, che Schumpeter avrebbe definito distruzione creatrice. Scoperte sempre nuove, prodigiose invenzioni, inedite applicazioni di tecniche già esistenti, innovazioni nel sistema della distribuzione o della pubblicità avrebbero incessantemente rovesciato equilibri solo in apparenza immutabili. Questa particolare forma di selezione delle specie abbatteva rendite e posizioni di privilegio, costituendo un formidabile motore del mutamento sociale. Questo aspetto rivoluzionario del capitalismo gli garantì il pubblico elogio di Karl Marx, che gli attribuiva il merito di aver sciolto legami secolari legati alla società tradizionale. L’Inghilterra giunse per prima alla modernità industriale. Altre la seguirono più tardi, provando a colmare il gap accumulato, spesso attraverso modernizzazioni guidate dall’alto. In questi ultimi casi, si comprese il ruolo decisivo dell’istruzione tecnica, che venne spesso messa al servizio dell’industria, soprattutto pesante.

Competenze e automatizzazione: storia e attualità dei processi di innovazione / Bandini, Giacomo. - (2019), pp. 83-97.

Competenze e automatizzazione: storia e attualità dei processi di innovazione

Giacomo Bandini
2019

Abstract

Nel suo volume sulla rivoluzione industriale, T. S. Ashton affermava che commiserare i poveri contadini penalizzati dall’introduzione delle enclosures era tanto edificante quanto sbagliato. Senz’altro, l’introduzione di nuove tecnologie produceva nell’immediato delle incolpevoli vittime, che avrebbero dovuto cambiare il loro stile di vita, inurbarsi e adeguarsi a nuove esigenze produttive. Ma tutto questo costituiva un indubbio progresso per il genere umano, e gli stessi interessati ne videro i frutti, e così i loro figli, e i figli dei loro figli. L’innovazione ha sempre prodotto grandi benefici di lungo periodo, ma ha suscitato allo stesso tempo resistenze e scetticismi. Ogni singola innovazione generava sia benefici diffusi sia l’ostilità di chi si sentiva minacciato nei propri interessi. Il sistema capitalistico – anche quando temperato da forme diffuse di protezione sociale – non ha mai potuto fare a meno di questo processo continuo, che Schumpeter avrebbe definito distruzione creatrice. Scoperte sempre nuove, prodigiose invenzioni, inedite applicazioni di tecniche già esistenti, innovazioni nel sistema della distribuzione o della pubblicità avrebbero incessantemente rovesciato equilibri solo in apparenza immutabili. Questa particolare forma di selezione delle specie abbatteva rendite e posizioni di privilegio, costituendo un formidabile motore del mutamento sociale. Questo aspetto rivoluzionario del capitalismo gli garantì il pubblico elogio di Karl Marx, che gli attribuiva il merito di aver sciolto legami secolari legati alla società tradizionale. L’Inghilterra giunse per prima alla modernità industriale. Altre la seguirono più tardi, provando a colmare il gap accumulato, spesso attraverso modernizzazioni guidate dall’alto. In questi ultimi casi, si comprese il ruolo decisivo dell’istruzione tecnica, che venne spesso messa al servizio dell’industria, soprattutto pesante.
2019
Europa 4.0 Il futuro è già qui
97888-944552-0-5
Atutomatizzazione, Cambiamento tecnologico, Competenze, Formazione, Industria 4.0
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Competenze e automatizzazione: storia e attualità dei processi di innovazione / Bandini, Giacomo. - (2019), pp. 83-97.
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