Il concetto di società del rischio è diventato negli ultimi decenni un tema chiave per comprendere le società contemporanee . La vasta eco di riflessioni che ha incoraggiato si è infatti estesa ben oltre i confini delle scienze sociali e dei loro specialismi disciplinari fino a diventare un tema “forte” del dibattito pubblico e dell’agenda della politica, a testimoniare che è stato davvero toccato un punto nevralgico della modernità. La fortuna di una formula come quella di società del rischio si deve anzitutto alla presa d’atto che nelle società occidentali c’è stata una significativa discontinuità nel processo di modernizzazione. Il rischio, infatti non è più una componente accessoria dei processi di industrializzazione e di urbanizzazione, come avveniva in passato, ma un contenuto specifico dell’attuale fase della modernità, in cui la produzione della ricchezza va di pari passo con la produzione di nuovi rischi che insidiano la salute, la qualità della vita e la tranquillità individuale . L’invisibilità, l’immaterialità e l’imprevedibilità di questo tipo di minacce hanno reso sempre più evidente l’inadeguatezza della visione convenzionale del rischio come prodotto della probabilità di un evento avverso moltiplicata per il danno conseguente che ha a lungo caratterizzato gli approcci ingegneristici, epidemiologici ed attuariali . La rilevanza del di questo tema nell’ambito delle scienze politiche e sociali si deve al fatto che il rischio a) si determini esclusivamente in conseguenza di una decisione umana, b) che essa implichi forme di conoscenza più o meno specialistiche, c) che si manifesti nei termini di effetti inattesi e indesiderati e d) che questi si collochino nel dominio temporale del futuro. Nell’ambiente socializzato che per effetto della modernizzazione ha progressivamente sostituito la natura, il dominio del rischio finisce così per includere le conseguenze non volute di qualsiasi decisione umana, in forza di cui anche gli stessi pericoli “naturali” come terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami tendono ad essere classificati come rischi, nella misura in cui le conseguenze negative di questi eventi sono determinate o determinabili dalle conoscenze su cui sono fondate le decisioni.
Il tempo moderno come Società del rischio percepito / Cerase, Andrea; Morcellini, Mario. - (2014), pp. 303-310.
Il tempo moderno come Società del rischio percepito
Andrea Cerase;Mario Morcellini
2014
Abstract
Il concetto di società del rischio è diventato negli ultimi decenni un tema chiave per comprendere le società contemporanee . La vasta eco di riflessioni che ha incoraggiato si è infatti estesa ben oltre i confini delle scienze sociali e dei loro specialismi disciplinari fino a diventare un tema “forte” del dibattito pubblico e dell’agenda della politica, a testimoniare che è stato davvero toccato un punto nevralgico della modernità. La fortuna di una formula come quella di società del rischio si deve anzitutto alla presa d’atto che nelle società occidentali c’è stata una significativa discontinuità nel processo di modernizzazione. Il rischio, infatti non è più una componente accessoria dei processi di industrializzazione e di urbanizzazione, come avveniva in passato, ma un contenuto specifico dell’attuale fase della modernità, in cui la produzione della ricchezza va di pari passo con la produzione di nuovi rischi che insidiano la salute, la qualità della vita e la tranquillità individuale . L’invisibilità, l’immaterialità e l’imprevedibilità di questo tipo di minacce hanno reso sempre più evidente l’inadeguatezza della visione convenzionale del rischio come prodotto della probabilità di un evento avverso moltiplicata per il danno conseguente che ha a lungo caratterizzato gli approcci ingegneristici, epidemiologici ed attuariali . La rilevanza del di questo tema nell’ambito delle scienze politiche e sociali si deve al fatto che il rischio a) si determini esclusivamente in conseguenza di una decisione umana, b) che essa implichi forme di conoscenza più o meno specialistiche, c) che si manifesti nei termini di effetti inattesi e indesiderati e d) che questi si collochino nel dominio temporale del futuro. Nell’ambiente socializzato che per effetto della modernizzazione ha progressivamente sostituito la natura, il dominio del rischio finisce così per includere le conseguenze non volute di qualsiasi decisione umana, in forza di cui anche gli stessi pericoli “naturali” come terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami tendono ad essere classificati come rischi, nella misura in cui le conseguenze negative di questi eventi sono determinate o determinabili dalle conoscenze su cui sono fondate le decisioni.File | Dimensione | Formato | |
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